“The Old and New Era Today” (la vecchia e la nuova era oggi): questo è il titolo dell’opera muraria creata dagli studenti della V A del Liceo Artistico di Lanusei in un Progetto CLIL, coordinato e diretto dalla Prof.ssa Maria Antonietta Fiera, docente di Lingua e Cultura Inglese, concluso qualche giorno fa, ispirato alla storia e alla letteratura inglese e realizzato durante le ore curriculari di inglese.
Da cosa si è partiti per creare un murale che offre diversi spunti di riflessione? Innanzitutto dallo studio di diversi scrittori di fine ottocento, inizio e metà Novecento, come Joseph Conrad, James Joyce, Virginia Woolf, Thomas Stearns Eliot. Il filo conduttore della narrazione muraria è “Heart of Darkness” (Cuore di Tenebra) di Conrad, romanzo breve, il cui tema principale è il Colonialismo. Gli Europei in quegli anni (fine 800) andavano i Africa principalmente per motivi economici, ma mascheravano queste missioni di sfruttamento sotto il falso pretesto della civilizzazione.
L’azione prende avvio a Londra, su un battello sul Tamigi in attesa di salpare. A bordo ci sono cinque uomini: tra di loro vi è il narratore, di cui sappiamo pochissimo, e un uomo di nome Marlow, che esprime giudizi molto duri sulle atrocità del colonialismo di cui ha preso coscienza durante un suo viaggio in Africa, sul fiume Congo. Il racconto in prima persona di Marlow, nella forma di una storia nella storia, costituisce il resto del romanzo interpretato non solo come un atto di accusa al razzismo, colonialismo e imperialismo europeo, ma anche come un percorso di introspezione psicologica nell’animo umano, alla ricerca delle radici del male. Nel romanzo il male è soprattutto incarnato dal misterioso Kurtz, l’agente dei mercanti di avorio, che ha reso brutalmente schiavi gli indigeni, ma da cui è paradossalmente idolatrato.
Marlow è ossessionato da lui, dalle sue potenzialità, ma anche affascinato inconsciamente dalla sua ferocia. Il viaggio avventuroso e oscuro in Africa, per mare ma soprattutto per fiume, diventa metafora di una discesa negli abissi insondabili dell’animo umano che inducono Conrad a tracciare un parallelismo tra Londra e l’Africa, ove il Tamigi e il Congo sono strettamente legati l’uno all’altro sfociando nell’immensa oscurità dell’Oceano, dove il viaggio prosegue inesorabilmente.
È proprio in questo scenario – spiega la professoressa – che il murale va oltre l’immaginario del romanzo in questione, mostrando sulla riva del mare due uomini vuoti, così come li definisce Eliot nella sua poesia “The Hollow Men”, implacabili, freddi, calcolatori e dalla testa di paglia, su cui si infrangono le onde come fossero scogli; si danno le spalle, non comunicano, ma hanno lo stesso obiettivo: la conquista di nuovi territori, la scoperta di luoghi nuovi.
Chi sono? Possono essere il politico da un lato e il colonizzatore dall’altro oppure possono rappresentare il tema del doppio (Marlow è consapevole che nel suo inconscio può arrivare agli stessi livelli di pazzia e di crudeltà di Kurtz, sa che il confine tra razionalità e irrazionalità è labile in lui); possono simboleggiare l’attuale conflitto russo- ucraino, la divisione tra due paesi dilaniati da guerre incessanti. Se così fosse, quale sarebbe la differenza tra la vecchia e la nuova era oggi?
Eppure dalla stoltezza di questi uomini vuoti e senza identità, che non riescono nemmeno a stare in piedi da soli, ma la cui discesa agli inferi procede molto velocemente, s’innalza la speranza, nutrita dagli studenti della VA, di una possibile rinascita rappresentata dalla fenice, in alto al centro del murale, un uccello leggendario che affonda le sue radici nell’antichità, un mito che la vede rinascere dalle fiamme purificatrici e dalle proprie ceneri. Il fuoco, insieme agli altri elementi, aria, acqua, terra è un elemento determinante nel murale, non solo perché rappresenta la rinascita, ma anche perché in tutti questi cinque anni ha suscitato molta curiosità negli studenti per motivi legati ad alcuni argomenti della storia inglese: il grande incendio di Londra del 1666, il primo Globe Theatre distrutto da un incendio provocato nel 1613, a causa di un cannone utilizzato come oggetto di scena, il Palazzo di Cristallo distrutto da un altro incendio nel 1936, per non parlare delle Case del Parlamento, dipinte a sinistra dell’osservatore, distrutte ancora una volta da un incendio nel 1834.
Pare, però, che dalle ceneri Londra sia sempre risorta più bella e affascinante, così come appare nell’opera. Cosicché, in questo murale, l’elemento fuoco sembra coronare la fine di un ciclo di studi elettrizzante e determinare, si spera, l’inizio di un altro ancora più entusiasmante.
Il Big Ben segna le 11.00 (ora locale di Londra), ora che segna il cambiamento di un’epoca per l’inizio della cerimonia, il giorno 6 maggio 2023, dell’incoronazione di Carlo III nell’Abbazia di Westminster. Ma non solo questo. Gli studenti hanno volutamente fare un riferimento anche ai rintocchi del Big Ben in “Mrs Dalloway” di Virginia Woolf, dove il tempo, come lo spazio, diventano soggettivi, i piani temporali sono tutt’altro che lineari (come ci ha insegnato il Novecento), l’istante si dilata in flussi di coscienza rappresentati nel murale dai due fiumi lateralmente e dal mare al centro. Anche altri personaggi del Novecento, come quelli di James Joyce e degli stessi Conrad ed Eliot, sono accomunati dai cosiddetti “temporal shifts” o salti temporali nel passato, nel presente e nel futuro relativi a spazi dai confini labili e in continua trasformazione.
Tutto questo e chissà quanto altro ancora hanno voluto rappresentare gli studenti di V A di quest’anno; hanno voluto lasciare il segno ad ogni costo prima di lasciare la scuola, e ci sono riusciti perfettamente. Bravi!
“Un ringraziamento speciale va a questi ragazzi – sottolinea la professoressa Fiera con una certa commozione – che sono riusciti a conciliare studio e creatività con naturalezza e maestria, non perdendo mai di vista l’obiettivo di dare colore, forma e significato ad una parete inizialmente bianca e vuota. Naturalmente ringrazio il Dirigente Scolastico dell’Istituto Leonardo da Vinci di Lanusei, Dr. Andrea Giovanni Marcello – continua la professoressa – il Professor Rosario Antonio Agostaro, fiduciario del Liceo Artistico, il Consiglio di classe della V A, per aver accolto da subito l’idea di realizzare un’altra opera muraria all’interno del Liceo Artistico, e le collaboratrici scolastiche per averci fornito ogni sorta di supporto durante le fasi di creazione dell’opera”.
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