Ecco a voi uno dei “dicius” della nostra zona diffusi nell’intera isola e oramai sempre meno utilizzati nel linguaggio quotidiano.

Si tratta di preziosi modi di dire che conservano al loro interno utili consigli per affrontare e comprendere meglio la realtà che ci circonda.

Crobu cun crobu no si nd’ogant s’ogu. Corvo con corvo non si cavano l’occhio.

Questo proverbio ha un significato metaforico: viene utilizzato per rimarcare il fatto che tra persone della stessa casta e potenti si tenda a non danneggiarsi a vicenda. Quasi un tacito accordo tra questi che evitano di intervenire nelle diatribe tra i “pari grado” e le classi subalterne. Un detto molto diffuso in tutta l’Isola, molto amaro ma estremamente veritiero.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

Il terribile incidente è avvenuto nel primo pomeriggio a Siliqua, vicino alla galleria Medau Zirimilis, al km 40.

Come riporta Ansa, nello scontro tra un mezzo pesante e una moto è deceduto un uomo di 50 anni.

Sul posto il personale dell’Anas, il 118, i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine per i rilievi di rito.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

Era il lontano 1996, il 30 settembre, precisamente, quando Vasco Rossi fece il suo ingresso trionfale al campo sportivo di Tortolì, Zinnias, per un concerto che divenne memorabile per le persone del posto e non solo.

Dopo una prevendita bella sostanziosa – 8500 le persone che si accaparrarono il biglietto prima -, venne atteso sotto il palco da più di 12mila fans, applaudito in maniera plateale.

Tra pezzi nuovi – per l’epoca – e cavalli di battaglia, tenne altissima l’attenzione del pubblico cantando fino a poco prima della mezzanotte.

“Alba chiara”, “Vita spericolata”, “Vivere” e altre canzoni storiche fecero emozionare i più affezionati. Alcuni omaggi a Battisti crearono un grande momento di commozione.

Insomma, con la sua usuale energia e grinta, diede alla comunità ogliastrina una serata ancora, dopo tanti anni, indimenticabile.

Si ringrazia Irene Falchi per lo scatto.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Aveva vinto una dura battaglia contro la droga e la comunità S’Aspru è la sua casa da due anni, ormai. Ma la vita sa essere dura e non lascia a Gianfranco Marotta la possibilità di godersi questa rinascita fatta di amicizie, di amore, di speranza. Muore il 4 dicembre del 1985, primo dell’Isola a esalare l’ultimo respiro a causa dell’AIDS. È un tempo in cui ancora non si sa molto di questa malattia e le supposizioni sono più delle verità, ma il virus si insedia nelle categorie più ad alto rischio, mostrando chiaramente la sua letalità.

Sulla vicenda di Gianfranco, pronto alla rinascita ma morto meno di un anno dopo i primi sintomi, la sorella, Luciana Marotta, ha scritto un libro: “OLTRE LA DROGA E L’AIDS – L’ALTRA “VITA” DI GIANFRANCO”. A distanza di trentasette anni, ecco di nuovo il Gianfranco felice, vitale, innamorato della sua nuova esistenza fatta di lavoro, passione per gli animali e amicizie sincere.

«Ho sempre desiderato scrivere la storia di Gianfranco, mi sembrava giusto condividere il periodo difficile attraversato in quegli anni» racconta Luciana.

Sì, perché quando anche in Sardegna si abbatte il virus e si scopre il primo caso, dopo una valanga di esami fatti a tappeto, tanti furono i casi di sieropositivi o in AIDS conclamata scoperti.

«La chiamavano “la peste del secolo”. Non sapevamo esattamente cosa fosse, ma sapevamo che colpiva soprattutto la sfera sessuale, in particolare omosessuali e tossicodipendenti. Notizie incerte avevano creato nelle persone tanto allarmismo, diffidenza, discriminazione, la paura del contagio si leggeva negli occhi della gente, che volutamene si allontanava dalle persone a rischio e ancor di più da quelle sieropositive.»

Insomma, un calvario che rievocare mediante la scrittura è stato per Luciana sicuramente molto difficile: «Ha risvegliato tristi ricordi e le tante mancanze della nostra infanzia dolorosa» racconta, con il cuore in mano. Nel libro, anche frammenti di scritti di Gianfranco e dei suoi compagni d’avventura comunitaria. «Mettere insieme tutti i frammenti e i racconti dai ragazzi è stato emozionante ma anche doloroso. Tante storie diverse con vissuti complicati, ma con un percorso in comune: la droga.»

Leggere di Gianfranco con gli occhi della sorella è quasi come riuscire a conoscerlo di persona, come poterlo vedere, forte e determinato a crearsi un futuro splendido.

«Gianfranco era un ragazzo dal carattere allegro e comunicativo, un po’ artista, un po’ stravagante e sognatore ma, soprattutto, un ragazzo dall’animo dolce e generoso, con una profonda sensibilità che non ha saputo gestire» spiega la sorella. «Ha avuto la sfortuna di incontrare nella sua strada persone sbagliate, non è stato abbastanza forte ed è diventato schiavo della droga. Io ingenuamente pensavo che, con le mie sole forze, sarei riuscita a salvarlo da quel tunnel senza luce: ma la droga è una malattia subdola che non conoscevo abbastanza. Non perdona, annienta il tuo essere uomo, ti rende schiavo, arido e senza sentimenti. Quando Gianfranco si trovava in ospedale nonostante le cure invasive e la sofferenza in lui prevaleva forte il desidero d guarire e ritornare in comunità, voleva continuare il suo cammino dimostrando a tutti che, nella vita si può cambiare, che con la forza di volontà e gli aiuti giusti, si può vincere la battaglia contro la droga.»

Riguardo il libro, l’accoglienza del pubblico è stata buona. «Gli amici che mi hanno supportato. Ho scelto di auto-pubblicarmi perché le modalità delle case editrici non rispettavano la mia idea di dare al libro un prezzo che lo rendesse accessibile a tutti. Soprattutto in vista degli studenti a cui vorrei presentarlo. Per questo non è stato possibile servirci della grande distribuzione, ma solo del passaparola. Alcune librerie si sono gentilmente offerte di inserire il libro tra le loro vetrine e di questo ringrazio. È possibile trovarlo a Cagliari alle Librerie Cagliari Mondadori di Via Roma, alla Libreria Miele Amaro, alla Libreria Inkentro e alla Libreria Medical Information. Su richiesta, possiamo anche spedirlo! A tal proposito, potete contattarmi sui social.»

Ma non solo: Luciana Marotta, oggi, è la presidente di un’associazione che fa dell’aiuto dei più fragili la sua ragione d’essere. «Negli anni ho imparato a mettere da parte i miei bisogni, dedicandomi a persone con fragilità, e sono stata molto fortunata: emotivamente, aiutare gli altri ha colmato le mie mancanze» chiarisce. «Inizialmente, mi sono dedicata agli anziani in ospedale e, in seguito, ho creato l’associazione A.B.O.S., che da 30 anni si impegna con i bambini ospedalizzati, tutto questo ha dato un senso positivo alla mia vita, cambiando radicalmente la mia esistenza.»

Grazie al cielo, spiega, a differenza del 1985 oggi si è più consapevoli dei rischi del virus dell’AIDS. Ma non siamo salvi dal pericolo: «Nonostante i significativi progressi diagnostico-terapeutici, l’infezione da HIV rappresenta ancora un’importante sfida sanitaria e sociale. In Italia e nel mondo, ancora numerosi individui giungono alla diagnosi con l’infezione da HIV in stadio avanzato a causa di numerose barriere alla diagnosi in stadi più precoci. Quello che sappiamo con certezza è che la prevenzione e l’informazione sono le armi più sicure per evitare il contagio, per questo motivo alla fine del libro è stata inserita una relazione medica sul virus.»

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Morta in uno schianto mentre, emozionata, si apprestava ad affrontare il suo primo giorno di lavoro in un nuovo ospedale a Cagliari.

 

L’infermiera nuorese Lucia Virdis ha perso la vita in un tragico incidente stradale ieri, sulla SS 197, mentre si trovava a bordo della sua auto.

 

Colleghi e professori del corso di laurea in Infermieristica di Nuoro la ricordano sui social così: “Lucia, studentessa della nostra sede di Nuoro, ci ha consegnato il suo sogno: diventare infermiera. Lo desiderava con tutta se stessa, pronta a superare ogni difficoltà, concentrando tutte le sue energie per quell’unico obiettivo. L’abbiamo accompagnata e sostenuta nel suo percorso, ma purtroppo non siamo riusciti a farle raggiungere il traguardo. Speriamo che il dolore, che ora ci lascia senza parole, si trasformi nel ricordo di quella cara e speciale ragazza che era Lucia.”

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Tortolì è il centro indiscusso della costa centro-orientale della Sardegna. Le sue spiagge dalle acque cristalline conquistano i cuori dei turisti durante la stagione estiva, mentre i monumenti cittadini nel centro della città parlano di cultura e tradizione, regalando momenti di piacevoli scoperte a chi la Sardegna la vive anche nei periodi più freddi. E proprio attraversando la via principale della città veniamo rapiti dal profumo di dolci appena sfornati: cioccolato, pistacchio, vaniglia, un mix che ci lascia l’acquolina in bocca e ci conduce fino al Mood Cafè. Varchiamo la porta e veniamo calorosamente accolti dallo staff in un locale visibilmente appena ristrutturato. a Caratterizzare l’ambiente è l’arredamento dalle linee moderne, dove  il nero, il grigio e il bianco si fondono per creare un look minimal ed elegante. Ma i veri protagonisti del Mood sono i dolci che si susseguono nelle vetrine in un valzer di colori.  

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Ci avviciniamo alla vetrina principale, per vedere da vicino le bontà esposte, e ci troviamo davanti ad un totale trionfo di dolci mignon di ogni forma e gusto. La piccola pasticceria conta almeno settanta tipologie diverse di mignon. Al loro lato, uno spazio dedicato a torte e semifreddi, tutti decorati in modo differente, ognuno unico nel suo genere. Mentre decidiamo cosa provare, sbirciamo dietro le quinte del locale e scopriamo la faccia artigianale del Mood Cafè: nel laboratorio sul retro il team di pasticcere continua a sfornare, decorare e farcire dolci.

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A capo della brigata della pasticceria troviamo Serenella e Daniele, sempre pronti a sperimentare nuovi abbinamenti per creare sapori originali e al passo con le tendenze, non solo in fatto di dolci, ma anche di macchinari e nuove metodologie di preparazione. Proprio questa passione ha spinto Serenella a portare a termine il corso di cioccolateria e alzare ad un livello successivo la sua pasticceria. 

La nostra scelta ricade su una sorta di mignon composto da mousse allo yogurt e base di biscotto alla frolla, ricoperta da una glassatura alla fragola. Ci viene servita insieme a della frutta fresca ma la vera sorpresa è il cuore morbido ai frutti di bosco che fuoriesce dal dolce dopo la prima cucchiaiata. Ad ogni boccone percepiamo la freschezza dei prodotti utilizzati, dalla quelli più intensi della frutta a quelli più delicati della crema. Nell’aria, il profumo frolla e biscotti appena sfornati contribuiscono a rendere la nostra merenda ancora più golosa.

In questo periodo dell’anno non mancano i riferimenti ai dolci più romantici e cosa c’è di meglio se non un buon dolce per trascorrere un momento di dolcezza con la nostra dolce metà? Da Mood Cafè la regina per queste occasioni è la mousse al cioccolato a forma di cuore che possiamo completare con glassatura al cioccolato o al lampone, per un perfetto contrasto tra dolce e aspro. 

E dopo i dolci dedicati agli innamorati, il Mood Cafè non perde tempo per iniziare le preparazioni classiche del Carnevale che vedranno i fritti come protagonisti assoluti: dalle preparazioni tipiche sarde, come quelle dei “fatti fritti” a quelle più classiche delle chiacchiere, fino ad arrivare alle torte a tema, amate da grandi e piccini, rese speciali dalla creatività di Serenella. La stessa creatività la ritroviamo in tutte le torte e semifreddi esposti nella pasticceria. Inoltre, possiamo scegliere di creare la nostra torta personalizzata con pan di spagna al cacao e farcirla con mascarpone aromatizzato con wafer e noccioline croccanti. 

Prima di salutare Serenella e Daniele, ci facciamo consigliare una torta da portar via, con cui fare un figurone a cena. Scegliamo tra i due cavalli di battaglia del Mood: la Torta Oreo e la Torta Bueno, ispirate al rispettivo biscotto e cioccolato amato in tutto il mondo.

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Fonte: Ogliastra News Erica Luise

Terribile scoperta nel rione Carbonazzi a Sassari. Ritrovata la carcassa di un cane scuoiato e fatto a pezzi su segnalazione arrivata lo scorso 3 febbraio alla polizia locale e guardie zoofile.

Ora l’Aidda, associazione italiana difesa animali ed ambiente, come riporta Ansa, ha deciso di offrire una ricompensa di 5.000 euro “a chiunque con una denuncia formale fatta davanti alle autorità preposte permetta di individuare, processare e far condannare in via definitiva l’autore o gli autori di questo crimine”.

“Un orrore indescrivibile, un crimine il cui responsabile deve pagare la sua pena anche se purtroppo le leggi in Italia per chi commette simili reati di fatto non prevede pene di una severità rapportata all’atrocità del crimine commesso”, scrivono in una nota gli animalisti.

 

 

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Oggi è indubbiamente una delle località balneari più rinomate del sud Sardegna, tra quelle maggiormente frequentate nelle estati di ogni anno. Eppure, pochi sanno che dietro il nome di Chia, incantevole spiaggia dal mare cristallino vicino Nora, c’è una triste e commovente storia di un amore infelice, finito in tragedia.

Come raccontato da Mariano Cocco, nella sua Storia della Sardegna, ci si trova nel contesto storico della Sardegna nuragica e dell’arrivo nell’Isola dei Fenici. Cnosor, superbo capitano cartaginese, era il promesso sposo di Chia, la bellissima figlia di Ulao, potente capo di una tribù sardo-nuragica.

Cnosor si allontanò dall’Isola per lungo tempo. Al suo ritorno, però, trovò la città di Nora – tra le colonie fondate dai Fenici – completamente distrutta da un attacco dei guerrieri Shardana, nome con cui i Fenici identificavano la Sardegna. Tutti i familiari del capitano non sopravvissero e il dolore per il giovane fu così grande da dichiarare vendetta all’esercito responsabile, guidato proprio dal padre di Chia.

Ulao, nel frattempo, nei pressi di Nora, ricevuti gli aiuti necessari dalla colonia di Kar El (Cagliari), radunava tutti i capi tribù shardana per convincerli a unirsi in battaglia e scacciare così i Fenici dall’Isola. Cnosor, allora, decise di passare all’attacco del padre della sua promessa sposa. Chia, recatasi dal padre, chiese pietà per il suo innamorato, ma l’orgoglioso Ulao respinse le richieste della fanciulla.

Fu guerra. I Fenici furono sconfitti dai guerrieri shardana, dopo una strenua lotta. Tuttavia, Cnosor e pochi altri trovarono rifugio nella cima più alta del promontorio di Bithia, pronti all’ultima battaglia. Chia raggiunse la vetta, durante l’ultimo attacco nuragico, nella speranza di rivedere il suo fidanzato. Ma cadde trafitta da una freccia, scagliata un guerriero dell’esercito shardana in direzione di Cnosor.

Il giovane capitano, poco dopo colpito anche lui, morì. Ma non prima di aver dato l’ultimo bacio alla sua donna amata ormai perduta: in quel momento ecco apparire una stella, la più lucente di tutte. Così Bithia, località fenicia nei pressi di Nora, prese il nome di Chia.

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Fonte: Ogliastra News Gianmarco Cossu

Gairo, dopo due anni di interruzione a causa dell’epidemia da Covid 19, torna uno degli eventi più attesi del periodo carnevalesco ogliastrino, sicuramente il più conosciuto e frequentato in tema di carnevali tradizionali.

Il 18 febbraio, infatti, torna Su Marti Perra gairesu, organizzato dall’Associazione Culturale “Su Maimulu”, custode dell’omonima antica tradizione del centro ogliastrino.

Un ritorno che si annuncia in grande stile. Saranno dieci infatti, i gruppi mascherati provenienti da tutta l’isola che accompagneranno le figure tradizionali del carnevale gairese nel loro classico giro per le vie del paese e della raccolta dei prodotti culinari che i cittadini, nel rispetto della tradizione, appenderanno a finestre e balconi, affinché is maimulus debbano sforzarsi a raccoglierli e posizionarli all’interno del carretto di “Santu Nanì”.

L’evento avrà inizio alle 15.30, con arrivo nella piazza principale del paese intorno alle 18, dove avverrà la presentazione ufficiale dei gruppi e dove i gairesi, con l’aiuto di tutta la popolazione, offriranno le tradizionali sipulas ai presenti, a suggellare la classica ospitalità “a sa gairesa”. Speaker d’eccezione dell’evento, sarà la giornalista Sky Valentina Caruso, aiutata da figure della Pro Loco locale che racconteranno il territorio e la vecchia tradizione carnevalesca gairese.

Sarà inoltre possibile, per i visitatori, mangiare sia a pranzo che a cena, grazie agli stand degli “Amici de Su Maimulu”, a quelli delle Leve ’83 e ’93 e ai ristoratori locali: culurgiones, arrosti vari, salumi, orrubiolus, seadas e tanto altro.

Un’organizzazione possibile solo grazie all’aiuto di tutte le Associazioni del centro ogliastrino (Pro Loco, Società Sportiva, Gruppo Folk Sant’Elena Imperatrice, Gairo Vecchio nel Cuore), dell’Amministrazione Comunale e di tanti cittadini che, orgogliosi della vecchia tradizione de Su Marti Perra, Stanno aiutando ad allestire e aiuteranno a gestire un evento che si preannuncia molto frequentato.

La serata, di un evento da non perdere, sarà chiusa dai tradizionali balli sardi al suono dell’organetto di Simone Sirigu e delle launeddas e voce di Federica Lecca.

Un ritorno alla normalità dunque, con Gairo che per un giorno torna ad essere il centro d’Ogliastra: la capitale ogliastrina del carnevale tradizionale.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

La Nuoro romantica che pochi conoscono: ode all’amore, il giorno di San Valentino e non solo.

Come in una caccia al tesoro, per le vie strette della vecchia Nuoro, si scoprono poesie d’amore. Si tratta dell’installazione di Elio Moncelsi, un allestimento artistico-poetico dal nome “I passi dei ragazzi innamorati”, un percorso che scalda il cuore.

Le poesie sono infatti posizionate in quella che era la passeggiata delle coppie innamorate nuoresi, ripercorrendo un itinerario romantico d’altri tempi. Perché l’amore, si sa, è il carburante della vita.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis