Lo sapevate? La Grotta di San Giovanni a Domusnovas, è la cavità naturale transitabile su strada più grande del mondo.

Si trova nella Sardegna sud-occidentale nel comune di Domusnovas, un paese nel territorio del Sulcis-Iglesiente.

Si tratta di una una cavità carsica ed è una delle gallerie naturali più lunghe d’Europa. Sarebbe interamente percorribile su strada, un percorso asfaltato lungo ben 850 metri, voluto nel XIX secolo da un nobile che volle agevolare in tal modo il trasporto di materiale dalla vicina miniera di Sa Duchessa. Attualmente (e fortunatamente) la grotta non è più attraversabile con mezzi a motore. All’interno sono presenti delle bellissime concrezioni.

Di grotte simili ne esistono solo altre due in tutto il Mondo: una in Francia (la Grotte du Mas-d’Azil, nei Pirenei) e una in Australia (nel Grand Arch delle Jenolan Caves, a Oberon). La strada non è più aperta alle auto da quando, con provvedimento dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna, è stata riconosciuta monumento naturale e come tale sottoposta a vincolo per salvaguardarne l’ambiente e le concrezioni.

Attualmente è percorribile a piedi, grazie ad un moderno impianto di illuminazione, e attraversarla rimane un’esperienza indimenticabile, così come ricercatissime da arrampicatori sportivi provenienti da tutto il mondo sono le spettacolari pareti rocciose (tra le più dure al mondo, con alcune tra le vie più difficili) che ne sovrastano i due ingressi. Oltre alla cavità attraversata dalla strada, la grotta ha infatti altre diramazioni, accessibili solo agli speleologi, con gallerie, cunicoli, laghetti sotterranei e sifoni.

Il percorso praticabile dai visitatori inizia e finisce con due ingressi naturali monumentali (quello sud, per chi proviene dal paese, e quello nord che si affaccia sulla Valle di Oridda), accessi che nell’antichità erano fortificati da possenti mura preistoriche purtroppo demolite nell’800 in occasione della costruzione della strada (oggi ne sono visibili solo i resti). La Grotta di San Giovanni non è l’unica cavità naturale della zona: molto suggestive sono anche l’Abisso Paradiso e la Voragine della Rana, ben note agli speleologi.

Il nome le deriva dall’antica presenza al suo interno di una cappella medievale dedicata a San Giovanni, demolita per permettere il passaggio della strada.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Il complesso archeologico di S’arcu ‘e is Forros sarà visitabile per le giornate FAI di primavera, sabato 25 e domenica 26 marzo. Il sito sorge in territorio di Villagrande Strisaili alle porte dell’Ogliastra lungo la strada che la collega alla Barbagia, in un vasto territorio indicato in cartografia con il toponimo “Inter Abbas” per la presenza del Rio Baccu Alleri a Ovest e del Rio Iscra Abbatrula a Est.

Su un insediamento preesistente (età del bronzo medio 1500 – 1400 A.C.), composto da diverse capanne costruite senza un ordine preciso nella parte alta del colle, i nuragici costruirono un ampio villaggio santuario, con tre templi a megaron (1200 A.C), caratterizzati dalla pianta rettangolare, così insolita nell’architettura Nuragica, all’interno dei quali si praticavano dei culti che richiamavano numerose persone in occasione di feste e ricorrenze.

I grandi templi di S’Arcu ‘e is Forros sono inseriti nel tessuto di un ampio villaggio, in parte scavato, che ospita numerosi edifici che per le loro caratteristiche hanno permesso di chiarire la vocazione del sito. Determinante in tal senso la presenza di una struttura, che non trova confronti in Sardegna né altrove, interpretata come fornace per la fusione dei metalli. Questa e i numerosi ambienti sono riconducibili alla lavorazione dei metalli (delle vere e proprie officine).

Il sito di S’Arcu ‘e is Forros risulta essere, ad oggi, il più importante centro metallurgico della Sardegna Nuragica. I numerosi reperti rinvenuti rimandano a una vivace dinamica commerciale tra la Sardegna, il levante e la penisola e attestano l’intensità dei rapporti e dei traffici oltre che con l’area tirrenica anche con la Grecia e il Vicino Oriente, fornendo ulteriori prove che testimoniano la centralità della Sardegna, nei traffici e nella rotte da Oriente a Occidente. Testo scritto da Gruppo FAI Ogliastra.

VISITE A CURA DI: Apprendisti Ciceroni Iis “Leonardo da Vinci” di Lanusei, classi del Liceo Artistico, Liceo Classico seguiti dai docenti Giampietro Cabiddu e Anna Maria Fiori.

Orari: 09:30 – 12:30 / 15:30 – 17:30 (ultimo ingresso 16:30)
Turni di visita ogni 30 minuti. Durata visita 60 minuti.

 

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

Sardegna terra di longevità.

Oggi gli auguri più belli son tutti per Tziu Giovanni Bullita di Sestu che festeggia la bellezza di 102 anni.

Ringraziamo Pierino Vargiu per le informazioni e la foto.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

Il fenomeno del sequestro di persona in Sardegna a scopo di estorsione è stato registrato in particolare tra il 1971 e il 1996.

Ma quanti e quali sono stati precisamente i sequestri avvenuti in questo preciso lasso di tempo? Sebastiano Lai, nel suo “Il sequestro di persona in Sardegna. Dati per un’analisi del fenomeno” ce lo spiega molto bene.

Racconta “In Sardegna il primo sequestro viene datato 1477 e avrebbe avuto luogo nella Baronia di Posada. In ogni altra età se ne segnalano diverse manifestazioni. Ma soltanto a partire dagli anni Cinquanta del nostro secolo diventa un reato dominante nel quadro della criminalità isolana”.

Dal 1971 al 1996, quindi, si sono verificati nell’Isola 176 casi di sequestro ( o di tentato sequestro) di cui il Lai riferisce questi dati:

  • 105 le persone sequestrate
  • 14 le persone sequestrate insieme a un altro ostaggio ( di solito un familiare)
  • 42 le persone che hanno subito un tentato sequestro
  • 15 gli emissari che si sono adoperati per il rilascio dell’ostaggio

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La natura è un artista inimitabile che regala sorprese inaspettate.

A tal proposito nel territorio di Ussassai, nella zona di Niala, si trova una cavità carsica chiamata la “Grotta della Madonna”.

Infatti deve il nome alla scultura naturale realizzata dall’acqua, che appare al visitatore quando entra in questo ambiente sotterraneo: forme e linee che ricordano una “madonna con il bambino”.

La natura ha regalato questa “opera” che ricorda i famosi ritratti sacri realizzati dai grandi pittori e scultori del passato.

Non c’è bisogno di molta fantasia e di ricorrere al fenomeno istintivo, conosciuto come pareidolia – cioè la tendenza a vedere forme ed oggetti riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano -, perché la somiglianza con la “madonna”, appare davvero palese.

 

Nella grotta non mancano le stalattiti e le stalagmiti e concrezioni molto suggestive e non manca neanche la fauna.

Ringraziamo per la segnalazione e le immagini, Giovanni Deplano di Ussassai che ha voluto far conoscere questa cavità naturale così particolare e affascinante del proprio paese.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Una scena insolita nella spiaggia di Porto Frailis ad Arbatax.

Un maestoso esemplare di muflone si è concesso, una rapida corsa nel suggestivo arenile ogliastrino.

Con il suo portamento elegante ha passeggiato velocemente sulla riva del mare, prima di lanciarsi con un balzo sulle scalette che portano alle scale e guadagnare rapidamente qualche zona alberata del promontorio che incornicia la zona.

Ecco il suggestivo video realizzato qualche tempo fa.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La Sardegna, come la maggior parte dei territori isolati, presenta spesso delle specie animali caratterizzate da taglie più ridotte rispetto ai parenti più prossimi “continentali”.

Questo fatto è vero per specie ancora oggi esistenti, come il cervo sardo e la volpe sarda. Recentemente però è stata scoperta l’esistenza di una specie preistorica, oggi estinta, che si può considerare come una delle più grandi mai vissute della sua famiglia.

Nel Pleistocene superiore (all’incirca tra i 70mila e i 10mila anni fa) viveva infatti nell’Isola la lontra gigante sarda (Megalenhydris barbaricina), una lontra le cui dimensioni erano con ogni probabilità superiori a quelle del mustelide più grande dei nostri giorni, la lontra gigante del Brasile (Pteronura brasiliensis), che può raggiungere anche i due metri di lunghezza e i 30 kg di peso.

Pteronura brasiliensis – zoo di Brasilia

Un carnivoro di tutto rispetto quello isolano, che a differenza del mustelide sudamericano non sarebbe appartenuto al genere Pteronura ma a quello dei Lutrini, di cui fanno parte le attuali lontre europee.

I resti sono stati rinvenuti nel 1987 nella celebre grotta di Ispinigoli, territorio di Dorgali. I fossili sono oggi esposti nel Museo Archeologico di Nuoro. La grande mandibola, nota agli studiosi, ha fatto capire bene le dimensioni dell’animale, che poteva superare anche i due metri di lunghezza.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

 

 

 

La Sardegna si dimostra ancora una volta uno scrigno della botanica, capace di custodire al suo interno rari tesori naturali, in un tripudio di biodiversità.

Il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale qualche tempo fa, in collaborazione con Forestas, ha censito 410 “alberi monumentali” che possono essere definiti tali, secondo i criteri stabilito dal decreto interministeriale del 23 ottobre 2014, seguito alla legge n. 10 del 14 Gennaio 2013 che ne ha istituito l’Elenco nazionale. Un vero e proprio record nazionale, con inoltre 285 esemplari inseriti nella lista degli alberi monumentali d’Italia stilata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dove potrebbero ben presto trovare posto gli altri 115.

Possiamo definire quindi la nostra isola la “Terra degli Alberi Monumentali”, dove sono state censite 65 specie diverse, nelle quali prevalgono il leccio con 81 esemplari. L’Ogliastra vanta 130 alberi, oltre un quarto, ed è la zona con il maggior numero di questi monumenti naturali, rientranti nella lista per il particolare interesse: paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.

Già nel libro di Siro Vannelli del 1989 “I grandi alberi della Sardegna”, era stato fatto uno studio in materia, nella cui copertina appariva maestoso “S’Iligi ‘e Canali”, il famoso leccio secolare di Seui.

Proprio il paese montano, risulta essere il Comune sardo con il maggior numero di esemplari – ben 30 – presenti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali. Ogni anno l’Associazione Seuesi a Cagliari e nel Mondo Onlus, organizza l’escursione che ogni anno porta a “s’Iligi ‘e Canali”, il “patriarca” di oltre 600 anni, posto al confine della Foresta di Montarbu. Da anni organizzata dal sodalizio con sede a Cagliari, ha visto anche l’apposizione di una targa ai piedi del leccio seuese per antonomasia, dedicata alla guardia campestre Giuseppe Carboni che salvò l’albero dall’abbattimento abusivo negli anni ’40 ad opera di una ditta appaltatrice di deforestazione.

Una strenua e nobile difesa quella di Carboni, con nottate passate sotto le fronde del maestoso leccio alto oltre 30 metri, grazie alla quale possiamo ammirare ancora questo “gigante verde”.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Una laurea in Psicopedagogia conseguita a Roma, un ritorno nella cittadina natale di Bari Sardo, molti lavori inerenti al suo campo di studi – sebbene in cuor suo l’arte fosse sempre presente, ma ci arriveremo – e poi la svolta: Angela Maria Casu è un’artista e la creatività non si può fermare, non si può imbrigliare, chiede spazio e tempo.

«Le mie radici sarde sono state sempre profonde» racconta, alludendo al ritorno nell’Isola. «Ho un rapporto autentico e vero con la mia terra. Ogni volta che parto per un viaggio non vedo l’ora di rientrare, di risentire il profumo unico del suo mare intriso di Mirto, di Lentischio, di Cisto e Corbezzolo. Sì, mi sento fortemente legata alla Sardegna come una figlia al cordone ombelicale e mi adagio nel suo dolce ventre.»

Il Laboratorio di Angiuca – che si occupa interamente di artigianato sardo – nasce proprio così, dal desiderio, in età adulta, di non mettere freni a quella passione che Angela sentiva battere in petto. Sì, inizia piano, in punta di piedi – con la prima mostra che la destabilizza, oltre che emozionarla –, ma poi l’apprezzamento del pubblico la convince a mettere tutta se stessa nelle sue creazioni.

«L’artigianato, a mio parere, non può avere solo un orientamento geografico. L’artigiano vive nel mondo e da esso trae la sua ispirazione per creare. Anche io nel mio piccolo laboratorio ho la finestra aperta su quello che accade intorno a me e lontano da me» chiarisce. «Sono comunque una persona con il suo bagaglio culturale che cerca di realizzare oggetti partendo dalle tradizioni sarde, che fanno parte delle mie radici, arricchendoli di design moderni perché vivo nell’epoca attuale. Ho scelto di chiamarmi Angiuca perché era il nome di mia nonna materna, una donna molto conosciuta e apprezzata per il suo “saper fare”,» spiega «cuciva, ricamava, aveva una piccola biblioteca dei grandi classici (una rarità per l’epoca) e amava generosamente trasmettere le sue conoscenze.»

La vena artistica le arriva direttamente dalla madre Nida – spiega Angela – che è stata allieva nientepopodimeno della grandissima artista di fama internazionale Maria Lai.

«Fin da quando ero bimba ho avuto la grande fortuna di conoscere “Lola” (alias Maria Lai), perché frequentava la nostra casa. I nostri incontri erano sempre stimolanti, creativi e molto ricchi di affetto. Spesso si incuriosiva e mi dava consigli su come realizzare le piccole cose che fin da allora creavo. Era una donna speciale e semplice che amava tutto ciò che si poteva esprimere con il pensiero attraverso le mani. Quando poi diventai più grande, mi chiese di realizzare più volte alcune piccole creazioni che poi utilizzava per le sue meravigliose opere d’arte. Con il tempo ho fatto tesoro di tutti i suoi consigli e li ho elaborati nella mia attività creativa: avevo sempre in mente gli insegnamenti preziosi di mia madre e il suo grande sapere di artigiana.»

Con questo bagaglio di esperienze crea, nel 2019, il suo angolo di mondo artistico: «L’Atelier è dedicato allo studio e alla realizzazione di nuove creazioni e ha rappresentato un punto di svolta, aprendo il progetto all’elaborazione di prodotti realizzati a mano e finalizzati a innovare usi e materiali ecologici con il contributo significativo di attività di design e creatività.»

Particolare l’attenzione all’ambiente: «I tessuti delle mie creazioni sono naturali o riciclati come la juta, la canapa, il lino, la lana e il cotone organico. Le tinture sono ottenute da coloranti vegetali della flora spontanea sarda. Si sperimentano anche nuovi materiali in grado di sposare le mode attuali. Si producono con metodo artigianale oggetti tradizionali ma riadattati in chiave moderna: bambole in juta, stoffe colorate con tinture naturali e tessuti tipici dei costumi tradizionali della Sardegna (broccati, orbace, merletti), complementi d’arredo per la casa e accessori, per un ricco catalogo dove una tradizione artigianale antica s’incontra con l’unicità di una creatività e di una sensibilità artistica moderne.»

Un bisogno: ecco cos’è il creare per Angela, che dà energia e appaga l’anima: «Sono un’amante della natura che mi circonda, ogni piccolo particolare mi attrae. Faccio tante camminate e mi immergo con tutto il mio essere in luoghi dove regna il silenzio acuto della nostra storia archeologica. Al rientro ho sempre desiderio di creare qualcosa che mi ricorda una sensazione, un colore, un profumo, la sensazione che ho provato. Quando creo, entro in un’altra dimensione, mi sento felice e appagata. A volte la mente vaga per giorni fino a quando non porto a termine la creazione» conclude.

«La sensazione più bella è quando una persona a te sconosciuta sceglie un oggetto che hai elaborato perché gli trasmette un’emozione o un sentimento.»

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

La Sardegna è una delle isole più grandi del mar Mediterraneo.

All’interno dei suoi 24.000 km quadrati, come ben sappiamo, ci sono notevoli differenze: si parlano lingue e varianti di lingua differenti, molte usanze e tradizioni cambiano, così come lo spazio fisico e altri elementi.

Se la Sardegna fosse uno Stato sarebbe sicuramente divisa in regioni. Qualcuno userebbe le attuali province, altri suggerirebbero una divisione differente, ovvero quella delle subregioni, anche dette regioni storiche.

In questa mappa della RAS ne sono state individuate 35 e con ogni probabilità la divisione è quella più corretta che si trova in rete.

Le elenchiamo tutte partendo da nord a Sud a partire dalle quattro province storiche (Sassari, Nuoro, Oristano e Cagliari):

SASSARI: Nurra, Sassarese, Romangia, Anglona, Gallura, Montacuto, Villanova, Goceano, Villanova e Meilogu;

NUORO: Planargia, Marghine, Nuorese, Baronie, Barbagia di Ollolai, Mandrolisai, Barbagia di Belvì, Barbagia di Seui, Ogliastra;

ORISTANO: Montiferru, Valle del Tirso, Barigadu, Campidano di Oristano, Usellus;

CAGLIARI: Sulcis, Iglesiente, Campidano, Campidano di Cagliari, Caputerra, Marmilla, Trexenta, Sarcidano, Parteolla, Gerrei, Sarrabus e Quirra.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis