Incendio nelle campagne di Lotzorai in un canneto.

Sul posto sono giunti i carabinieri di Santa Maria Navarrese.

Stanno operando anche i vigili del fuoco del distaccamento di Tortolì nel tentativo di domare le fiamme.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Due dei nuovi Alfieri della Repubblica premiati dal Presidente Sergio Mattarella sono sardi: si tratta di Viola Bandinu di Olbia e di Simone Rovere Meloni di Uras.

Viola Bandinu, 17enne, è stata premiata “Per il maturo impegno con cui partecipa come volontaria a progetti e attività di doposcuola per i ragazzi più giovani. La sua capacità di ascolto e di accoglienza dei più vulnerabili le ha permesso anche di diventare un esempio per altri volontari. Giovane volontaria della Croce Rossa Italiana, Viola ha deciso di impegnarsi con energia e curiosità in numerose attività sociali. Ha partecipato attivamente ai progetti di doposcuola rivolti ai ragazzi più piccoli. Durante la pandemia, nell’ambito dell’iniziativa della Croce Rossa “Il Tempo della gentilezza”, Viola si è occupata della consegna di pacchi alimentari e buoni spesa a quanti si trovavano in condizioni di maggiore vulnerabilità. Grazie a una spiccata capacità di ascolto e alle sue doti comunicative è diventata, in breve tempo e nonostante la giovane età, un punto di riferimento nello stesso team dei volontari”.

Simone Meloni, 19 anni compiuti a dicembre, è stato premiato “Per il coraggio e la perseveranza con cui ha reagito alla perdita di parte del suo gregge in seguito a una drammatica alluvione. La solidarietà ricevuta gli ha dato la forza per rialzarsi e per continuare a fare il lavoro che aveva scelto per il suo futuro. Simone è un giovane pastore che, a fine novembre del 2021, dopo una notte di pioggia incessante, ha visto annegare nel fango più della metà del suo gregge di pecore. Un colpo tremendo che poteva pregiudicare per sempre la sua attività. Grazie all’appello della Caritas di Ales-Terralba sono stati raccolti fondi che gli hanno consentito di rialzarsi. La solidarietà ha travalicato i confini della Sardegna e ha permesso al giovane di acquistare nuove pecore e di mettere in sicurezza il terreno. Ma la generosa catena non ha prodotto soltanto un significativo risultato economico: ha dato a Simone un’iniezione di fiducia e gli ha permesso di continuare il lavoro che aveva scelto e di ricominciare a pensare il suo futuro”.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Sono i tempi della Grande Guerra e dilaga in tutta Italia, molti i casi anche in Sardegna, un fenomeno particolare: molti piccoli pargoli vengono registrati all’anagrafe come “Firmato”.

Ma da dove viene questo nome curioso, mai esistito fino ad allora?

Be’, occorre innanzitutto dire che fu frutto di un errore, di un equivoco.

Sui giornali, al tempo, i bollettini di guerra venivano firmati con il nome dei generali a capo dell’esercito italiano. Per le alte sfere militari, era consuetudine sottoscrivere i documenti ufficiali non per esteso, ma solo con il cognome.

Quindi, è proprio durante la prima fase della guerra, quando ancora c’era Cadorna, che iniziò il fenomeno dei “Firmati” perché il popolo leggeva, sotto ogni comunicato: FIRMATO CADORNA.

E iniziarono a fioccare i piccoli Firmato.

Immaginiamo la tristezza quando, dopo la disfatta di Caporetto che fece saltare molte teste compresa quella del Luigi “Firmato” Cadorna, i genitori si ritrovavano con i figli che portavano il nome di “un perdente”.

Ma… sollievo subito, perché anche Diaz – che gli successe – pareva chiamarsi così!

Soprattutto, quando a novembre 2018 Armando “Firmato” Diaz mandò il comunicato sulla vittoria di Vittorio Veneto e sull’armistizio di Villa Giusti tutti esultarono e ci fu un nuovo boom: sì, i loro figli si sarebbero chiamati proprio come il generale vittorioso, quello che aveva fatto tornare la pace.

Ovviamente, presto venne chiarito l’equivoco, quindi gli uffici anagrafe finirono di registrare i bambini come “Firmato”, ma ormai il danno era fatto e in migliaia portavano il nome di un banalissimo errore.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

 

Non tutti lo sanno, ma c’è un “Mar Morto” anche nella nostra Isola.

Mare Morto, infatti, è il nome di una località che si trova nel comune di Cabras, lungo la parte sud-orientale dell’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, all’interno del Golfo di Oristano.

Il nome è legato al fatto che quasi mai ci sono onde che rende l’approdo delle barche davvero facile e sicuro.

La sua spiaggia, conosciuta anche come Su Siccu, è tranquilla e di incredibile bellezza e molto adatta alle famiglie.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Si chiama “paralisi del sonno” e porta le persone che la sperimentano a svegliarsi dal sonno notturno senza avere la capacità di muoversi.

Gli arti si addormentano, si sente un formicolio. Visioni macabre, giustificate dalla paura, e suoni – spesso, si sente sussurrare il proprio nome – accompagnano quello che assomiglia a un incubo. Paralizzato, terrorizzato e senza l’opportunità di gridare per chiedere aiuto, l’individuo che si trova in questa situazione non può far altro che aspettare che passi.

Pare che questa condizione non possa durare più di due minuti. Si tratta, comunque, di un disturbo del sonno piuttosto comune che può manifestarsi anche prima di cadere nel sonno (benché questa eventualità sia assai meno frequente).

Questa, sì, è la spiegazione scientifica.

Ma ne esiste, nella nostra bella Sardegna, un’altra, quella che chiama in causa un demone spaventoso, S’Ammutadori, colui che toglie la parola.

Conosciuto anche con altri nomi – Ammuntadore, Ammuttaroi, Muntadore, Mutarolla, Su Garriatore –, è descritto come un demone che agisce tramite il sonno della sua preda. Si pone sul suo petto, la opprime, crea angoscia e terrore. Le toglie, appunto, l’aria, risucchiando la sua energia. Bisbiglia, ringhia e la spaventa a morte.

C’è un modo, uno solo, per liberarsi della sua presenza: recitare un cosiddetto “brebu”, ossia frasi di scongiuro, particolari, che possono preservare gli uomini da eventuali malefici. Ce ne sono tanti e alcuni chiamano in causa anche le possibili cause del manifestarsi della figura leggendaria – come l’invidia, che pare lo possa richiamare in modo potente –.

La credenza in esseri notturni capaci di sfruttare il sonno delle proprie vittime è presente, con caratteristiche diverse, in tutte le culture e in ogni tempo. Si stima che nell’isola queste convinzioni possano addirittura risalire all’epoca dell’inizio del dominio romano, sebbene sia verosimile anche la possibilità che possano essere ancor più antiche. Nel mondo romano, in particolare, c’erano Incubi e Succubi (demoni del sonno rispettivamente maschili e femminili).

Anche in questo caso, i sintomi erano perlopiù tre: forte oppressione sul petto, visioni terrificanti e incapacità di muoversi. A questi tre, ma non sempre, si poteva aggiungere un quarto, infausto sintomo: la morte del povero malcapitato, morte per soffocamento, per essere precisi. Nel caso di Incubi o Succubi c’è anche un’implicazione sessuale, quella che sembra mancare quando si parla di S’Ammutadori.

Nel tempo, S’Ammutadori ha sviluppato sfumature cristiane – è associato spesso a Satana – perdendo il carattere di spirito notturno privo da connotazioni religiose.

Inoltre, e questo è possibile notarlo in base alle varie testimonianze, non ha una forma specifica ma varia a seconda dell’individuo che se lo trova dinanzi: può essere una presenza invisibile, che si sente premere sul corpo, o anche un essere mostruoso (strega, scheletro, ombra umanoide o altri).

Spiegazione scientifica o tradizione?

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Oggi vi portiamo alla scoperta di una delle Chiese romaniche più importanti e caratteristiche della Sardegna.

Si tratta della Chiesa di San Nicola a Sedini, in provincia di Sassari. La sua bellezza è rimasta intatta, nonostante lo stato di abbandono. Probabilmente è proprio questa atmosfera di bellezza decaduta a conferirle un fascino unico nel suo genere.

La vegetazione fitta e la mancanza del tetto hanno trasformato questa Chiesa in un luogo idilliaco per veri romantici.

Come racconta la Pro Loco di Usini fu edificata prima del 1122 da Furato De Gitil e dalla moglie Susanna De Lacon-Zori, nobili turritani. Proprio alla famiglia Zori si riferisce l’iscrizione funeraria nella facciata. Di questa chiesa rimangono: il muro absidale, il campanile mozzo, il fianco destro con relativa navatella e parte della facciata non che i corsi basali delle altre strutture.

Il materiale principale di cui questa chiesa è composta sono cantoni calcarei di media grandezza tagliati e riposti con grande accuratezza, essa era formata a da tre navate con abside insolitamente a nord-ovest. Le arcate dei muri divisori nascono da pilastri quadrangolari che hanno una stretta cornice d’imposta al posto del capitello. Nacque agli inizi del XII secolo e fu sede di un importante Monastero cassinese.

(Info e foto tratte dal sito della Pro Loco di Sedini)

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Sono bastati due tori stampati sull’etichetta di una bottiglia per scatenare su una nascente cantina di Mamoiada l’”ira funesta” di uno dei colossi mondiali delle bibite in lattina.

Red Bull ha inviato una pec in cui diffida la Cantina di vini Muggittu Boeli a utilizzare quel logo.

Il principio di questa battaglia legale tra la multinazionale austriaca e la piccola azienda barbaricina è stata raccontata dai due principali quotidiani sardi, L’Unione Sarda e la Nuova Sardegna.

La cantina ha depositato all’Ufficio brevetti il logo, due buoi in opposizione con un aratro rosso sopra di loro e i cerchi della stele di Boeli (menhir mamoiadino del Neolitico) in alto. Secondo Red Bull l’etichetta è “confondibile” con il marchio della bibita energetica.

Per nulla d’accordo la famiglia Muggittu che ritiene la propria grafica un’omaggio alla tradizione di Mamoiada. “Si sono rivolti a noi subito dopo l’arrivo della diffida da parte della Red Bull – ha spiegato all’Ansa Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra -. Stiamo valutando come muoverci grazie all’esperienza dello staff legale della confederazione nazionale Coldiretti che ci permette di stare al fianco del giovane imprenditore e assisterlo nel migliore dei modi in questa enorme sfida”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Esplosione in una abitazione in Sardegna.

Due squadre dei Vigili del Fuoco di Nuoro e Macomer, sono intervenute a seguito di una grave esplosione di gas intorno alle 17:40 di quest’oggi a Bolotana, che ha coinvolto una abitazione nella centrale Piazza Corte Bella.

Per cause in corso di accertamento, una sacca di gas GPL rilasciata da una bombola della cucina è stata innescata accidentalmente provocando una esplosione e una conseguente onda d’urto che ha seriamente danneggiato l’edificio coinvolto.

La persona nell’abitazione, un uomo del posto di 33 anni, è rimasto coinvolto dall’esplosione riportando varie contusioni e ustioni .

Il personale sanitario del 118 ha immediatamente assistito la persona coinvolta disponendo il suo trasporto in ospedale in codice rosso .


I Vigili del Fuoco hanno spento l’incendio che si è sviluppato a seguito dell’innesco della sacca di gas, provvedendo per una verifica delle parti strutturali danneggiate.

Sul posto operano congiuntamente alle squadre di soccorso due Funzionari tecnici del Comandi di Nuoro e unità del Nucleo di Polizia Giudiziaria dei Vigili del Fuoco per effettuare i primi accertamenti.

Presenti i Carabinieri della stazione locale.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Purtroppo non ce l’ha fatta Nicola Colombu è deceduto dopo due oltre due settimane di come nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Brotzu.

Il diciannovenne cagliaritano era rimasto vittima di un brutto incidente lo scorso 14 gennaio sull’Asse Mediano. Nell’auto finita contro un guardrail, c’era anche un suo coetaneo, ferito in maniera meno grave.

Columbu dopo essere trasportato in ospedale è sempre rimasto nel reparto di Rianimazione. I medici hanno fatto di tutto per salvarlo, ma nella giornata odierna si sono dovuti arrendere.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

In Ogliastra in questo periodo dell’anno il mare appare particolarmente agitato e impetuoso.

Qualche settimana fa, nel territorio di Lotzorai, nella suggestiva spiaggia Iscrixedda, un lembo di sabbia bianca incorniciato dalla laguna e da una verdeggiante pineta, si poteva osservare l’impetuosa forza della natura nello specchio d’acqua antistante.

Infatti dove il rio Girasole si tuffa nel mare ogliastrino, le onde sembravano ghermirlo e respingerlo nella sua foce.

Ecco le immagini del bellissimo video.

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda