Appuntamento da non perdere domenica 29 maggio a Ilbono, nella suggestiva area naturalistica che circonda il Nuraghe Scerì.

In tale occasione si svolgerà, la seconda edizione di “Merenda nell’Oliveta”, manifestazione promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio e dall’Amministrazione comunale di Ilbono.

Un evento gratuito tra natura e buon cibo, con la scelta del luogo motivata  dal fatto che l’area archeologica è suggestivamente integrata con l’ambiente naturale: circondata da ulivi secolari e parzialmente cinta dal fiume Tèscere.

Gli antichi alberi di ulivo dal grande tronco rugoso, sormontati da una cascata di rami argentei, danno un senso di sacralità a questo luogo,  in cui ” le piante crescono rigogliose adattandosi alla pietra, creando composizioni naturali dove la sinergia delle forme ammalia e rasserena” (Solo Moles ,  Travel One).

Il nuraghe di Scerì (foto Irei)

Il nuraghe di Scerì

Ripercorrendo gli antichi sentieri della piana di Tèscere, ci immergeremo nella natura per una passeggiata alla scoperta degli ulivi secolari e la visita ad alcuni monumenti nuragici (La Tomba dei giganti e Sa perda de is cincu coroso).

Sentieri facili adatti a tutti ci condurranno alla scoperta delle piante e della macchia mediterranea che crescono rigogliose nelle campagne ilbonesi. Una giornata adatta ai bambini e alle famiglie, e a tutti gli escursionisti che dopo il lungo periodo di restrizioni vogliono riprendere gradualmente l’attività all’aria aperta.

Successivamente, presso l’area archeologica  di Scerì, un reading letterario ci permetterà di scoprire gli antichi aneddoti legati alla cultura millenaria dell’olio.

La merenda tradizionale a base di pane ”pistoccu” con l’olio, pane e altre specialità della cucina tradizionale ilbonese concluderà la giornata.

Ripercorrendo gli antichi sentieri della piana di Tèscere, ci immergeremo nella natura per una passeggiata alla scoperta degli ulivi secolari e la visita ad alcuni monumenti nuragici (La Tomba dei giganti e Sa perda de is cincu coroso).

Sentieri facili adatti a tutti ci condurranno alla scoperta delle piante e della macchia mediterranea che crescono rigogliose nelle campagne ilbonesi. Una giornata adatta ai bambini e alle famiglie, e a tutti gli escursionisti che dopo il lungo periodo di restrizioni vogliono riprendere gradualmente l’attività all’aria aperta.

Successivamente, presso l’area archeologica  di Scerì, un reading letterario ci permetterà di scoprire gli antichi aneddoti legati alla cultura millenaria dell’olio.

La merenda tradizionale a base di pane ”pistoccu” con l’olio,  pane e altre specialità della cucina tradizionale ilbonese concluderà la giornata.

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Esemplare di Cerambice della quercia. Foto scattata a Seui in questi giorni.

Le caratteristiche lunghe antenne sono il tratto distintivo di questo particolare insetto. Nodose e robuste, superano la lunghezza del corpo negli esemplari maschi, e invece hanno la stessa misura nelle femmine. In totale il corpo raggiunge le dimensioni di 6-7 centimetri.

Nelle varie zone dell’Isola, questo particolare insetto dal colore nero intenso, è conosciuto con vari nomi: “Corrittolu”, “Sei-sei”, “Brohà”, “Currantolu”, “Mammadriga”, “Coipira”.

Il Cerambice della quercia viene definito un “ingegnere” dell’ecosistema, in quanto è in grado di creare le condizioni di particolari habitat. Inoltre è una specie “ombrello”, visto che la sua conservazione consente la sopravvivenza di altre specie rare legate agli alberi. La Comunità Europea con la Direttiva Habitat tutela questo insetto, vietandone la cattura o l’uccisione. In passato la specie è stata considerata dannosa, a causa del fatto che le larve della specie divorano il legno, spesso causando danni all’albero ospite.

Ma solitamente si tratta di esemplari arborei già malati, raramente attacca piante sane. Il Cerambice ha una vita larvale piuttosto lunga – 3-5 anni – invece da adulto vive dal mese di giugno ad agosto.

In questo periodo di nutre di linfa e qualche frutto, poco distante dall’albero in cui è sviluppato. Il suo habitat sono soprattutto i boschi di quercia. I maschi adulti si scontrano in dure lotte per il possesso della femmina, e capita che vari esemplari riportino mutilazioni alle zampe o alle antenne.

Nelle foto, gentilmente concesse da Sergio Murgia, un esemplare fotografato in questi giorni a Seui.

Esemplare di Cerambice della quercia. Foto scattata a Seui in questi giorni.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Si narra di un gruppo di 29 persone che, passando vicino ad uno specchio d’acqua in una notte di luna piena, si trovarono a discutere sul riflesso che la luna creava sulla superficie dell’acqua.

Per molti sembrava una forma di formaggio fresco. Cosicché uno decise di gettarsi in acqua per tirarla su per primo e portarsela a casa. Visto che il primo non usciva, gli altri, pensando che se la stesse mangiando da solo senza tirarla su affinché non gliela prendessero gli altri, per ingordigia.

Uno dopo l’altro, si gettarono a loro volta in acqua per accaparrarsene almeno una fetta. Ma nessuno ci riusciva perché il presunto pezzo di formaggio spariva a causa dello spostamento dell’acqua provocato dal tuffarsi di ciascuno di loro e perché, mano a mano che si avvicinavano al punto in cui ritenevano di poterla acchiappare, trovavano sempre maggiori difficoltà a muoversi perché il terreno sottostante, piuttosto fangoso, tratteneva dapprima i loro piedi per poi inghiottirli lentamente.

In questo modo morirono 28 di loro mentre solo uno poté raccontare ciò che aveva visto.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Una serie di interventi ha impegnato i Vigili del Fuoco di Siniscola in tre distinti incidenti stradali e un incendio di vegetazione presso la frazione de La Caletta.

Alle 11 di stamattina il primo intervento sulla S.S. 131 DCN, al km 78 per un incendio auto, una Alfa mito è rimasta interessata da un incendio mentre era in marcia in direzione Nuoro. L’autista, un uomo di nazionalità Albanese si trovava solo in auto e dopo aver arrestato l’auto sul lato della carreggiata ha atteso l’arrivo dei soccorritori. Si registrano solo i danni alla vettura mentre il conducente è rimasto illeso.

Mentre si concludeva l’intervento la squadra è stata dirottata in località “ Straulass, presso la S.S. 125, al  km 288, a seguito di uno scontro fra un auto ed una moto che si sono urtate durante il sorpasso, l’autista della vettura è rimasto illeso, sulla moto due persone che hanno subito varie escoriazioni  a seguito della rovinosa caduta. Per uno di questi, il passeggero, si segnala anche la probabile frattura di una gamba.

Entrambi sono stati prontamente soccorsi dal Servizio Sanitario 118, che ha disposto, per quello più grave, anche l’intervento dell’elisoccorso per il suo trasporto all’ospedale di Olbia. L’incidente ha causato problemi di viabilità con code automobilistiche di circa quattro km. Sul posto è intervenuta la Polizia Stradale di Olbia e Nuoro.

Nel tardo pomeriggio la squadra è intervenuta a La Caletta a seguito di un incidente stradale occorso ad una vettura Volkswagen T-Cross, che per cause in corso di accertamento è uscita fuoristrada di strada impattando violentemente su un albero. L’autista è rimasto illeso, per estrarlo dall’auto i Vigili del Fuoco hanno dovuto abbattere le parti ancora presenti dell’albero ed estricarlo dalle lamiere.

Contestualmente un incendio sviluppatosi in prossimità della località Santa Lucia a La Caletta, che interessava delle sterpaglie ha imposto la dislocazione sul posto di una seconda squadra proveniente da Nuoro.

Le alte temperature della giornata odierna con le presenze di importanti quantitativi di erba e sterpaglie spontanee impongono per gli operatori del 115 un livello di attenzione elevato in caso di incendi specie nelle aree periurbane e di prossimità ai centri urbanizzati. L’invito alla prudenza nell’usare fiamme o elementi che possono provocare incendi è sempre valido e in particolare con l’approssimarsi della stagione estiva diventa di estrema rilevanza.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Venezia-Cagliari finisce 0-0.

Il Cagliari retrocede in Serie B.

Non è bastata la roboante vittoria dell’Udinese per 4-0 sulla Salernitana.

Agli uomini di Agostini sarebbe bastato un gol per rimanere in Serie A anche il prossimo anno.

LA PARTITA

Match che dopo le prime notizie in arrivo da Salerno sembrava in discesa con il compito del Cagliari agevolato dalla grande prestazione dell’Udinese. Eppure i rossoblù non sono riusciti a bucare la difesa del Venezia, protagonista di una partita senza fronzoli ma di grande orgoglio. Gioco del Cagliari confusionario e poco ordinato con poche occasioni da rete chiare per sbloccare il risultato. Arrembaggio finale che non produce i risultati sperati. Ora per il club del presidente Giulini è il tempo di importanti riflessioni dopo una stagione tra le più negative della recente storia rossoblù.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Festival dei tacchi, immagine di repertorio

 

Sarà la parola “libertà” il leitmotiv che attraverso un immaginario filo conduttore legherà gli spettacoli di questa XXIII edizione del Festival dei Tacchi organizzato dal Cada Die Teatro, con la direzione artistica di Giancarlo Biffi e che si terrà tra i comuni di Jerzu e di Ulassai dal 4 al 9 agosto.

Sei giornate, 16 spettacoli, 7 palcoscenici, 2 laboratori teatrali e presentazioni letterarie.

«Dopo due anni difficili e quello in corso non certo migliore, in cui le libertà individuali e collettive sono state messe a dura prova, non possiamo che aggrapparci nuovamente all’arte, al teatro, per provare a stare a galla e resistere alla barbarie di un tempo che ogni giorno si fa sempre più minaccioso. Nel presente che si fa futuro ci toccherà come in altri momenti, incamminarci lungo antichi sentieri in cui memoria e progresso, saranno ingredienti indispensabili per nuovi fiammanti incontri, nella ricerca audace di nuovi sogni. Tutti da vivere, tutti da sperimentare per una Libertà da curare e proteggere come la figlia più preziosa», spiega il direttore artistico Giancarlo Biffi.

Saranno libertà violate quelle raccontate da Pierpaolo Piludu in “Pesticidio” (4 agosto), lo spettacolo prodotto dai padroni di casa che aprirà la prima delle sei serate in programma. Il protagonista, Bachisio, un uomo semplice e mite, fortemente legato alla natura e alla sua esistenza di contadino sarà costretto alla lotta per far valere i propri diritti e difendere il valore della madre terra contro l’avidità dell’uomo e il potere del dio denaro. Durante la serata sarà proiettato un estratto del documentario “Dagli scarti nascon tesori” di Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu.

Di libertà ridotte e di scelte obbligate racconterà anche il premio Oscar Giuseppe Cederna (5 agosto) in “La cortesia dei non vedenti”. Partendo dall’esperienza della poetessa polacca e premio Nobel Wislawa Szymborska, l’artista romano parlerà di Mediterraneo, di isole e di migranti che vi approdano. Un viaggio intorno alle questioni del mondo e alle ingiustizie della vita che mettono a dura prova l’esercizio delle libertà.

Ascanio Celestini (6 agosto) torna al Festival per celebrare uno tra gli uomini più liberi del nostro Novecento, Pier Paolo Pasolini con il suo “Museo Pasolini”. A cento anni dalla sua nascita, Celestini interpreta la guida di un ipotetico Museo dedicato alla figura dell’intellettuale scomparso nel 1975 che cercherà di offrire risposte sulla sua vita attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche semplicemente amato, odiato o anche solo immaginato.

Valerio Aprea (7 agosto) sarà il protagonista di “Gola e altri pezzi brevi”, viaggio nel ricordo dello sceneggiatore prematuramente scomparso Mattia Torre che di libertà se ne prendeva tante quando scriveva del Belpaese, mettendo alla berlina molti vizi e qualche virtù di un popolo spesso votato alla menzogna di convenienza, all’inganno, al raggiro, al disperato inseguimento di miti fragili ed effimeri come il lusso sfrenato e delirante.

Scelte obbligate e libertà messe costantemente in discussione sono alla base anche dello spettacolo di Paolo Rossi (8 agosto) “Pane o libertà”, dove il comico milanese si trova di fronte a un bivio: “scegliere tra mangiare, vivere o avere la libertà”. Per rispondere dialogherà sul palco con alcuni amici che non ci sono più, gli “allegri morti”, che dell’inseguimento della libertà hanno fatto la propria ragione di vita: De Andrè, Jannacci, Fo, Gaber e persino il fantasma di Maria Callas.

MoniQue Foto – MONICA CONDINI

L’ultimo spettacolo serale delle sei giornate del Festival (9 agosto) è dedicato all’astrofisica Margherita Hack, una donna straordinariamente libera da convenzioni e schemi predefiniti, una tra le massime esponenti mondiali della ricerca scientifica a cui il nostro Paese deve un enorme debito di riconoscenza. Ginevra Di Marco con Francesco Magnelli e le musiche dal vivo di Andrea Gozzi, mettono in scena “L’anima della Terra vista dalle stelle” (9 agosto) un racconto in musica a cento anni dalla nascita della scienziata fiorentina, che ne racconta la vita, personale e professionale, i pensieri, il lavoro e l’irrefrenabile voglia di raccontare la verità ad ogni costo, di schierarsi e lottare. Nella stessa giornata la giornalista Paola Pilia intervisterà Roberta Balestrucci Fancellu, autrice del libro “Margherita Hack, in bicicletta tra le stelle”.

Ma non saranno solo le prime serate a raccontare di libertà e vite condotte alla sua ricerca. Il mito di Arianna, rinchiusa nel labirinto delle sue ossessioni, sarà al centro dello spettacolo “Voci. Ogni isola ha il suo labirinto” scritto e interpretato da Rossella Dassu con l’accompagnamento musicale di Marianna Murgia.

Per questa XXIII edizione torna anche un’amica di vecchia data del Festival, Giuliana Musso, ma in veste di regista dello spettacolo “Cattivo”. L’attore Tommaso Banfi è un detenuto condannato all’ergastolo e “dimenticato” nella cella di isolamento di un carcere-isola.

“Storie meticce” di Alessandro Mascia del Cada Die Teatro è un progetto teatrale di storie raccolte e vissute, ma anche un viaggio dentro se stessi, per riappacificarsi con il proprio passato, con l’aiuto delle persone incontrate e delle loro vite, racconti e sogni.

Mamadou Diakité, della compagnia Bottega degli Apocrifi, porterà in scena “Racconto personale- incontro teatrale”, storia di un giovane cittadino della Costa D’Avorio che si è messo in viaggio “senza valido motivo”, semplicemente pensando di avere diritto a un’occasione nella vita per inseguire un sogno, ancora una volta, di libertà.

Luca Radaelli assieme a Walter Broggini, saranno gli interpreti di “Lear e il suo matto”, originale messa in scena in forma di teatro di figura dove il re dialoga appunto col suo matto, ma alla fine sarà molto difficile capire chi dei due è il vero folle.

Giuseppe Cederna sarà protagonista anche di un secondo spettacolo “Odissea, un racconto mediterraneo”, progetto long seller di Sergio Maifredi che dal 2011 con il Teatro Pubblico Ligure restituisce all’originaria narrazione orale un poema caposaldo della letteratura occidentale. Qui si racconta di Odisseo accolto nella reggia di Alcinoo all’isola dei Feaci, esempio di civiltà e rispetto per l’uomo, dopo l’incontro con Calipso che con la sua promessa d’eternità non è riuscita a trattenere chi amava.

Eliana Cantone, sorprendente interprete del teatro italiano, capace di rapire e affascinare il pubblico con una straordinaria vivacità comunicativa, racconterà la storia della giovane Alba in “Alba dell’Orrido di Elva”. Alba, nata a Elva, tra le montagne della Val Maira, attraversa da adolescente la prima guerra mondiale. Ormai donna lascia le montagne per realizzare il suo sogno di diventare maestra; come dote porta con sé il segreto della guerra partigiana, della quale è partecipante attiva. Alba sopravvivrà anche alla seconda guerra mondiale e per la prima volta, ormai cinquantenne, sarà chiamata a esprimere il suo voto nel primo suffragio universale italiano.

 

TEATRO DEDICATO AI RAGAZZI

Nel variegato e articolato programma di questa edizione del Festival spazio anche a due produzioni dedicate in particolare ai più giovani. Marcello Sola del Teatro Telaio di Brescia racconta “Kon-Tiki. Un viaggio in mare aperto”. Kon-Tiki è il nome della zattera costruita nella primavera del ’47 dall’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, che partì dal Perù per raggiungere via mare le isole della Polinesia Francese.

Senza remi, senza motore, sfruttando solo la corrente marina, i venti alisei e la buona sorte: 101 giorni in mare aperto assieme a un pappagallo.

Tornano anche quest’anno, come di consueto, le storie del coraggioso Gufo Rosmarino, scritto e interpretato da Giancarlo Biffi. “Gufo Rosmarino al gran circo dei pinguini” è una dolce intrepida storia d’amicizia e fratellanza, sulle ali dell’avventura, attraverso il profondo sentimento dell’affetto. Di case che si lasciano e case che si trovano, case immobili e case in continuo movimento, case da cui si è portati via e case a cui si vuole ritornare.

LABORATORI

Durante le giornate del Festival si terranno anche due laboratori: “Storie ad alta voce” condotto da Giuseppe Cederna e “L’eresia del cannonau”, tratto dal libro di Gesuino Nemus, diretto da Rossella Dassu e Mauro Mou.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Che la Sardegna sia una terra che racchiude centinaia di tesori tra i più antichi del mondo è ormai assodato. Ma forse in pochi (anche nell’Isola) sanno che proprio nella nostra bellissima regione esiste una “Ziqqurat”, proprio come nell’antica Mesopotamia, nonostante non vi siano tracce di collegamenti tra le popolazioni isolane dell’epoca e coloro che costruirono queste strutture in Medio Oriente.

Lo “ziqqurat sardo” si trova esattamente a Monte d’Accoddi, una piana situata a 11 km da Sassari, lungo la vecchia Carlo Felice in direzione Porto Torres. Si tratta precisamente di un altare di epoca prenuragica a forma tronco-piramidale che veniva usato per il culto della fertilità della Terra e della rigenerazione. Ma da chi fu costruito? La leggenda narra di un principe mesopotamico che fuggì e si rifugiò in Sardegna e fece erigere un complesso megalitico adibito al culto; con la differenza che, mentre le ziqqurat mediorientali erano “templi del sole”, il principe lo dedicò alla luna.

Nella realtà, invece, gli storici convergono sul fatto che l’altare di Monte d’Accoddi sia stato costruito intorno al 2.700 a.C. dalle genti della cosiddetta “cultura di Abealzu-Filigosa”. La costruzione prese il posto di un’altra precedentemente eretta nel 3500 a.C. dalle genti della “cultura di Ozieri”, che però venne distrutta da un incendio. Attorno allo “ziqqurat” ci sono i resti di un villaggio costituito da capanne quadrangolari, delle pietre sacrificali e due reperti a forma sferica che, secondo gli studiosi, rappresentavano agli occhi degli antichi abitanti della zona il sole e la luna.

(Foto: Wikimapia).

La terrazza in cima alla “ziqqurat” era, secondo le credenze dell’epoca, il punto di contatto tra uomo e divinità. Si ritiene anche che all’interno vi sia una stanza che avrebbe ospitato il letto del sacerdote che si accoppiava ogni anno con una vergine per compiere il rito della “fertilità della Terra”. Questa è solo un’ipotesi, perché nessuno mai è riuscito a scavare per via del reale pericolo di crolli. Dal ritrovamento di alcune lastre in pietra con sette fori attorno, gli studiosi ritengono siano potute servire per legare con catene le vittime dei sacrifici che, con ogni probabilità, erano dei bovini. Ad avvallare questa tesi, il ritrovamento di fossili con resti di pasti sacri e strumenti utilizzati nei riti propiziatori.

(Foto: wikimapia)

Lo “ziqqurat sardo” fu abbandonato all’inizio dell’età del Bronzo antico (1800 a.C.) ma venne riutilizzato solo saltuariamente per le sepolture. Durante la Seconda Guerra Mondiale, attorno ad esso vennero scavate delle trincee utilizzate dalla contraerea, arrecando un danno irreparabile  al sito. L’altare fu scoperto quasi per caso nel 1954 da Ercole Contu, quando gli archeologi notarono un ammasso di terra anomalo che formava una collinetta in una zona altrimenti del tutto pianeggiante. Di lì, gli scavi che portarono alla luce questo tesoro unico, per struttura architettonica, non solo in Europa, ma in tutto il bacino del Mediterraneo.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Il rapper e discografico olbiese Hell Raton, all’anagrafe Manuel Zappadu, è stato avvistato in questi giorni in Ogliastra.

Oggi, in particolare, il 32enne alla guida della Machete Crew (con Salmo e Slait) ha fatto tappa a Tortolì e si è goduto il sole nella spiaggia di San Gemiliano.

La presenza dell’ex giudice di X Factor non è sfuggita ai fans, che si sono fatti avanti per un selfie e quattro chiacchiere nel chiosco bar Babilonia.

Ringraziamo per lo scatto Stefania Lepori, con Manuelito nella foto.

 

L’articolo Hell Raton in vacanza a Tortolì: avvistato dai fans a San Gemiliano proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Quando a Cagliari usiamo la parola “caddozzo”, la associamo molto spesso al gustoso panino a base di carne che possiamo trovare venduto dagli ambulanti a qualsiasi ora del giorno e della notte in molti punti della città, magari a base di salsiccia arrosto.

Ma quello che molti non sanno è che in un’altra regione d’Italia la parola “caddozzo” è associata proprio alla salsiccia da fare arrosto.

Ebbene sì, in Sicilia quando si va dal macellaio bisogna sapere che l’unità di misura per ordinare una salsiccia è il “caddozzo”, che equivale ai nodi del rotolo di carne di maiale. Un caddozzo per ogni nodo in pratica. E, come in Sardegna, molti ambulanti siciliani vendono il panino con il “caddozzo di sasizza”, cioè con un giro di salsiccia. Come dire, tra isolani quando si parla di buon mangiare ci si intende facilmente.

L’articolo Lo sapevate? “Caddozzo” non è solo una parola sarda. E c’entra sempre la salsiccia proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

elezioni comunali

Manca qualche settimana al rinnovo dei consigli comunali in cinque paesi d’Ogliastra. I cittadini saranno chiamati alle urne domenica 12 giugno dalle ore 7 alle 23.

In tre comuni sarà corsa tra due candidati alla carica a sindaco : Bari Sardo, Lanusei e Perdasdefogu. Negli altri due, Girasole e Osini, sì è presentata un’unica lista e l’avversario da battere sarà il quorum.

Partiamo da Lanusei – capoluogo della restaurata provincia Ogliastra insieme a Tortolì – dove si contenderanno il ruolo di primo cittadino l’avvocato Davide Burchi con la lista “Energie per Lanusei” e il maresciallo dell’Aeronautica Marco Melis con “Progetto Comune per Lanusei”. Il primo – 44enne – si presenta da sindaco uscente ma con una squadra in parte diversa rispetto al passato e l’appoggio della consigliera di minoranza Maria Tegas. Il secondo – 52enne – può vantare una lunga esperienza da ex sindaco di Arzana, e sarà sostenuto da una lista costituita in maggioranza da donne.

Anche a Bari Sardo saranno due i candidati: si presenta per ottenere il secondo mandato consecutivo Ivan Mameli che guida la lista “L’alternativa@” e Anton Pinna candidato con “Impegno Comune”.  Il 37enne imprenditore e insegnante, sindaco uscente, presenta un gruppo tra conferme e novità, mentre il 48enne maître con una laurea in Giurisprudenza sarà sostenuto da una lista che attinge da componenti eterogenee della comunità bariese.

Passiamo a Perdasdefogu dove Mariano Carta – “Foghesu Futura” – e Bruno Chillotti – “Foghesu 4.0” – guideranno le liste che si sfideranno a rappresenteranno il paese nei prossimi anni. Il docente 53enne, cercherà di centrare il terzo mandato consecutivo e ancora una volta sulla sua strada troverà il 64enne capogruppo della minoranza consiliare.

A Girasole scende in campo, invece, la lista “Girasole nel cuore” con candidato alla carica di sindaco, Ludovico Piras, 39enne imprenditore edile, pronto a raccogliere il testimone dal primo cittadino uscente Gianluca Congiu, candidato consigliere nel gruppo che come avversario ha solamente il superamento del quorum.

Alfredo Cannas si presenta, invece, a guidare il paese di Osini. Anche per il 72enne – il candidato a sindaco ogliastrino meno giovane – si tratta di una corsa solitaria insieme alla sua lista “Per Osini“, con l’unico ostacolo rappresentato dal quorum.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda