Una luce di speranza si accende oggi per la comunità dei pazienti con la SLA.

Questa malattia così poco certa nella sua storia e nella prospettiva futura, oggi subisce una battuta di arresto grazie al progredire della ricerca. Annunciato oggi al congresso annuale ENCALS (European Network to Cure ALS) i dati a 12 mesi dello studio in aperto mostrano un beneficio clinicamente significativo su diversi parametri.

Prima di tutto i dati mostrano che il trattamento precoce con tofersen rallenta il declino sia della capacità respiratoria vitale lenta sia della capacità muscolare. Non solo. Sono state osservate riduzioni della proteina SOD1 totale e del neurofilamento, vale a dire di uno dei marcatori associati al danno assonale e alla neuro degenerazione. La maggioranza dei partecipanti, inoltre, è sopravvissuta senza ventilazione permanente (PV), questo lascia pensare che il farmaco agisca positivamente sia sulla sopravvivenza che sulla capacità di prevenire eventi avversi.

“L’informazione che abbiamo ricevuto da Biogen pochi minuti fa su questi nuovi incredibili risultati dello studio è una
notizia che ci entusiasma – dichiara Fulvia Massimelli presidente nazionale AISLA -, il prof. Mario Sabatelli ha fortemente creduto e combattuto per accelerare le risposte di questa molecola che, seppur in fase sperimentale, dimostrava già chiaramente importanti risposte per il trattamento delle persone colpite da SLA con mutazione del gene SOD1. AISLA ringrazia tutti i pazienti e le famiglie che hanno accettato di partecipare allo studio. La fase determinante, tuttavia, è stata senz’altro l’apertura della somministrazione a tutti i pazienti SOD1. Non possiamo che essere profondamente grati verso tutti i medici che li hanno seguiti, primi fra tutti i Centri Clinici NeMO che non hanno esitato a mettere a disposizione ogni mezzo per accogliere i pazienti”.

Un cambiamento di prospettiva terapeutica che segna per la prima volta, dopo 150 anni, l’inizio di una prima nuova pagina della malattia. L’appello di AISLA è che tutti i pazienti SLA SOD-1 in Italia possano accedere tempestivamente al farmaco. Il Centro di Ascolto AISLA (https://www.aisla.it/il-centro-di-ascolto/) è a completa disposizione per agevolare ogni paziente con le caratteristiche adeguate per accedere al farmaco. È bene ricordare che la mutazione su cui agisce è una forma genetica rara della malattia che riguarda circa il 2-3% delle persone con SLA, cioè circa 120-150 persone in Italia. Ad oggi ci risultano trattate poco più d 50 persone (dato non confermato).

“Nella SLA, le persone con malattia a progressione più rapida hanno livelli di neurofilamenti più elevati, molto
probabilmente perché i loro neuroni e assoni stanno degenerando più rapidamente”, ha affermato Merit Cudkowicz,
MD, co-principale ricercatore dello studio VALOR e co-fondatore della SLA nord-orientale Consortium, Direttore
dell’Healey & AMG Center for ALS e Chair of Neurology presso il Massachusetts General Hospital e Julieanne Dorn
Professor of Neurology presso la Harvard Medical School.  Continua Cudkowicz: “Tofersen ha abbassato i livelli di neurofilamento di circa il 40-50 percento. La combinazione di questi risultati dei biomarcatori e dei dati sugli esiti clinici fornisce ulteriori prove del potenziale di tofersen di rallentare efficacemente la progressione incessante della SOD1-ALS”.

È un risultato molto importante per la comunità dei pazienti, sempre in attesa di avanzamenti che possano garantire opportunità terapeutiche a tutti. La ricerca su questa malattia e su ulteriori approcci terapeutici, però, non si può né si deve fermare.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Sardegna e Corsica hanno tante cose in comune: un bellissimo mare, montagne aspre e selvagge, tanto verde e abitanti dal carattere fiero e ospitale. La loro vicinanza è testimoniata anche da piccole cose legate alle tradizioni enogastronomiche.

Oltre a una consolidata tradizione nella preparazione di salumi e formaggi di alta qualità c’è un altro prodotto che unisce le due isole: il mirto. In entrambe, infatti, crescono rigogliosamente le piante di questa bacca mediterranea.

L’utilizzo principale delle bacche di mirto, sia in Sardegna che in Corsica, è legata alla produzione di liquori. Sia a Cagliari che ad Ajaccio, sia a Nuoro che a Corte, è comune terminare i pasti con un bicchierino di liquore di mirto. I due prodotti però sono abbastanza diversi.

Il mirto sardo ha una colorazione più scura, una consistenza più densa e soprattutto una gradazione alcolica decisamente più elevata che si aggira tra i 30% e i 32%. Il mirto corso ha un colore più ambrato e mediamente trasparente, una minore cremosità e una gradazione alcolica piuttosto tenue (circa 18%).

Insomma, due ottimi prodotti, ricavati dallo stesso frutto, ma assai diversi tra loro.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Filippo Inzaghi sarebbe vicino alla panchina del Cagliari, che per la prossima stagione si pone come obiettivo la promozione in in Serie A.

I primi contatti con la società del presidente Tommaso Giulini sarebbero stati avviati ieri pomeriggio per un confronto su programmi e ingaggio – come riporta ANSA -.

L’ex bomber del Milan, prenderebbe il posto di Alessandro Agostini, subentrato nelle ultime giornate dello scorso campionato a Walter Mazzarri. Un indizio che porta a Inzaghi, la risoluzione del contratto che lo legava al Brescia dell’ex presidente rossoblù, Massimo Cellino.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

La Sardegna custodisce il segreto della pasta più rara del mondo. Si chiama Filindeu, i fili di dio. Solo poche mani esperte ancora riescono a produrre questi delicati e sottili fili intrecciati di semola di grano duro. La nuorese Paola Abraini è una di queste.

Anni fa è stata visitata da un inviato della BBC, arrivato sino alla città di Nuoro per carpire i segreti di una lavorazione tanto rara e difficile.

Foto di Eliot Stein

Questa antica tecnica di pastificazione risale ad oltre 300 anni fa. Una tradizione culinaria tipica del nuorese che al giorno d’oggi solo pochissime persone, tutte donne , custodiscono grazie ad una ricetta che si tramanda di generazione in generazione sempre all’interno delle stesse famiglie.

Foto di Eliot Stein

La tecnica di preparazione è particolarmente difficile e laboriosa. La Barilla ha tentato di carpire i segreti di questo manicaretto tutto sardo e il famoso gastronomo Carlo Petrini ne ha fatto un icona dello Slow Food.

Tra le personalità che hanno dovuto arrendersi di fronte alla maestria delle donne sarde nella preparazione di questa difficile pietanza annoveriamo anche il famoso cuoco inglese Jamie Oliver, che dopo 20 anni alle prese con pasta di tutti i tipi non è riuscito a completare la lavorazione dei Filindeu.

La base dei Filindeu è un impasto a base di farina di semola di grano duro, acqua e sale, lavorato con attenzione e calma finché l’esperienza del tatto con le mani non avverte il momento esatto in cui l’impasto è pronto.

All’impasto viene data la forma di un cilindro tirato tra le dita delle mani. Dopo essere stato ripiegato su se stesso, si frazionerà  in tanti finissimi filamenti. Da un pezzo di impasto di un etto si otterranno circa 250 sottilissimi fili.

I fili vengono stesi in tre strati su un canestro circolare di foglie di asfodelo essiccate,  creando una trama a intreccio, dopo di che avviene la fase di essiccazione che rinsalderà tutto creando un vero e proprio reticolato di pasta finissima.

Una volta pronta, la pasta verrà spezzettata in pezzi più piccoli e immersa nel brodo di pecora insaporito con scaglie di formaggio pecorino fresco.

La pietanza viene preparata ritualmente in ottobre, in occasione del pellegrinaggio al santuario di San Francesco di Lula, da offrire ai pellegrini che vi si recano.

Le figlie di Paola Abraini non sono interessate a portare avanti l’antica e laboriosa  tecnica, e tutte le altre donne che conservano quest’arte si contano sulle dita di una mano. In questo modo l’antica ricetta rischia di perdersi. Per ovviare a questo problema Paola ha deciso di non rispettare l’antico patto che vuole la ricetta tramandata di generazione in generazione all’interno della stessa famiglia, insegnando ad altre persone la difficile lavorazione.

Sembra però che non le sia andata bene perché pare che le siano stati negati i fondi per aprire una scuola. La cuoca non si è persa d’animo invitando così gli aspiranti preparatori di Filindeu a casa sua. Gli allievi sono però tutti scappati senza tornare dopo aver visto la difficoltà e la laboriosità di tale preparazione.

Nonostante tutte queste difficoltà il Gambero Rosso l’ha invitata a Roma per filmarla durante la lavorazione della specialità evitando così che le fasi di preparazione vengano dimenticate disperdendo così una sapienza antica irripetibile nella storia e nella cultura sarde.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

In tanti in questi ultimi giorni di maggio, viste le alte temperature e il cielo terso, in tanti non hanno perso l’occasione di andare a fare un tuffo nel suggestivo mare dell’Ogliastra.

Una delle spiagge più ambite, per godersi un po’ di refrigerio, sicuramente è quella di Porto Frailis a Tortolì.

Ecco il video con la spiaggia occupata da tanti bagnanti.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Il giovedì le famiglie italiane si riunivano davanti alla TV a guardare il popolarissimo quiz “Lascia o Raddoppia”. L’11 luglio 1957 in Sardegna c’era una ragione in più per farlo anche se a possedere un televisore erano davvero ancora in pochi.

Quel giorno tutti facevano il tifo per Filippo Bacciu. L’uomo, un pastore di Buddusò, vinse il premio massimo, 5 milioni di lire che nel ’57 rappresentavano una bella somma.

Bacciu rispose alle domande sui Promessi Sposi di cui sapeva veramente tutto. Ma non fu il primo sardo a partecipare alla trasmissione: la prima fu una donna, Maria Sanna di Ghilarza, ma residente a Torino, la quale si presentò l’11 aprile del 1957 indossando il costume di Ploaghe. Purtroppo però la sua apparizione al quiz fu molto breve, venne eliminata alla seconda domanda.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Il Cagliari Calcio fu fondato nel 1920: è la più importante squadra della Sardegna e l’unica ad aver militato in Serie A, di cui tuttora fa parte. La società, “Cagliari Football Club”, fu fondata il 30 maggio 1920 dal chirurgo Gaetano Fichera: la prima gara della storia del sodalizio cagliaritano è datata 8 settembre 1920, quando sul campo dello stadio Stallaggio Meloni i cagliaritani affrontano e sconfiggono la Torres: una prima partita col botto, vinta con tripletta di “Cocchino” Figari.

La partita terminò col punteggio di 5-2: per il Cagliari si distinse con una tripletta Alberto Figari, detto “Cocchino”, uno studente di medicina che in seguito rifiuterà le offerte di Genoa e Bologna per inseguire il sogno di diventare un dottore.

Gigi Riva

Nel 1926 il Cagliari indossa per la prima volta la divisa con i colori rosso e blu. Poi la pausa della guerra e l’arrivo di Gigi Riva. Rombo di tuo notato da un osservatore del Cagliari, Andrea Arrica, che lo portò in Sardegna per il campionato cadetto del 1963-64.

Finchè non si arriva nel 1964-1965 anno in cui il Cagliari disputa il suo primo campionato di Serie A. Nella stagione 1969-1970 il Cagliari, sotto la guida di Manlio Scopigno, vince il suo primo e tuttora unico titolo nazionale.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Incidente mortale in Gallura.

Un motociclista tedesco di 50 anni ha perso la vita dopo una brutta caduta dalla sua moto nella strada che collega Tempio Pausania con Trinità d’Agultu.

Il centauro straniero, per cause ancora da accertare, ha perso il controllo del mezzo ed è finito fuori strada.

Sul posto i soccorritori del 118 e i carabinieri di Tempio. L’uomo è deceduto poco dopo il sinistro.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Intorno alle 17.30 I vigili del fuoco di Arzachena sono intervenuti sulla sp82, all’ingresso di Golfo Aranci, per un incidente stradale.

Per cause in fase d’accertamento due autovetture si sono scontrate frontalmente.

Due i feriti per i quali è stato necessario il trasferimento al pronto soccorso di Olbia con due ambulanze del 118.

Presenti anche Polizia e Carabinieri. Il traffico è stato interrotto per oltre un’ora.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Il fine settimana dell’11 e 12 giugno, la manifestazione “Primavera nel cuore della Sardegna” farà tappa a Baunei. Lo rende noto in un comunicato l’amministrazione comunale.

“Dopo la pausa forzata di due anni, Baunei tornerà protagonista della due giorni che rievoca il nostro passato, la tradizione de “sa coua baunesa”, il matrimonio di una volta, ripercorre i nostri riti antichi e colora i vicoletti del centro storico di mille colori dei costumi, delle piazzete e delle antiche case in pietra addobbate a festa – si legge -. A proposito delle piazze, delle case e dei vicoli, sarebbe bellissimo se il nostro paese e, in particolare, il percorso della manifestazione fosse arricchito dalla presenza di fiori e qualsiasi altra cosa che renda più accogliente e prezioso il benvenuto a chi trascorrerà i due giorni a Baunei. La nostra Proloco, promuove per la prima volta l’iniziativa “il borgo in fiore”. Sia gli espositori che i residenti nelle vie protagoniste della manifestazione possono iscriversi gratuitamente, comunicando alla Proloco l’adesione al ” concorso” entro il 4 giugno. Dovranno pervenire almeno 20 adesioni per rendere valida l’iniziativa”.

“Le piazzette e le case verranno giudicate da una giuria di esperti e alle tre ritenute migliori verrà assegnato un premio in buoni spesa da spendere nelle attività del nostro paese – fa sapere sempre l’amministrazione comunale -. Un altro invito che vogliamo allargare a tutti, bambini, donne e uomini di tutte le età, è quello di vestire per l’occasione, i bellissimi costumi della nostra tradizione. Più persone lo faranno e più ci immergeremo e faremo vivere a tutti un’atmosfera di tempi passati che per due giorni verranno rivissuti”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis