Quest’anno uno degli eventi più attesi dell’estate Baunese tornerà in Piazza.

Sono state sciolte le ultime riserve e il gruppo Amici della Sagra in collaborazione con la Pro Loco Annibale Simonini hanno deciso la data per la diciottesima edizione della “Sagra del Maialetto”.

Si svolgerà infatti il 23 luglio come di consueto nella centralissima Piazza Bingigedda per la gioia delle centinaia di vacanzieri che ogni anno scelgono l’Ogliastra per le proprie vacanze.

Le precedenti 17 edizioni, organizzate alle origini dall’Associazione Ajosa e successivamente in alternanza da diverse compagnie di caccia grossa e nelle ultime edizioni da un gruppo affiatatissimo di amici in collaborazione con la Pro loco, hanno fatto registrare sempre grandi numeri diventando uno degli eventi più attesi.

Dopo due anni di stop forzato causa pandemia si cerca di ripartire, con la speranza che come nelle precedenti edizioni, la sagra sia una bellissima giornata fra gusto e divertimento.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

La Sardegna, terra anticamente matriarcale, ha colto in passato diversi primati per quanto concerne i traguardi raggiunti dal genere femminile nel tempo.

Uno di questi riguarda la prima sindaca donna della storia italiana. Non ci volle molto tempo: Ninetta Bartoli da Borutta fu eletta prima cittadina del suo paese nel 1946, lo stesso anno in cui le donne ottennero il diritto di voto.

Ninetta Bartoli – classe 1896 – nasce a Borutta, piccolo comune del Meilogu (Logudoro) che in quel tempo conta circa 600 abitanti. La sua è una famiglia nobile e l’agiatezza si riflette anche sulla sua istruzione, sin da subito importante e prestigiosa: Ninetta ha l’opportunità di studiare a Sassari, nell’Istituto Figlie di Maria, la scuola più esclusiva della città. Odia la disuguaglianza tra donna e uomo, non è particolarmente attratta da quelli che sono considerati compiti femminili e non accetta di essere sottoposta a nessuno. Non vuole nemmeno sposarsi. Nel suo petto arde un fuoco, un fuoco che brilla di forza e coraggio, di indipendenza e di voglia di cambiare. Il mondo. Le convinzioni. Il futuro delle donne.

Sente subito una grande attrazione – soprattutto quando incontra la figura di Giovanni Battista Manzella, missionario carismatico – per azione e impegno sociale e mette a frutto questa passione, la rincorre e la nutre affinché cresca e diventi inarrestabile.

È consapevole di poter avere un futuro diverso dalle donne sue conterranee e contemporanee. Sa di poter agire. Sa di poter essere qualcuno.

Stringe presto amicizia con Laura Carta, futura moglie di Antonio Segni. Inizia la pratica politica così, avvicinandosi sempre più alla Dc locale e ai suoi vertici.

È il 1945 quando diventa segretaria della sezione locale della Dc. L’anno successivo, si candida a sindaco. Le donne hanno già la cittadinanza politica (anche se da poco tempo), ma non sono tante quelle che esercitano questo diritto, ancor meno sono le elette. Ninetta sbaraglia tutti, però, e ottiene la carica grazie a quasi il 90% dei voti. Il consiglio comunale la elegge sindaca, e lei in una decina d’anni cambia le sorti del suo piccolo paese.

È rispettata, persino temuta, certamente vista come una figura nuova, una donna forte che sa quel che fa, che rompe gli schemi.  Del resto è la prima sindaca d’Italia. Da piccolo centro, Borutta diventa un luogo moderno, aperto. Bartoli costruisce le case popolari, le scuole elementari e l’asilo, il cimitero, una cooperativa per la raccolta del latte e la produzione dei formaggi, una casa di riposo e molto altro. Inoltre, dota Borutta di acquedotto e sistema fognario e porta l’energia elettrica. Fa anche ristrutturare, con il suo patrimonio, il complesso monastico di San Pietro di Sorres e fa arrivare presto una comunità di monaci benedettini.

La Bartoli viene accantonata dal partito 12 anni dopo e smette di fare politica – non smettendo, questo mai, di sostenere e aiutare il prossimo –. Ninetta muore a Borutta nel ’78, in suo onore nessuna strada. Esiste, tuttavia, un premio a suo nome per ricordare azione politica e determinazione.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

La bimba morta nei giorni scorsi a Burgos poco dopo essere venuta al mondo non è morta per cause violente.

Lo ha stabilito l’autopsia eseguita questo pomeriggio dal medico legale del Policlinico di Monserrato. La notizia è stata riportata dall’Ansa.

Come appurato la bimba è nata prematura e le cause del suo decesso, avvenuto 5 giorni dopo la nascita, non sono legate ad alcun episodio di violenza.

La piccola potrebbe essere morta o per il fatto stesso di essere nata prematura, per eventuale malnutrizione o per altre cause ancora, ma sarà l’esame istologico a sciogliere ogni dubbio.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Mare o montagna? Costume da bagno o scarpe da trekking? E perché non entrambe le cose? Già, l’Ogliastra non scontenta nessuno e chi la sceglie sa che potrà decidere, giorno per giorno, come interpretare la propria vacanza. La porta d’ingresso da cui accedere a questo territorio è la città di Tortolì, che regala ai visitatori spiagge incontaminate, cale rocciose e lagune, con alle spalle boschi di colline ricoperte di macchia mediterranea e da vigneti Cannonau.

Ed è proprio qui, in questo tratto di costa, che vi consigliamo di fermarvi anche per assaporare l’enogastronomia locale.

Una pausa dopo una giornata dedicata a una gita in barca o ad una escursione, può essere trascorsa al Basaùra, soprattutto se si è alla ricerca di un pranzo o di una cena vista mare e di un menù legato alla cucina di una volta a base di freschissimo pescato locale.

Stare seduti comodamente nel patio di questo ristorante, avvolti dalla delicata brezza marina che accarezza le tende bianche della struttura, mentre si gustano i piatti accompagnati da un calice di vermentino: questa è l’esperienza che il Ristorante Basaùra offre, da tanti anni, ai propri clienti.

Vi consigliamo di iniziare la vostra esperienza in questo ristorante con un vassoio di crudi. Ostriche, cozze, gamberi, scampi, arselle provenienti dai pescherecci locali vengono serviti su un plateau di ghiaccio per preservarne il gusto e la freschezza. L’inizio del viaggio nella tradizione culinaria ogliastrina prosegue poi con la burrida, secondo la ricetta della nonna (con razza, noci e aceto), con i raviolini di pesce e i ravioli al nero di seppia, preparati con pasta fresca.

La fregola, con arselle locali e e bottarga è la “sovrana” dei primi di pesce del Basaùra. Chi non l’ha mai assaggiata, ha qui la possibilità di gustarne una versione che combina materie prime di alta qualità e una preparazione ancorata alla tradizione.

E mentre lo staff del Basaùra vi versa un altro calice di vermentino potete ordinare una frittura di pesce croccante e saporita a base di gamberi, calamari e piccola pesca locale: il mare è davanti agli occhi e sul palato.

Marco, il proprietario del locale, profondo conoscitore della zona e sempre pronto a regalare consigli sui luoghi da visitare, accompagna i clienti nella scelta del pescato del giorno, nel giusto vino da abbinare. E dopo un solo pranzo, un’ultima occhiata al mare e un pensiero a quello che si è gustato: è facile passare dal “Benvenuti in Ogliastra” ad un sicuro “Ci rivedremo prestissimo”.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Scontro frontale sulla strada Tertenia- Sarrala, in prossimità dell’incrocio con la S.S. 125.

Alle 16:20 la squadra dei vigili del Fuoco di Lanusei è intervenuta per soccorrere gli occupanti di due automezzi che, per cause in corso di accertamento, sono andati in collisione in uno scontro frontale.

I mezzi coinvolti sono un furgone con il solo conducente a bordo originario del posto e una autovettura Renault occupata da due cittadini di nazionalità tedesca a bordo.

Particolarmente impegnative e complesse le operazioni di estrazione degli occupanti della vettura, per i quali si è reso necessario l’impiego delle cesoie idrauliche così da poterli liberare dalle lamiere contorte e consegnarli al personale sanitario intervenuto.

Sul posto hanno operato, oltre ai vigili del fuoco, tre ambulanze: Croce verde Jerzu, Ogliastra emergenza e Areus 118 e servizio di elisoccorso.

Presenti i Carabinieri che hanno effettuato i rilievi di Legge.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Numerosi intellettuali, viaggiatori, scrittori, nel corso dei secoli hanno visitato la Sardegna. Chi più, chi meno, sono rimasti ammaliati dalla bellezza dei luoghi e delle tradizioni millenarie. C’è qualcuno, però, che questo fascino non l’ha subito e anzi non ha fatto mistero della propria delusione. Questo qualcuno si chiamava Honoré de Balzac, scrittore, drammaturgo, critico letterario francese noto in tutto il mondo per essere l’autore de “La commedia umana”.

Balzac era un vero e proprio spendaccione, tanto che, per ripagare i debiti ma anche per arricchirsi, pensò bene di recarsi in Sardegna per estrarre i giacimenti minerari abbandonati dagli antichi romani e dai sovrani medioevali. Era il 1838 e lo scrittore si imbarcò da Marsiglia alla volta dell’isola, convinto di riuscire a mettere le mani sulle ricchezze del sottosuolo sardo. Ma non gli andò proprio bene. Il primo intoppo fu il colera, che lo costrinse a rimanere a bordo della nave nella rada di Alghero.

In seguito riuscì a sbarcare a Porto Torres, il 12 aprile, e da qui tentò l’impresa di estrarre i giacimenti minerari della zona dell’Argentiera, in agro della Nurra. Non sapeva però che quello che credeva essere un amico fidato, un mercante genovese che gli aveva consigliato di venire nell’isola per questo scopo, lo tradì facendosi dare le concessioni prima dell’arrivo dello scrittore. Quest’ultimo comunque non volle demordere e ritentò con le miniere di Domusnovas. Anche qui fallì. Ripartì dal porto di Cagliari alla volta di Marsiglia. Fallirono così i suoi sogni di arricchirsi con le risorse naturali sarde. Ma invece di prendersela con il presunto amico, si scagliò contro la Sardegna e i sardi.

In un epistolario inviato alla sua amante e futura sposa, la contessa Eva Hanska, scrisse testuali parole: «L’Africa incomincia qui. Intravedo una popolazione cenciosa, completamente nuda, scura di pelle come fosse etiope. (Cagliari, 17 aprile). Ho girato tutta la Sardegna e ho visto cose come se ne raccontano degli Huroni e della Polinesia. Un regno interamente deserto, veri selvaggi, nessuna coltivazione, savane di palme selvatiche; dappertutto capre che brucano tutte le gemme ed hanno gli altri vegetali a portata di mano […] Da Sassari ho attraversato tutto l’interno della Sardegna. È dappertutto la stessa. C’è un borgo in cui gli abitanti fanno un orribile pane riducendo a farina le ghiande di quercia che mescolano con argilla, e questo a due passi dalla bella Italia. Uomini e donne stanno nudi, con un pezzo di tela, uno straccio attorcigliato, per coprire le parti intime. Il giorno di Pasqua, ho visto creature ammassate come gregge, al sole, lungo i muri di terra dei loro tuguri. Nessuna abitazione ha il camino, accendono il fuoco al centro dell’alloggio che è tappezzato di sego. Le donne passano la giornata a macinare, impastare il pane, e gli uomini badano alle capre e alle greggi, e il paese più fertile del mondo è una sodaglia, è tutto una sodaglia».

Parole dure che rispecchiavano solo la personale visione dello scrittore francese, non certamente quella della maggioranza dei viaggiatori stranieri dell’epoca, che invece tessero le lodi dell’isola. Balzac scrisse solo una nota positiva: «Al centro di una così profonda e incurabile miseria, ci sono villaggi con costumi di stupefacente ricchezza». Si pensa che lo scrittore francese si sia ispirato alle fatiche del suo viaggio in Sardegna quando scrisse la commedia teatrale “L’école des ménages”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

La fine dell’embargo sulle esportazioni, che da anni pesa sull’intero comparto suinicolo dell’Isola, potrebbe essere vicina.

È quanto è emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri a Bruxelles con la Direttrice Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione Europea e a cui hanno preso parte il sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa, e i vertici dell’Unita di progetto ragionale per l’eradicazione della peste suina africana e dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, assistiti dalla Rappresentanza d’Italia presso l’UE. L’impegno, che dovrà essere ora formalizzato, stabilisce una ‘road-map’ che si tradurrà con l’invio e l’esame di report, a cadenza mensile, sulla situazione dell’Isola in relazione alla Psa. Un iter che porterà entro l’anno a una decisione sulla revisione delle restrizioni attualmente in vigore.

“La Sardegna attende da tempo la fine dell’embargo. Sul fronte dell’eradicazione della peste suina africana abbiamo ottenuto importanti traguardi e ora è indispensabile e doveroso che i risultati e i sacrifici degli allevatori e delle comunità, dai cittadini ai sindaci, agli operatori in campo, vengano riconosciuti senza ulteriori indugi”, dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas. “Guardiamo con assoluta fiducia agli impegni presi nel corso dell’incontro di oggi – sottolinea il Presidente – e continueremo a lavorare per raggiungere un obiettivo di fondamentale importanza per la nostra Isola e per i tanti operatori di un comparto, quello suinicolo, dall’enorme potenziale. I prodotti suinicoli della Sardegna, la qualità che la nostra Isola sa esprimere, nonché le prospettive di mercato, rappresentano un’opportunità irrinunciabile per l’economia della Sardegna”.

“Abbiamo risposto puntualmente – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – a tutte le richieste e indicazioni che ci sono arrivate da Bruxelles. I risultati ottenuti sono stati certificati nel corso dell’ultimo audit dagli ispettori europei che hanno potuto apprezzare il lavoro svolto anche sul fronte della sorveglianza del brado e del selvatico, aspetti che invece, tre anni fa, erano stati valutati come carenti. Nel percorso che si andrà ad aprire puntiamo a confermare i risultati raggiunti proseguendo con il nuovo ‘piano peste’ che da un lato rafforza le misure per favorire l’emersione degli allevamenti irregolari, e dall’altro semplifica le procedure e sostiene le tante attività certificate”.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

A cura di Maena Delrio

Tra le leggende che aleggiano intorno alle rovine del castello di Quirra, che si staglia in cima al monte Cudias sulla linea di confine tra il Sarrabus e l’Ogliastra, troviamo quella di Beatrice Cubello.

Figlia del marchese di Oristano, Leonardo Cubello, e di donna Quirica Deiana; sorella di Antonio, Salvatore e Benedetta, venne donata in sposa a Berengario Carroz, dopo la sanguinosa battaglia di Sanluri, nel 1410. Il padre, sconfitto, cede la giovinetta al Carroz, secondo i costumi dell’epoca, dopo aver stipulato una tregua nella quale ottiene di mantenere il marchesato di Oristano e una cospicua somma di denaro. La ragazza morirà poco tempo dopo, in seguito a una caduta dalle alte mura del castello di Quirra, dove il suo sposo la conduce, rinchiudendola nell’isolamento della fortezza, dopo le nozze.

È qui che la figura di Beatrice si perde tra storia e leggenda. Il suo nome scompare dagli atti ufficiali, sostituito dall’iniziale B. e presto confuso con quello di sua sorella Benedetta. Forse un disguido di natura pratica, dato che nel 1400 i documenti venivano ancora vergati a mano. O, si potrebbe ipotizzare, una volontà anche paterna, nel cancellare le prove della sua esistenza, dopo il disonore di cui fu accusata e che portò alla sua condanna a morte da parte del Carroz.

Carboni nel romanzo storico del secolo XV, Leonardo Alagon, edito nel 1872, racconta del triste epilogo della fanciulla, che il marito gettò dal muro perimetrale insieme al neonato in fasce, dopo averla accusata di tradimento, per liberarsi di lei e sposare donna Eleonora Manrique, parente del re di Spagna, la quale avrebbe di certo portato una dote maggiore al Carroz, oltre che garanzie di natura politica di una certa importanza.

Non troverete il nome di Beatrice Cubello nei libri di storia della Sardegna medievale. Talvolta, potreste imbattervi in una B., anonima. Eppure, dietro quell’iniziale puntata c’è stata una donna, occultata alla vista e alla memoria per vendetta e opportunismo politico dalla sua stessa famiglia. La sua virtù e la sua disgrazia però sono state tramandate di bocca in bocca, di cuore in cuore, come accade per gli animi puri che hanno subito un torto troppo profondo. E così, il suo ricordo nei secoli è sfumato in leggenda.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Grave incidente stradale in Sardegna.

Il sinistro avvenuto sulla sp 73, al bivio con la sp 99 Olbia-Porto Rotondo, dove sono rimaste coinvolto 4 automobili.

Diverse le persone rimaste ferite, con tre ambulanze del 118 giunte sul luogo dell’incidente.

Sul posto anche i Vigili del Fuoco di Olbia e i Carabinieri. Nelle strade si registrano forti rallentamenti alla circolazione.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

opere cantierabili, immagine simbolo

Nelle prime ore della mattinata, i Carabinieri della Stazione di Tortolì e del NORM della Compagnia Carabinieri di Lanusei, unitamente a personale dello Squadrone Cacciatori Carabinieri Eliportato di Abbasanta, militari della Compagnia Carabinieri di Jerzu, personale del Nucleo Operativo Ecologico di Cagliari, Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari, Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Nuoro, della Guardia di Finanza della Tenenza di Tortolì-Arbatax e dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente – Dipartimento Territoriale Nuoro – Ogliastra, hanno proceduto e posto in essere un accurato controllo presso tutto il cantiere della SS – 125 e delle ditte cui sono affidati i lavori.

Nello specifico in forza di un provvedimento di ispezione, perquisizione e sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lanusei, 4 sono i soggetti al momento denunciati ed una società.

L’attività investigativa ha consentito di apprezzare, con ragionevole certezza che in Lotzorai, località “insula manna/su stoargiu”, dopo avere posto in essere un’attività di estirpazione della vegetazione arborea e degli alberi, si procedeva, in assenza di autorizzazioni o in difformità di essa – direttamente e/o mediante l’impiego di operai e di macchine operatrici ed autocarri – ad un’attività di sbancamento del terreno e di prelievo di sabbia e inerti, ubicata nelle immediate adiacenze di uno stagno costiero, sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale, riconosciuta sito di interesse comunitario e dichiarata di notevole interesse pubblico, cagionando la distruzione ovvero l’alterazione delle bellezze naturali dei luoghi.

Il terreno rimosso, costituito da materiale di risulta proveniente dal dragaggio dello stagno, veniva trasportato in due siti e successivamente immesso nel ciclo produttivo del calcestruzzo, che verosimilmente a bassa resistenza meccanica, veniva fornito ed impiegato presso il cantiere dei lavori di completamento e costruzione della nuova strada statale 125 “orientale sarda”. lotto 4, stralcio 2°, tronco Tertenia – Tortolì.

L’articolo Ombre sulla 125: irregolarità in un cantiere a Lotzorai, scattano 4 denunce proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis