Domani mattina il Comune di Ulassai, in accordo con il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, inaugura il restauro dell’opera d’arte pubblica “Muro del Groviglio” di Maria Lai, presso il Muro del Groviglio lungo la strada che conduce alle Grotte Su Marmuri. L’intervento è stato realizzato grazie a “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi da non dimenticare promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Durante la mattinata, verranno illustrati i lavori di restauro da poco conclusi e interverranno il Sindaco Giovanni Soru, la Presidente FAI Sardegna Monica Scanu, la Capogruppo FAI dell’Ogliastra Lucia Deiana, il Direttore dei Lavori Arch. Francesco Pusceddu e il RUP Ing. Claudia Puddu. Successivamente sarà possibile scoprire di più sull’opera del “Muro del Groviglio”, partecipando alle visite guidate a cura delle guide della Fondazione Stazione dell’Arte.

Maria Lai è stata un’artista unica, che ha elaborato un linguaggio originale e personalissimo, strettamente legato alla geografia e alla comunità di Ulassai, il borgo dell’Ogliastra in cui nacque nel 1919. Grazie alla sua attività, Ulassai è un “museo a cielo aperto”, con opere disperse sul territorio e per questo esposte alle intemperie e all’usura: per segnalare l’importanza di questo patrimonio speciale e la necessità di restaurarlo, nel 2018 11.544 persone hanno votato il “Museo a cielo aperto” di Maria Lai come proprio luogo del cuore al censimento del FAI, rendendolo il bene primo classificato in Sardegna.

A seguito di questo importante risultato e della partecipazione del Comune di Ulassai al bando che permette di candidare progetti a favore dei luoghi più votati dopo ogni edizione del censimento, FAI e Intesa Sanpaolo hanno sostenuto con 24.000 euro il restauro del “Muro del Groviglio”. Quest’ultimo è stato scelto per l’assoluta necessità di un restauro: oltre a un degrado generalizzato, ampie porzioni erano cadute, fino a compromettere per alcuni tratti la lettura dell’opera stessa. Molte parti erano sollevate, favorendo le infiltrazioni d’acqua che provocano la progressiva erosione delle superfici, accelerando ulteriormente il degrado con un andamento esponenziale, che avrebbe comportato la perdita dell’opera senza un intervento tempestivo. Il restauro, reso possibile da “I Luoghi del Cuore” e dal cofinanziamento del Comune, ha permesso di salvare il “Muro del Groviglio”, che è stato pulito, risanato e consolidato.

IL MURO DEL GROVIGLIO

L’opera, realizzata nel 2004 sul cemento di un muro di contenimento della strada che dal borgo sale verso la montagna e, in particolare, verso le celebri grotte di Su Marmuri, si trova in una posizione di elevata valenza simbolica per il linguaggio di Maria Lai. Innanzitutto, per la caratteristica del luogo, che parla di territorio montuoso e soggetto a smottamenti: quando, nel 1981, realizzò la performance collettiva “Legarsi alla Montagna”, che rese celebre l’artista e il suo paese natale, Maria Lai dichiarò infatti che la sua terra era una metafora di un luogo ben più esteso, perché “Ulassai è minacciata da frane, come il mondo”. Un tema che ha un legame esplicito con il “Muro del Groviglio”, come aveva spiegato in un’intervista del 1992 a proposito di altri interventi simili: “Qualche anno fa, in Sardegna, dove alluvioni e siccità provocano frane a grandi dislivelli, si poneva il problema di mettere riparo al dilagare del cemento che stava invadendo i più bei paesaggi dell’isola. Si erano resi necessari muri di sostegno che si opponevano al fascino della natura. (…) Un mio amico, l’ingegnere Gian Paolo Ritossa (…) pensò di proporre un risanamento estetico sulle strade circostanti il paese, coinvolgendomi nell’operazione”.

Anche il tema scelto da Maria Lai è caratteristico della sua arte: un segno corre sulla superficie di cemento, intrecciandosi, annodandosi e distendendosi, come nelle tante tele da lei “ricamate” con intrecci di filo, a

simboleggiare l’importanza di trovare punti di contatto, negli inevitabili allontanamenti, tra persone, cose, luoghi. Il “groviglio” protagonista del titolo è intervallato da una serie di scritte realizzate nel suo corsivo quasi infantile, con citazioni tratte da Miele Amaro di Salvatore Cambosu e alcune riflessioni personali, quali “L’arte è la prima necessità di cui la società dovrebbe occuparsi”.

Il Sindaco Ing. Giovanni Soru: “Il Comune di Ulassai rilancia e rafforza l’azione di salvaguardia del ricco patrimonio di arte pubblica presente nel borgo. Il restauro è stato condotto in modo puntuale e corretto, non solo dal punto di vista storico e filologico, ma anche da quello legale, nel rispetto delle prescrizioni sul bene – visto che il bene culturale è vincolato dal Codice – e dei diritti morali dell’artista”. E prosegue: “La realizzazione di questa opera di restauro va a integrare l’intervento n°15 RIQUALIFICAZIONE OPERE MUSEO A CIELO APERTO – del progetto pilota ‘Ulassai: dove la natura incontra l’arte’ finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma NextGenerationEU nell’Ambito del PNRR – Linea A”.

La Presidente FAI Sardegna, Monica Scanu e la Capogruppo FAI dell’Ogliastra, Lucia Deiana: “Un percorso virtuoso, iniziato con una grande capacità di fare rete: FAI, Comune di Ulassai e Stazione dell’arte, con l’intento di prendersi cura delle opere di questa straordinaria artista, mirabilmente integrate e fuse con il territorio e le sue bellezze naturalistiche e che trova finalmente la sua realizzazione, dopo il lungo tempo della pandemia, con l’intervento per il “Muro del Groviglio” oggi riportato alla sua forma migliore. Un risultato che segna una nuova e concreta azione del FAI a favore del patrimonio culturale sardo”.

Il censimento “I Luoghi del Cuore”

Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne il futuro è lo scopo de I Luoghi del Cuore, progetto lanciato dal FAI nel 2003 e promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo che si propone di coinvolgere concretamente tutta la popolazione e di contribuire alla sensibilizzazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Attraverso il censimento – che si tiene negli anni pari – il FAI sollecita le istituzioni locali e nazionali competenti affinché mettano a disposizione le forze per salvaguardare i luoghi cari ai cittadini; ma il censimento è anche il mezzo per intervenire direttamente, laddove possibile, nel recupero di alcuni beni votati. Dopo il censimento, infatti, FAI e Intesa Sanpaolo finanziano direttamente una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti. I Luoghi del Cuore, dalla prima edizione a oggi, ha permesso di varare 139 interventi a favore di luoghi grazie alla fattiva collaborazione con le istituzioni. Ancora più numerosi sono gli effetti virtuosi innescati dell’iniziativa, che hanno portato al recupero di beni grazie alla mobilitazione di pubbliche amministrazioni e privati cittadini.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Il Paradiso esiste e si trova in Sardegna. Ma non pensate al mare e alle spiagge: stiamo per parlarvi di un’enorme foresta.

Gutturu Mannu, infatti, è un enorme parco che si estende su 20mila metri quadrati coperti di lecci, olivastri e sughere. Dove si trova? Fa capo a dieci comuni della regione del Sulcis, nella zona sud ovest dell’Isola.

La natura, qui, è rigogliosa e selvaggia più che mai.

Nel parco di Gutturu Mannu si trova una delle foreste più grandi a livello nazionale, dove 35mila ettari di lecceti di grande valore naturalistico fanno da teatro, tra i vari, a daini e aquile reali.

Infatti, ospita da tempo ben tre oasi di protezione faunistica del WWF.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Perda Liana

La Sardegna è una terra ricca di tesori nascosti. Uno di questi tesori è Perda Liana, situata nel comune di Gairo, una formazione rocciosa incredibilmente suggestiva che affascina e incanta chiunque abbia la fortuna di visitarla.

Perda Liana è una formazione rocciosa situata nell’entroterra orientale della Sardegna, nei pressi del comune di Gairo. Questa meraviglia naturale è conosciuta per le sue spettacolari pareti verticali di roccia calcarea che si innalzano per oltre 300 metri sopra il livello del mare.

La sua maestosità e bellezza hanno fatto sì che Perda Liana sia stata spesso paragonata all’altrettanto famosa Pietra di Bismantova nelle Alpi Appenniniche.

Ma ciò che rende Perda Liana davvero unica è la sua posizione in mezzo a un paesaggio selvaggio e incontaminato. Questa zona è parte del Parco Naturale dei Tacchi d’Ogliastra, un luogo di straordinaria bellezza naturale che comprende montagne, foreste, e canyon. La vista panoramica che si può ammirare da Perda Liana è assolutamente spettacolare, e offre un’esperienza mozzafiato per gli amanti della natura e gli escursionisti.

Il comune di Gairo, situato a pochi chilometri da Perda Liana, è un luogo ricco di storia e cultura. Questa piccola comunità sarda è nota per le sue tradizioni autentiche e la sua autenticità. I visitatori possono esplorare le stradine acciottolate del centro storico, ammirare l’architettura tradizionale sarda e assaporare la cucina locale nei ristoranti e nelle trattorie del paese.

Gairo è anche famosa per la sua antica tradizione di pastorizia, che ha contribuito a definire la cultura e l’identità della regione. Molti pastori locali mantengono ancora oggi le loro pratiche tradizionali, producendo formaggi di alta qualità e altri prodotti caseari.

Perda Liana è un luogo ideale per gli amanti dell’avventura e dell’escursionismo. Ci sono vari sentieri che conducono alla base della formazione rocciosa, e la vista da lassù è semplicemente spettacolare. Gli escursionisti possono godere della fresca aria di montagna, esplorare la flora e la fauna locali e ammirare la magnifica vista panoramica sulla costa.

In una leggenda si racconta che la porta dell’Inferno si trovasse presso Gairo, in un luogo chiamato Perda Liana. Si credeva che per diventare ricchi bastasse recarsi lì di notte e invocare i diavoli, i quali avrebbero accontentato gli uomini di ogni desiderio in cambio dell’anima. Quando qualcuno diventava improvvisamente ricco senza una spiegazione logica, la gente credeva che avesse venduto la propria anima al diavolo a Perda Liana e diceva: “A sa Perda Liana, su hi heres ti dana!” (A Perda Liana ti danno ciò che vuoi).

Un giovane decise di tentare la sorte e si recò a Perda Liana per diventare ricco a qualsiasi costo. Dopo giorni di viaggio, giunse finalmente sul luogo al tramonto. Il tacco calcareo emanava colori suggestivi che avevano un’atmosfera sinistra nella quiete del luogo.

Il giovane si sedette ad aspettare e, a mezzanotte, vide una frotta di diavoli apparire e cominciare a danzare sulla cima del Toneri. Chiese di parlare con il capo dei diavoli, che era un diavolo più grande degli altri, intento a fare girare un asino con una bisaccia piena di monete d’oro. Le monete facevano un suono piacevole mentre tintinnava. Il giovane si rallegrò all’idea di possederle, ma quando vide il viso del diavolo in piena luce, fu preso da una grande paura e pensò di fuggire, ma le sue gambe non risposero alla sua volontà.

In un momento di disperazione, invocò l’aiuto di Dio e della Santa Vergine Maria, chiedendo loro di salvarlo da quella congrega di diavoli. A quel grido, i diavoli scomparvero improvvisamente, come se la terra li avesse inghiottiti, lasciando dietro di sé tracce di fuoco. Il giovane ritornò a casa senza ottenere ricchezza, ma almeno era scampato dall’inganno dei diavoli.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Nel territorio ogliastrino, più precisamente tra il comune di Osini e quello di Gairo Taquisara, ubicato nella montagna del Taccu, vi è in tutta la sua immensità uno dei siti nuragici meglio conservati di tutta la Sardegna. Parliamo del Nuraghe di Serbissi: tra grotte, tombe dei giganti e tanto altro.

Il complesso nuragico di Serbissi, risalente al XVIII-X a.C., comprende un nuraghe complesso con annesso villaggio, una grotta con due ingressi, due tombe dei giganti e due nuraghi costituiti da una sola torre.
A rendere questo sito più affascinante e suggestivo è la sua struttura maestosa, ancora oggi in ottime condizioni. Il nuraghe è composto da quattro torri: la torre centrale, il mastio, è alta 6,3 metri, mentre le altre tre torri che l’affiancano, sono più piccole. Tutte le torri sono circondate da una cinta muraria.

Intorno alle torri secondarie sono disposte otto capanne di forma circolare. L’accesso alle varie torri avviene da un piccolo cortile.Al di sotto del sito nuragico, sono situate le grotte di Serbissi. Le grotte hanno due entrate: una nel comune di Osini e una nel Comune di Gairo Taquisara, frazione di Gairo Sant’Elena.

Si presume che queste grotte servissero come magazzino per derrate alimentari.Nel fondovalle si trovano due tombe dei giganti. Una è del tipo a filari con stele centinata, oggi purtroppo interrata. L’altra, del tipo a filari di blocchi seguendo la tecnica isodoma, è quasi interamente danneggiata.

Inoltre sono presenti due nuraghi monotorri chiamati Sanu e Orruttu, ubicati nella piana di Troculu, a breve distanza l’uno dall’altro. Insieme a tutti questi lasciti storici dei nostri antenati e le meraviglie che ne conseguono, potrete inoltre ammirare l’incantevole panorama con vista sulla Valle del Pardu.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

A Tortolì, il terzo e ultimo appuntamento de “Is Festas de sartu” ha preso il via con il tradizionale rito di “S’imbidu” di ieri sera in onore di San Salvatore. Questo evento segna l’inizio di una serie di festeggiamenti che abbracciano la cultura e la devozione religiosa della comunità locale.

Uno degli aspetti più noti di questa celebrazione è l’asta per aggiudicarsi il diritto di custodire le immagini sacre di San Salvatore e del Bambinello, noto localmente come “Su giuali”. All’asta Betty Caria è stata la vincitrice indiscussa, offrendo ben 770 euro per ottenere l’onore di custodire il simulacro principale. Questo gesto non solo dimostra la profonda devozione della comunità verso San Salvatore ma contribuisce anche a raccogliere fondi importanti per gli eventi futuri.

Gian Giuseppe Stochino, invece, ha “vinto” all’asta l’immagine sacra del Bambinello per 350 euro. Questa tradizione prevede che il vincitore custodisca l’immagine sacra nella propria abitazione fino al 30 novembre, giorno in cui Tortolì celebra la festa patronale di Sant’Andrea. Questa pratica antica rafforza il legame tra la religione e la comunità locale, offrendo ai residenti la possibilità di sperimentare la spiritualità direttamente nelle loro case.

La celebrazione di San Salvatore continuerà con una processione solenne che prenderà il via alle 17.30 da Sant’Andrea e si dirigerà verso la suggestiva chiesetta campestre. Questo momento è uno dei più attesi dell’intera festa, poiché la comunità si riunisce per manifestare la sua fede e devozione attraverso la partecipazione a questa antica tradizione religiosa.

In serata, per concludere in bellezza la prima giornata di festeggiamenti, i Drinnidas saliranno sul palco per un concerto emozionante. Questa band, amata dalla comunità, fornirà un sottofondo musicale perfetto per chiudere la serata con allegria.

Le celebrazioni in onore di San Salvatore a Tortolì sono un esempio straordinario di come la tradizione e la devozione religiosa possano intrecciarsi con la vita quotidiana di una comunità. Questi festeggiamenti non solo rafforzano il senso di identità e appartenenza tra i residenti di Tortolì, ma offrono anche l’opportunità ai visitatori di immergersi in un’esperienza autentica di cultura e spiritualità sarda. Con l’asta dell’immagine sacra e la processione solenne, la festa di San Salvatore continua a essere un momento di unione e di celebrazione della fede che non ha eguali.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La piazzetta della Marina di Porto Cervo ospiterà la Seconda Edizione del Longevity Fest dedicato alla Blue Zone Sarda che si terrà il prossimo 31 agosto.

La Sardegna è una delle cinque Blue Zone al mondo. Il regista Pietro Mereu ha viaggiato tra i paesi di Arzana, Baunei, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili, in Ogliastra, una delle zone più isolate della Sardegna, per conoscere il popolo di ultracentenari che la abitano e documentare tutte le testimonianze. I centenari ogliastrini, una delle percentuali più alte al mondo, vivono la loro esistenza in modo semplice, godendo del clima favorevole della zona e vengono puntualmente raggiunti da medici da ogni parte del pianeta che cercano di scoprire il segreto della loro longevità.

Quest’anno il focus dell’evento sarà il parallelo tra l’Ogliastra e l’isola di Okinawa, in Giappone, una delle altre blue zone mondiali.

Il progetto Longevity Fest, ideato e prodotto dal regista Pietro Mereu e dalla Ilex Production, verrà sviluppato e coordinato nella sua seconda edizione dal Consorzio Costa Smeralda e dalla divisione Agrifood e Marketing Territoriale del Cipnes Gallura, attraverso un talk di approfondimento che avrà come tema portante l’analisi antropologica e culturale della longevità, ponendo a confronto due tra le più importanti Blue Zone del mondo, l’isola di Okinawa e la Sardegna, alla presenza di ricercatori e specialisti in materia.

L‘evento, con la conduzione della giornalista esperta di cultura gastronomica Eleonora Cozzella, vedrà la proiezione di un estratto del documentario sull’isola di Okinawa “Kentannos”, diretto da Victor Cruz e prodotto da Kino Produzioni. A seguire, una tavola rotonda dal titolo “Okinawa e Sardegna: così lontane, così vicine”, in cui si esamineranno le affinità e le diversità tra le due diverse Blue Zone. Oltre al direttore artistico, Pietro Mereu, regista e fondatore Longevity Fest, il talk vedrà la partecipazione di Giovanni Mario Pes, ricercatore dell’Università degli Studi di Sassari e co- fondatore Blue Zone; Giovanni Scapagnini, medico ricercatore Blue Zone; e per la prima volta in Sardegna, il Dr. Craig Willcox, gerontologo dell’Università di Okinawa.

Nel corso della serata evento saranno illustrati i contenuti dell’azione tematica “I sentieri del turismo enogastronomico”, un viaggio tra longevità e valori della dieta sardo-mediterranea, a cura di Massimo Masia, Project Manager Insula, con la partecipazione di Gianni Chessa, Assessore al Turismo, Artigianato e Commercio Regione Sardegna.

Chiuderà la manifestazione una degustazione di preparazioni sardo-giapponesi, un vero e proprio cross over gastronomico tra Giappone e Sardegna, con la firma degli chef Angelo Serra di Insula e Roberto Okabe di Finger’s.

Il presidente del Consorzio Costa Smeralda, Renzo Persico: “Siamo lieti che tra le eccellenze sarde possa essere annoverata anche la longevità, una peculiarità del nostro territorio che è una ulteriore testimonianza del valore del contesto in cui viviamo. Ospitare anche in futuro l’evento mondiale sulla longevità avrà per noi una valenza strategica sia per la sua capacità attrattiva che per lo spessore culturale che presentano i suoi contenuti.” Il responsabile della divisione Agrifood e Marketing Territoriale del Cipnes e project manager del programma Insula, Massimo Masia: “Nell’articolato percorso di promozione e internazionalizzazione della destinazione Sardegna promosso dalla Regione Sardegna e dal Cipnes amiamo raccontare una terra che è più del suo splendido mare e delle bianche spiagge, un luogo magico ricco di storia, biodiversità e simbolo di longevità e qualità della vita, siamo una delle 5 blue zone area al mondo con il più alto rapporto centenari per abitanti, un mix di fattori genetici, ambientali, qualità della vita e valori nutraceutici degli alimenti alla base della dieta Sardo–Mediterranea, ne parleremo nel corso della serata evento”
“Sono molto soddisfatto di come il Consorzio Costa Smeralda e il Cipnes Gallura abbiano recepito l’importanza di questo evento che sintetizza una delle caratteristiche più importanti per la nostra Isola, una eccellenza da valorizzare – dichiara Pietro Mereu, regista e fondatore di Longevity Fest – Ma la cosa che mi inorgoglisce di più è che la nostra Isola ospiti il primo festival sulla longevità al mondo, penso che nel futuro possa diventare un appuntamento diviso in più giorno e con un format ancora pii accattivante!”

R.S.V.P. info@consorziocostasmeralda.com accesso libero, fino esaurimento di posti disponibili

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

E chi non conosce Willie – per la precisione William Mac Dougal –, il personaggio con l’accento sardo dei Simpson? Sì, insomma, parliamo del giardiniere-bidello-tuttofare che lavora nella scuola elementare dove studiano Bart e Lisa e che vive in una baracca nel cortile, alle complete dipendenze del Preside Skinner che gli dà qualsiasi compito del mondo.

Per la cronaca, nella serie originale, è scozzese e lo dimostra vestendo ogni tanto il kilt o qualche volta tenendo una cornamusa. Sono inoltre disseminati – sebbene senza indicare mai un posto preciso, scelta voluta, a quanto pare – vari indizi sulle sue origini scozzesi.

Ma vi siete chiesti come mai nella serie italiana è stato rappresentato come sardo, anzi, per la precisione di Mogorella in provincia di Oristano, come lui stesso specifica in un episodio (e su questo si potrebbe aprire un altro capitolo, perché alcuni abitanti del paesino presero bene la faccenda e altri… beh, non meravigliosamente)?

L’accento non mente, marcato, ma ci sono anche altre cose che – adattate dalla Scozia alla Sardegna – rimandano all’Isola. In un episodio, Willie esclama “Forza Gigi Riva”, in un altro le brughiere della Scozia della serie originale si trasformano in quella italiana nei monti della Gallura.

Detto questo… come mai?

Ci sono diverse interpretazioni sul perché di questa scelta.

Willie si dimostra spesso burbero, rude e irascibile, ma è anche generoso, buono, coraggioso, battagliero e pronto a tutto per difendere i suoi affetti. Che sia la, sebbene un po’ banale e forzata, somiglianza vista tra scozzesi e sardi alla base di questa decisione?

Oppure si tratta solo del fatto che, così come l’accento scozzese è forte, anche il sardo lo appare? È stata una scelta puramente linguistica?

O ci sono altre motivazioni?

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Una serata tutta da vivere, da ascoltare e seguire, quella di domani all’Anfiteatro Caritas di Tortolì. La decima giornata della Pastorale del Turismo della Diocesi di Lanusei e di Nuoro. Emozioni nei racconti, nelle riflessioni e nelle testimonianze di vita che saranno la colonna sonora di momenti significativi, visti i temi trattati e gli ospiti che calcheranno la scena.

In programma. A partire dalle 21.00, il momento introduttivo di cordialità e condivisione legato all’accoglienza, curato ogni sera da una comunità della diocesi. Domenica 20 agosto sarà la volta di Elini. Per il cortometraggio Camineras, a cura di Vincenzo Ligios, Cristina Pesarini, Vincenzo Asoni e Matteo Pedditzi presentano “Contos de Ninna”: in questo tempo dove la tecnologia snatura i rapporti umani, anche le ninne nanne diventano digitali.

Con questo documentario diamo voce a memorie storiche viventi: anziani che attraverso racconti e canti ci restituiscono un po’ di umanità. A salire sul palco, sarà poi don Gino Rigoldi, intervistato dal giornalista Giacomo Mameli. Il creatore della omonima Fondazione offrirà la sua personale testimonianza di vita e di fede, le ragioni profonde del suo operato, e riceverà direttamente dalle mani del vescovo Antonello il prestigioso Premio Persona Fraterna 2023.

Strettamente collegati ai temi trattati e alle parole di don Gino Rigoldi, come in una rappresentazione scenica, saranno i dialoghi teatrali della compagnia Bocheteatro, con Monica Cormbi e Giovanni Carroni.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Il vescovo di Ventimiglia e Sanremo, Antonio Suetta, ha espresso grosse perplessità rispetto a quanto successo a Roma, in piazza del Popolo, dopo il funerale della scrittrice Michela Murgia nella Chiesa degli Artisti.

In un video su YouTube di Sanremonews, il vescovo dice di aver ricevuto diverse segnalazioni da persone che gli hanno comunicato del disagio di fronte a quello che ha definito «tifo da stadio».

Suetta dice: «In chiesa, conclusa la celebrazione, è stata data la parola a persone che esprimono convinzioni e pensieri difformi dalla dottrina cattolica e lo hanno fatto in modo anche, a mio parere, un poco sguaiato, suscitando una serie di applausi quasi come tifo da stadio e atteggiamento da festa, che mi pare davvero improprio sia nella circostanza delle esequie che soprattutto nel contesto di un luogo sacro».

«Non intendo parlare della persona – conclude il vescovo – che ha vissuto un’esperienza drammatica e faticosa in relazione alla malattia e che ora ha compiuto il passaggio della morte ed è nel giudizio di Dio. Desidero soltanto fissare l’attenzione sull’aspetto pubblico di Michela Murgia. Mi limito a definirla una scrittrice, in quanto considerarla una teologa mi sembra eccessivo. Le battaglie, così è stato detto, che Michela Murgia ha portato avanti erano legate a sue convinzioni personali e a esperienze di vita, ma il suo contributo culturale in moltissimi casi è stato stato apertamente in contrasto con l’insegnamento di chiesa e dottrina cattolica, in particolare per la concezione della famiglia e altri argomenti molto importanti come aborto ed eutanasia».

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Nell’immensa eredità del leggendario pianista jazz Chick Corea c’è anche la Sardegna. Si intitola Sardinia l’album postumo dell’artista statunitense scomparso nel 2021, in uscita il 15 settembre. Al suo interno c’è il concerto registrato a Mogoro il 29 novembre 2018 per il Culture Festival: una serata speciale dove il grande jazzista e l’Orchestra da Camera della Sardegna, diretti da Simone Pittau, hanno regalato al pubblico emozioni indimenticabili.

“Il legame tra me e Chick Corea nacque mesi prima di quella memorabile serata- ricorda Simone Pittau, fondatore nel 2004 dell’Orchestra da Camera della Sardegna e nel 2008 del Culture Festival – Ci sentivamo al telefono per organizzare il concerto ma le nostre chiacchierate andavano ben oltre, trasformandosi per me in insegnamenti di vita. Poi arrivò il giorno dell’esibizione: fu un grande successo e Corea apprezzò particolarmente la professionalità dell’orchestra e i legami umani che si crearono in quell’occasione”.

Il programma della serata prevedeva l’esecuzione del Concerto per pianoforte n. 24 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Rhapsody in blue di George Gershwin. Come bis fu proposto uno dei suoi brani storici, Spain, il cui tema deriva dal secondo movimento del “Concierto de Aranjuez per chitarra e Orchestra” del celebre compositore spagnolo Joaquìn Rodrigo: Chick Corea ne improvvisò una versione arrangiata sul momento che coinvolse alcuni solisti dell’orchestra e il pubblico, da lui chiamato scherzosamente “il coro di Mogoro”.

“L’intero concerto fu registrato e mi venne fatto sapere che si trattava di ottimo materiale – prosegue Simone Pittau – Mai avrei però immaginato che si potesse concretizzare in un progetto discografico. Anche perché Corea, con cui continuai a sentirmi in seguito, aveva sì in mente di lavorare ancora insieme, ma per me quei progetti erano andati via con lui”.

Invece, quell’esperienza entrò così tanto nel cuore del musicista che prima di morire lasciò detto al suo staff di trasformarla in un album, di cui scelse personalmente il nome: Sardinia, appunto, che della serata del 2018 raccoglie il concerto per pianoforte di Mozart e le musiche di Gershwin.

Il disco fa parte di una serie di grandi uscite postume di Corea: “The future is now”, registrazioni live inedite dei tour della band realizzati nel 2016 e 2017, disponibili dal 3 novembre; “Chick Corea Elektric Band “The Complete Studio Recordings 1986-1991”, il cofanetto definitivo di LP in vinile disponibile dal 1° dicembre; tutti i cinque album originali della “Chick Corea Elektric Band” in streaming su tutte le piattaforme, disponibili già ora; Chick Corea “Sardinia” – Chick’s Performances of Mozart’s Piano Concerto No. 24 and Gershwin’s Rhapsody in Blue, Recorded Live With Orchestra da Camera della Sardegna in 2018.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa