Il Premio alla Carriera Letteraria e Giornalistica non può che essere motivo di orgoglio per le persone insignite di questo prestigioso riconoscimento.

Nel mese di settembre saranno premiate personalità meritevoli di eccellenza nel settore della Scienza, dell’Arte, Musica e Letteratura. The Grand Award to Excellence è un’Organizzazione che proietta l’attenzione in ogni ambito del sapere umano e della conoscenza. L’edizione che avrà luogo quest’anno si svolgerà in una importante location – si accenna alla Regia di Caserta – ma si attende la concessione dalle Autorità competenti.

Il prestigioso riconoscimento arriva quest’anno anche in Sardegna. A Virginia Murru, poetessa ogliastrina, sarà assegnato il Premio alle “Eccellenze Europee Letteratura-Giornalismo”. Il premio si aggiunge ai numerosi riconoscimenti ottenuti in Italia e all’estero. Per due volte le è stato attribuita la targa d’oro dalla Universum Academy Switzerland di Lugano, per la Narrativa e la Poesia. Nel 2017 ottiene “The Honor Prize”, insieme ad altri 7 autori di ogni parte del mondo, al Contest hanno partecipato autori di 67 Paesi.

Per due volte vincitrice del Primo Posto nel Concorso “Scritture attraverso le Scienze”, bandito da un’Associazione di professori universitari di Mestre-Venezia. Nel 2014 Premio dell’Università di Padova.

Per due anni vincitrice del Premio Alberoandronico, della cui Giuria hanno fatto parte nomi prestigiosi del giornalismo, di Repubblica e altre importanti testate (Pino Scaccia, Federica Angeli ed altri). La premiazione ogni anno si svolge in Campidoglio.

Circa 130 Premi conseguiti negli ultimi 14 anni.

Il Premio ‘The Grand Award to Excellence’ nasce nel 2000 per una Cultura del terzo millennio, vera. Nel 2008 gli viene conferito l’Alto onore della Medaglia d’argento, e alcuni anni dopo quella d’oro dal Presidente della Repubblica. Nel 2017 riceve il titolo di “Ambasciatore Onorario per la Cultura in Europa” dall’omonima Organizzazione Internazionale, Dipartimento di Roma.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Ultima chiamata per i visitatori che intendono raggiungere la mostra “Frida Kahlo, Viva la vita”, allestita negli spazi del Cinema Ariston di Bitti. L’esposizione chiuderà al pubblico il prossimo 9 luglio e non è prevista alcuna proroga. Dal taglio del nastro dell’8 aprile scorso, tantissime persone hanno ammirato la mostra multimediale dedicata alla straordinaria artista messicana. Appassionati d’arte, famiglie, scolaresche, studenti universitari e gruppi organizzati si sono immersi nei suoni e nelle proiezioni che raccontano la vita di una delle più ecclettiche figure femminili dell’arte contemporanea: tra impegno per i diritti civili e militanza politica.

Un via vai che in diversi fine settimana ha permesso ai turisti giunti da tutta la regione di visitare anche il parco paleontologico BittiRex, con il nuovo padiglione Bittinsecta dedicato agli insetti, il museo della Civiltà pastorale e contadina e quello multimediale del Canto a tenore, l’unico di tutta l’Isola. Formule organizzate in una giornata piena o in un weekend hanno favorito anche la scoperta del sito archeologico di Romanzesu, custodito sull’altopiano di Bitti all’ombra del più esteso bosco di sughere della Sardegna.

Visitatore d’eccezione è stato, lo scorso 28 aprile, l’Ambasciatore degli Stati Uniti Messicani in Italia, Carlos Garcia de Alba Zepeda, accompagnato dal Console onorario per la Sardegna, Renato Chiesa. Il diplomatico aveva così commentato a margine del tour nel Cinema Ariston: “Faccio i complimenti alle autorità, ai curatori e a tutti coloro che hanno fatto il possibile per questa bellissima mostra. Sono veramente impressionato. Per essere un paese così piccolo, vedere questa mostra di Frida Kahlo, così ben messa e supportata concettualmente, artisticamente e tecnologicamente, mi tolgo il cappello. Complimenti. Veramente una bella mostra. Oggi il Messico è molto più vicino alla Sardegna”.

La gestione degli ingressi e l’accoglienza è affidata alla professionalità della cooperativa Istelai di Bitti, che cura già le attività dell’area museale e di quella nuragica di Romanzesu. La mostra, finanziata da Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna e Comune di Bitti, è stata curata dalla storica dell’arte Emanuela Manca.

La gestione. “Siamo arrivati alle battute finali. Invitiamo a venire a Bitti chi ancora non fosse riuscito a raggiungerci per scoprire Frida Kahlo, una figura iconica e molto forte del “secolo breve”. Una donna che ha rotto i tabù e gli schemi battendosi per il femminismo e per rappresentare diverse tematiche attraverso la voce dell’arte”. Lo ha detto il presidente della Coop. Istelai, Francesco Coloru, che ha aggiunto: “Invitiamo quindi tutti a non perdere questa ultima occasione per conoscere una delle rappresentanti più importanti della storia artistica mondiale del 1900”.

Info e contatti. La mostra è aperta il venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Per informazioni si può scrivere o telefonare alla cooperativa Istelai: coop.istelai@tiscali.it – 3333211346 oppure 3332371759. I contatti di BittiRex sono invece: info@bittirex.it – 3926210280.

La storica dell’arte. Emanuela Manca, storica dell’arte e curatrice della mostra, ha ricordato che “Frida Kahlo è stata la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta schiettezza e in modo anche spietato, ma al tempo stesso pacato, temi molto forti come quelli della disabilità o quelli che riguardano le donne, diventando, non a caso, un’icona del femminismo. La mostra – ha proseguito Manca – presenta inoltre una selezione unica, appassionante e rivelatrice di fotografie sull’artista vista con gli occhi di uno dei più importanti fotografi mondiali del ‘900, il colombiano Leo Matiz. L’esposizione, nel suo complesso, presenta la vita di Frida Kahlo caratterizzata da una difficile condizione fisica, ma al tempo stesso contrassegnata da una grande capacità di resilienza di fronte alle avversità. Ne viene quindi fuori il ritratto di una donna forte, indipendente, sperimentatrice, rivoluzionaria, che ha saputo trasformare la sua immobilità e la sofferenza in una energia che l’ha resa immortale e una vera icona per diverse generazioni di tutto il mondo”.

Info e contatti. Per informazioni su orari di apertura e prenotazioni si può scrivere o telefonare alla cooperativa Istelai: coop.istelai@tiscali.it – 3333211346 oppure 3332771759. I contatti del Parco paleontologico di BittiRex sono invece: info@bittirex.it – 3926210280.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

pina monne

L’opera della muralista di Irgoli è stata appena esposta al MAMA, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Atzara e racconta, più di ogni altra, una storia di vita, uno spaccato, purtroppo triste, dell’esistenza dell’artista sarda.

pina monne

Nelle opere di ogni artista, c’è sempre un brano, un pezzo di vita, una narrazione. In questa ceramica di Pina Monne dal titolo “Omaggio a Desulo”, l’autrice narra di un momento tragico che ha segnato la sua vita proprio nel momento in cui si trovava nel paese barbaricino per realizzare un murale.

Pina Monne ha reso omaggio alla comunità desulese che si è stretta intorno alla donna, prima che all’artista, mostrando il tratto che maggiormente distingue le comunità in centro Sardegna, la solidarietà.
“Adoriamo letteralmente questa ceramica e vogliamo condividerla con voi perché l’arte è bellezza e cura”, scrivono dal MAMA.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

Michela Murgia ha diretto, su invito di Simone Marchetti, l’ultimo numero in edicola del settimanale Vanity Fair. Lo ha fatto incentrando la rivista sul tema delle famiglie queer, una “definizione ombrello in cui rientrano tutte le forme di relazione che vanno oltre il modello di famiglia tradizionale riconosciuto dalla legge”.

All’interno del settimanale, anche una lunga intervista, dove la scrittrice sarda ripercorre alcune tappe fondamentali della sua vita e riflette sulla sua malattia.

Siamo stati colpiti, in particolare, dall’associazione che Michela Murgia fa tra famiglia e nuraghi. «In Sardegna ci sono 7.000 nuraghes – scrive – torri di pietre diffuse come una specie di connessione neuronica. Sono costruite in modo che da una tu ne possa vedere almeno altre due, così che se uno non ti vede, almeno ti vede l’altro. Quando arrivavano le navi verso la costa, il nuraghe più vicino accendeva il fuoco in alto e dall’alto gli altri due potevano vedere nella notte il pericolo. La storia dei nuraghes restituisce l’idea che due non basta. Il modello coppia regge finché non succede un vero casino: quando uno dei due si ammala, o va in depressione, o perde il posto, o ha una crisi l’altra persona deve reggere tutto il peso di questo squilibrio. A volte può farlo, altre no. E se non c’è nessuno vicino, non esiste la possibilità di trasferire il peso su più persone. La queer family è un modo di gestire meglio il peso di queste cose».

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Fantastica serata quella che ha animato la fine dell’anno scolastico del corso per adulti di Tertenia. Mercoledì 7 giugno, la sala consiliare è stata teatro di un coinvolgente progetto di “reading” intitolato: “Tertenia tra terra e mare…mezzo secolo fa”.

I protagonisti sono stati infatti i corsisti del CPIA con i quali, i docenti del CPIA 3, hanno condiviso la fatica e l’orgoglio di quest’iniziativa che, si spera, contribuirà a dare una piccola spinta a questo meraviglioso territorio, non ancora abbastanza conosciuto, ma dove si respira nell’aria un profumo di cambiamento.

Al di là delle aspettative, la sala consiliare, messa a disposizione dell’amministrazione, era gremita di un pubblico interessato e partecipativo. Molto emozionati, ma con impegno e determinazione, i corsisti hanno letto testi e racconti scaturiti da un lavoro di ricerca, grazie alle testimonianze dei rispettivi parenti, che si sono offerti di raccontare.

L’obiettivo è stato quello di creare un ponte tra la scuola e il territorio, in sinergia con le Istituzioni.

È proprio per questo motivo che i docenti hanno pensato di proporre un’analisi di questa evoluzione attraverso testimonianze e lo studio di fonti storiche, da cui sono scaturite queste produzioni testuali, tutte corredate con foto d’epoca. Il desiderio dei docenti è quello di realizzare un testo, da pubblicare e rendere fruibile a tutti.

Inizialmente non sono mancate le difficoltà dovute agli impegni lavorativi e familiari, ma, una volta impostato il lavoro e scelto l’argomento da sviluppare, tutti i partecipanti sono andati spediti, dimostrando entusiasmo e voglia di rimettersi in gioco.

Portavoce dell’iniziativa la docente di Lettere, prima promotrice del progetto, Franca Loddo, che ha presentato i lavori.

Apripista di questo evento è stata Ornella Piazza che, con le sue straordinarie competenze legate alla sua passione per “la terra”,  ha presentato il testo “Agricoltura (a Tertenia) ieri e oggi”, arricchendolo con il racconto ereditato dai suoi avi.

A seguire, Paola Pilia e Tullio Puddu che hanno letto due testi molto toccanti sulla pastorizia nei ricordi dei loro genitori.

Katia Marongiu e Gloria Podda invece hanno presentato il risultato di uno studio sui mezzi di trasporto e le modalità con cui si andava al mare mezzo secolo fa, ma anche una descrizione delle spiagge, la Torre e le miniere.

Molto interessante anche il lavoro di ricerca delle sorelle Mulas, Sofia e Maria Paola che, attraverso alcune testimonianze di prima mano, hanno ricostruito una giornata al mare negli anni ’50 e hanno descritto al pubblico presente  le consuetudini, l’abbigliamento, i giochi e come si realizzava “la baracca” in spiaggia.

Prima di chiudere questa meravigliosa serata, la Professoressa Loddo ha colto l’occasione per evidenziare l’aspetto che maggiormente caratterizza il nostro CPIA e di cui si sente personalmente orgogliosa: l’integrazione culturale per la presenza di corsisti di diversa provenienza e culture e l’arricchimento che ne deriva.

Infatti, al termine del reading, Irina Grumeza, di origini rumena e Luca Treccani che viene dalla più vicina Brescia, i quali, pur non essendo “terteniesi”, si sono perfettamente inseriti in classe, hanno voluto dare il loro contributo per la buona riuscita del progetto. Entrambi hanno parlato della loro personale esperienza di “emigranti”, in particolare Irina ci ha parlato di come si è sentita accolta nella cittadina, a dimostrazione di quanto Tertenia sia aperta culturalmente e ospitale.

A conclusione della serata, il coordinatore Mario Lombardo ha presentato l’offerta formativa dell’istituto con il motto “non è mai troppo tardi” soffermandosi sulla metodologia inclusiva e sui percorsi didattici personalizzati della nostra scuola.  Infatti il CPIA per sua istituzione offre percorsi di alfabetizzazione di lingua italiana per stranieri, percorsi per ottenere la licenza media in un anno, ossia il 1° periodo e il 2° periodo per il biennio delle scuole superiori, nonché corsi brevi gratuiti di inglese e informatica.

Infine, gradito l’intervento del Sindaco Giulio Murgia. Affermano i docenti coinvolti: “Un ringraziamento particolare al giovane assessore Angelo Murgia per la sua preziosa collaborazione. Grazie infinite anche alla nostra splendida classe, all’amministrazione di Tertenia e al caloroso pubblico”.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Sono Vincenzo Cosenza (per la sezione Pittura) ed ex aequo Roberta Congiu e Luca Tedde (per la sezione Grafica) i vincitori dell’edizione 2023 del Premio Marchionni, il premio internazionale d’arte ideato per ricordare la figura dell’artista urbinate Dino Marchionni, che negli anni Cinquanta lasciò la sua città per trasferirsi a Villacidro, dove rimase sino alla morte.

La premiazione si è svolta ieri sera negli affollati spazi del museo MAGMMA di Villacidro: la giuria presieduta da Vitaliano Angelini nelle scorse settimane ha passato al vaglio più di 430 opere arrivate da tutto il mondo per arrivare alla rosa di venti finalisti (dieci per ciascuna sezione) tra cui sono stati scelti i vincitori.

Vincenzo Cosenza si è aggiudicato il primo posto con un’opera intitolata “Non ti voltare”, dal ciclo “Vie di fuga”. Roberta Congiu ha invece presentato un lavoro intitolato “Can you see the beauty inside of me”, mentre Luca Tedde ha portato l’opera “Utaltum spiritus”. A loro è andato il premio di 1.500 euro e la possibilità di esporre una personale nell’Archivio Lazzaro di Milano, prestigiosa istituzione artistica che offrirà anche una collaborazione.

Durante la serata sono stati assegnati anche la menzione speciale del museo Ca’ La Ghironda di Bologna, andata a Stefano Invernizzi, e la menzione speciale del Premio Marchionni, andata a Michele Cara.

Le opere arrivate in finale sono ora esposte al Magmma dove saranno visitabili sino al 31 agosto, dietro appuntamento al numero +39 3430 347 3320. Gli artisti che espongono la loro opera sono, per la sezione Pittura: Giampiero Abate, Vincenzo Cosenza, Stefano Santi, Silvia Ottobrini, Pierpaolo Mancinelli, Paride Di Stefano, Liliana Cecchin, Grazia Barbieri, Gabriele Rofi, Cesare Pinotti.

Per la sezione Grafica si tratta invece di: Eleonora Del Giudice, Claudio Sapienza, Andrea Benati, Luca Tedde, Laura Muolo, Manuela Dore, Patrizia Masserini, Michele Cara, Roberta Congiu, Vincenzo Cosenza.

In autunno i lavori arrivati in finale saranno esposti invece in una collettiva che verrà ospitata nel Museo Ca’ La Ghironda.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La “Casa Forte degli Alagon” è situata nel cuore del paese e rappresenta una combinazione di architettura militare e civile in Sardegna, conosciuta come “Castello Siviller”. Nel 1415, il castello fu eretto su autorizzazione dell’arcivescovo di Cagliari,  in sostituzione di una chiesa parrocchiale, che fu distrutta dalle incursioni dei ribelli arborensi. Il castello fu costruito proprio per proteggere il paese dalle incursioni.

La struttura a forma di “U” con merlature guelfe era tipica della costruzione medievale, ma è stata modificata nel corso dei secoli per conferirgli l’aspetto di una residenza emergente nel contesto del centro abitato.  Il castello Siviller simboleggia la rinascita della comunità di Villasor.

Sopra il portale di accesso principale della fortezza si erge uno stemma circolare con la corona marchionale. Nella parte sinistra si notano sei palle, simbolo della famiglia Da Silva sovrapposte all’immagine dell’albero sradicato, emblema del Giudicato Arborense. Nella parte destra, invece, campeggia lo stemma del Regno di Aragona e una torre alata che rappresenta la famiglia Alagon.

Nell’arco del tempo, il castello ha svolto diversi ruoli, tra cui quello di caserma, prigione e sede scolastica, finendo poi per essere abbandonato e usato come rimessa agricola.

Solo nel 1991 il castello è stato accorpato al patrimonio comunale e oggetto di molteplici restauri. Adesso, la biblioteca comunale è collocata al piano terra dello stabile, accogliendo spesso mostre ed eventi culturali. Una saletta attigua ospita il Consiglio Comunale.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La vicenda della giovane Giulia Tramontana, uccisa dal compagno mentre era incinta di sette mesi, ha sconvolto l’intero paese. In tanti si sono prodigati, anche tra gli artisti, per preservare il ricordo della 29enne e per lanciare messaggi forti contro la violenza sulle donne.

Tra loro, l’artista nuorese Nicola Urru, famoso per le sue meravigliose sculture realizzate con la sabbia.

Nicola, sulla spiaggia di Platamona, ha infatti realizzato una scultura di sabbia che ritrae Giulia, con il suo pancione, commentando così su Facebook: “#LoSapevamoTutte. Una violenza così precisamente riconoscibile e così odiosamente ricorrente che si innesta in mente e corpi di tutte le donne, e le abita”.

Grazie Nicola.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Le Domus de Janas, opera millenaria dell’uomo, sono perfettamente integrate nel paesaggio naturale e regalano scenari unici e suggestivi.

Strutture sepolcrali scavate nella roccia, le prime risalirebbero al Neolitico recente per poi diffondersi in tutta l’Isola nel Neolitico finale.

In Ogliastra sono varie le testimonianze di queste strutture ipogeiche.

Nel territorio di Tortolì troviamo due complessi di Domus de Janas tra le più importanti della zona: quelli di Monte Terli e Monte Attu.

Vi proponiamo alcuni scatti delle antiche tombe poste quasi all’apice di Monte Attu.

 Guarda la gallery


 Domus 14  


 

 

 

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Giancarla Marongiu, insegnante cagliaritana ma tortoliese d’adozione da ormai più di 40 anni, appassionata di teatro e opera lirica, ha dato alle stampe un libro con Edizioni Parteolla, “Armonia come acqua”. Oggi con lei parleremo di questa fatica letteraria e del suo amore per la cultura e la divulgazione.

 

Quando e come è nata la sua passione per la scrittura?

Non posso dire con precisione a quando risalga il mio amore, la mia predisposizione nei confronti della lettura e della scrittura, penso sia nata con me e non posso immaginare la vita senza. Ho sempre prediletto la comunicazione scritta perché permette di considerare, valutare e scegliere le parole più adatte per esprimere il concetto che desidero comunicare. La scrittura offre anche l’opportunità di entrare in contatto con se stessi, le proprie emozioni e sentimenti e di conseguenza con il mondo circostante. Vedo la scrittura come ricerca dell’armonia sempre più profonda, accurata, sensibile e consapevole.

 

Come è sorta l’idea del libro e quale messaggio vuole veicolare? 

La decisione di pubblicare è stata una scelta dettata dall’amore nei confronti dei miei cari, delle donne e di chi ogni giorno subisce violenza. Ho voluto anche mettere in risalto il concetto che nella violenza non esistono ne vincitori ne vinti, solo perdenti. Armonia come acqua ha preso corpo durante l’ondata del primo Covid, dove essendomi ammalata in maniera seria e avendo avuto a disposizione dei mesi lontano dal lavoro, ho avuto il desiderio e trovato il coraggio di rispolverare il racconto che tenevo chiuso in un cassetto. L’idea di lasciare qualcosa che potesse appartenere al cuore e all’anima e che divenisse un messaggio di speranza reattiva e quindi un piccolo contributo di consapevolezza hanno saputo annaffiare la volontà di portare avanti il progetto.

 

“Armonia come acqua”. Di cosa parla il suo romanzo?  

Il romanzo si svolge in un arco temporale che va dagli anni trenta del secolo scorso sino ai giorni nostri e racconta le esperienze, a volte dolorose, di tre generazioni di donne. L’anziana Maria racconta ad Elisabetta, sua nipote, e alla sua amica Eugenia, del suo bagaglio di esperienze anche dolorose e lo fa con circospezione, cura ed attenzione cercando di non turbare la sensibilità di chi la ascolta. Le giovani donne si trovano a dover affrontare un personale percorso di dolore e di abuso.

 

Come riusciranno queste donne a trovare salvezza?

Attraverso la condivisione e il reciproco sostegno, fatto anche solo di gesti e silenzi, sapranno esserci le une per le altre trovando una risoluzione che sia di rispetto reciproco.

 

Quanto, secondo lei che è insegnante, è importante che i giovani vengano coinvolti in attività legate alla lettura e alla scrittura?

Ritengo sia fondamentale fornire sin dalla prima infanzia la possibilità di usufruire di momenti costanti e frequenti di narrazione di favole, racconti e leggende e al contempo la creazione/invenzione individuale, o in piccoli gruppi, di racconti da parte di bambini dove la fantasia possa svilupparsi e allo stesso tempo favorire l’esorcizzazione di paure e preoccupazioni. Indispensabile è l’utilizzo di libri adatti all’infanzia, come i silent book , in modo da favorire lo sviluppo dell’intelligenza divergente e creativa.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi