Il Covid-19 arretra in Sardegna. Anche oggi numeri che parlano chiaro: 42 casi di positività su 1010 persone testate. Fra molecolari e antigienici, processati 1261 tamponi. Scendono anche i ricoveri, sia quelli ordinari che in terapia intensiva. Unico neo, purtroppo, le due vittime.

Insomma, la variante Delta sembra ormai ai titoli di coda, come confermato anche dal direttore sanitario del Santissima Trinità Sergio Marracini. “Alcune settimane fa eravamo preoccupati che l’apertura delle scuole potesse determinare un aumento dei casi di positività in Sardegna, ma così non è stato. Contro il virus stiamo vincendo nettamente”.

Certo, le scuole sarde nell’Isola hanno aperto da appena una settimana, ma rispetto all’anno scorso l’arma in più del vaccino potrebbe fare una certa differenza, unitamente alle note misure di distanziamento e protezione in classe. “I giovani hanno manifestato un’adesione altissima. Direi che si sono dimostrati più intelligenti di certi adulti”, le parole di Marracini, che certamente allude allo zoccolo duro, 50-60enni, di resistenti al vaccino.

Ora la Sardegna, come riportato dall’Ansa, ha raggiunto quota 1.109.435 di persone che hanno completato il ciclo vaccinale (1.065.428 con doppia dose e 44.007 monodose), pari al 69,4% della popolazione complessiva (circa 1,6 milioni) e all’86,8% dell’obiettivo di copertura vaccinale over 12. Complessivamente le somministrazioni arrivano, invece, a 2.289.017 dall’inizio della campagna, ossia l’89% delle 2.571.988 consegnate dalla struttura commissariale.

Una strizzata d’occhio dal direttore di Is Mirrionis è andata di certo al successo dell’Open Night & Day di sabato scorso in piazza Garibaldi, in contemporanea con la manifestazione dei “No green pass” di piazza Costituzione. “I ‘no vax’ sono sempre meno e molti si sono ormai sottoposti al vaccino, anche fra i sanitari, precedentemente sospesi”.

E intanto in Sardegna sarà necessario attendere qualche giorno per l’avvio della terza dose di vaccino anti-Covid. Destinatari, come riportato dal sito di informazione Ansa, 20-25mila immunodepressi, coinvolti in questa prima fase che prevede l’inoculazione della dose addizionale con Pfizer o Moderna. “Questa terza dose può essere una copertura più forte, vista la solidità dei nuovi vaccini”.

L’assessorato regionale della Sanità sta definendo le linee guida per organizzare al meglio questa fase che interesserà più che altro le Aou di Cagliari e Sassari e l’Arnas Brotzu che hanno in carico la maggioranza dei pazienti fragili. “Già dalla settimana prossima siamo pronti a partire”, conferma Marracini.

E se finora l’asticella dell’età vaccinabile era fissata ai 12 anni, ora Pfizer e BioNTech annunciano risultati positivi della sperimentazione del vaccino anti Covid-19 nei bambini tra 5 e 11 anni. Possibile, dunque, già dal prossimo autunno, la vaccinazione anche per gli under 12 ? “Se si dovesse iniziare noi siamo pronti a partire, rafforzando la nostra disponibilità di pediatri”.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Giulia Melis ha 19 anni e un sogno nel cuore: quello di far parlare la sua musica, la passione più grande sin da quando era bambina. Studentessa universitaria, quartese, è una delle tante belle nuovi voci di Sardegna che vuole impreziosire il panorama degli artisti nostrani. Ora, con grande emozione, per venerdì 24 settembre attende il suo primo traguardo: l’uscita sulle piattaforme digitali del suo brano “Orgoglio Maledetto”.

Come la quasi coetanea ballerina Carola Puddu, da Selargius al palco di “Amici” per la 21esima edizione, anche Giulia vuole coltivare il suo talento canoro. Per una futura carriera, sì, ma prima di tutto per se stessa e per dare un messaggio agli altri. “Il mio sogno è far parlare per me la mia musica. Vorrei tanto che chi ascolta possa ritrovarsi nelle mie parole e sentirsi capito”.

Una passione, quella per le note, sviluppata da Giulia quasi prima di venire al mondo. “Quando mia madre era incinta e faceva dei viaggi in macchina con mio padre, la maggior parte delle volte ascoltavano “All the way”, un cd di Céline Dion. Quando ero piccola chiedevo sempre di ascoltare quell’album, che oltretutto cantavo a squarciagola, perché ci ero legata in un modo davvero particolare e speciale. Ora è uno dei modelli di riferimento”.

Ma la passione da sola certamente non basta e Giulia sin da bambina ha coltivato la musica con grande diligenza, grazie al coro della chiesa e agli anni delle superiori nel coro Clara Voce, uniti al biennio alla scuola civica di Quartu e allo studio costante di chitarra, ukulele e pianola. Ma le note, per la 19enne, sono qualcosa di più di una semplice esibizione sul palco: per Giulia la musica è un luogo magico in cui trovare pace e rifugio. E, come per lei, spera che così sia anche per gli altri che ascoltano.

Tante esperienze, piccole e grandi allo stesso tempo, fatte di sacrifici alimentate dalla passione, che ora arrivano al primo e importante traguardo, quello del 24 settembre. “‘Orgoglio Maledetto’ rappresenta un “pezzo di me” perché letteralmente è parte del mio vissuto, del mio cuore e del mio carattere. Una canzone che descrive una situazione d’orgoglio in cui tutti noi ci siamo ritrovati o ci ritroveremo almeno una volta nella vita”.

Da Giulia, poi, la dedica “a una persona speciale e importante, il prodotto di un momento ‘no’ vissuto e superato insieme”.

Per Giulia allora l’emozione è tanta in vista di venerdì. Ma la giovanissima quartese sa bene che questo può essere solo l’inizio di un percorso ancora più ricco e carico di soddisfazioni. “In futuro vorrei riuscire a pubblicare altre mie canzoni. Partecipare a qualche talent o kermesse? Perché no. Anche se il mondo della musica è molto difficile, spero comunque di riuscirci. D’altronde, io non sono una che si dà per vinta. Ci proverò sino all’ultimo”.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Filippo Tortu continua a stupire.

Il velocista sardo-lombardo, protagonista nella storica staffetta 4×100 a Tokyo 2020, inizia a fare la voce grossa anche nei 200 metri.

Nella tappa di Nairobi del Gold Continental Tour di atletica ha fermato il tempo a 20″11′. È il suo miglior tempo e uno dei migliori di sempre per quanto riguarda l’Italia. Solo Pietro Mennea, detentore dal 1979 del record italiano e record mondiale fino al 1996, è riuscito a fare meglio di lui con il cronometro bloccato a 19″79′.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Adelasia Cocco nasce nel 1885. È un tempo difficile per le donne. La credenza generale è che non siano molto intelligenti, brillanti, che non possano assolutamente coronare la propria vita con una laurea, che non sia giusto che distolgano la propria mente dalle cose importanti – matrimonio e figli – in favore di traguardi considerati, se visti brillare accanto ai loro nomi, come grilli per la testa, cose da maschi.

Ma Adelasia – figlia dell’intellettuale Salvatore Cocco, poeta-narratore e collaboratore di diversi giornali – non ci sta.

Nel 1913 si laurea in Medicina – è la seconda donna in Sardegna, dopo Paola Satta – a Sassari con una tesi sul potere analitico del siero di sangue come contributo alle reazioni immunitarie. Niente può fermarla, il suo ardore fiammeggia in un cuore carico. Lei va dritta per la sua strada, non dubita nemmeno per un momento di non essere abbastanza, di non poter coronare i propri sogni. Conosce il suo valore e anche quello del pezzo di carta – attestante le sue competenze – che è esattamente uguale a quello posseduto da qualsiasi uomo laureato in medicina.

Nel 1914 presenta la domanda per diventare Medico Condotto in Barbagia. Il prefetto di Nuoro, imbarazzato, si rifiuta persino di firmare il foglio. Mai nessuno, prima di questa donna spudorata, si era permesso di avanzare una richiesta simile. Però i consiglieri comunali nuoresi le assegnano un posto. Ottiene poi nel 1915, malgrado le difficoltà – non è facile cercare di convincere un mondo intero plagiato –, anche l’incarico di Medico Condotto in un paesino di 400 abitanti, Lollove. Non ci sono cavilli cui potersi attaccare per non dare il lavoro a questa donna arguta, forte, coraggiosa.

Alla fine, nonostante abbia più volte ribadito la difficoltà degli inizi della sua carriera, riesce a farsi amare alla popolazione, stimare come medico, apprezzare e rispettare come professionista. È una missione, per lei, una missione che la anima, che la sconvolge e che la ispira. Adelasia diventa quindi il primo Medico Condotto in Italia, inoltre è la prima donna in Sardegna a prendere la patente nel 1919 – per potersi spostare più agevolmente, più velocemente e senza intoppi.

Nel 1928 diviene anche Ufficiale Sanitario a Nuoro. Nel 1935 è a capo del laboratorio medico provinciale d’igiene e profilassi. Negli anni successivi, si dedica agli studi microbiologici: si occupa di rabbia, malaria, enteriti. È attiva anche nell’Associazione Nazionale Italiana delle Dottoresse in Medicina e Chirurgia – oggi Associazione Donne Medico. Muore nel 1983, a 98 anni.

Purtroppo, la nostra isola la ricorda poco. Solo a Nuoro, vicino alla Cattedrale di Santa Maria della Neve, c’è una strada che ricorda il nome di questa donna straordinaria, una donna che combatté per i propri diritti, che fu certa del suo valore, che non accettò d’essere relegata ai margini della società. Una donna medico che contribuì al progresso del mondo e all’ingresso delle donne nell’istruzione e nel campo della medicina.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

In posizione centrale rispetto all’Isola, nel cuore del Supramonte, quasi a separare i territori di Orgosolo e Urzulei, trova spazio lo spettacolare canyon di Su Gorropu, splendida faglia definita dallo scorrere impetuoso del Rio Flumineddu. Apprezzatissima meta di escursionisti e semplici curiosi, stranieri e sardi, la gola si snoda per circa 1,5 km, e si fregia dell’onore di essere definita la più profonda e suggestiva di tutta Europa.

Una location tanto pittoresca è inevitabilmente divenuta teatro di oscuri misteri, oltreché dimora presunta di creature leggendarie. In tal senso, il forte vento che soffia e risuona tra le rocciose pareti a strapiombo ha senz’altro completato un quadro già di per sé inquietante. Un vento capace di sbattere contro le frastagliate pareti in pietra interi stormi di uccelli, spesso uccidendoli.

Nel tempo, una delle più celebri e spaventose figure legate alla zona, è divenuta Sa mama e Gorropu, una creatura orrida e assassina che avrebbe trovato dimora nel buio del canyon. Un mostro non ben definito, forse uno dei temibili druillos, che con i più celebri trolls nordici avrebbero parecchio in comune. Altro terribile abitatore di Su Gorropu sarebbe secondo altri nientemeno che il Diavolo, cui spesso gli abitanti della zona si sarebbero rivolti per ottenere ricchezze terrene in cambio della propria anima.

Non meno suggestivo è uno dei racconti fatti a proposito del canyon dagli anziani abitanti di Orgosolo e dintorni, secondo i quali da un certo punto di Su Gorropu – e a un’ora ben precisa – sarebbe possibile vedere le stelle di giorno. Va detto che non esistono dati scientifici a supporto di questa teoria, ma in tanti sono disposti a giurare di averle viste in prima persona.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Iniziano ad arrivare le prime reazioni alla notizia dello sblocco di alcuni collegamenti marittimi sospesi della Sardegna da e per la Penisola.

Soddisfazione per l’affidamento da parte del Ministero delle Infrastrutture della tratta Cagliari- Arbatax- Civitavecchia è stata espressa dall’assessore regionale dei Trasporti Giorgio Todde.

“L’assegnazione, anche se in regime temporaneo per sei mesi in attesa del bando per l’affidamento quinquennale, costituisce una preziosa boccata d’ossigeno per territori del cagliaritano e dell’Ogliastra e scongiura il rischio di un inaccettabile isolamento, per i passeggeri e le merci”.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

«Samuele Stochino era un sottufficiale nell’altra guerra, decorato con medaglia d’argento al valore militare, umano e mite. Il bandito Stochino fu poi un’altra personalità, non più il sergente Stochino, ma un’altra coscienza, non sua, venuta dal di fuori, dalle lontane tenebre di un mondo bestiale ed estranee alla sua infanzia e giovinezza».

Questo è un passo del discorso sulla criminalità in Sardegna di Emilio Lussu, Senatore della Repubblica, tenuto a Palazzo Madama nel dicembre del ’53. Viene fatto riferimento a Samuele Stochino, deceduto venticinque anni prima nel febbraio del 1928.

Ufficialmente la morte di Stochino viene fatta risalire all’alba del 20 febbraio nella località “S’Orgiola ‘e sa Perda” nell’agro di Ulassai, dal verbale dei carabinieri. Questo descrive, con dovizia di particolari, il conflitto a fuoco nel quale sarebbe caduto il bandito ogliastrino.

Ma oggi si può affermare che Samuele Stochino era già deceduto quando finì nelle mani delle forze dell’ordine, e venne inscenata la morte a causa del conflitto a fuoco con il vilipendio del cadavere.

Una prima autopsia molto sommaria sul corpo del sergente della Prima Guerra Mondiale venne eseguita nel cimitero di Gairo, poi l’uomo venne seppellito nello stesso luogo. Due giorni dopo la salma, su disposizione della magistratura, fu riesumata e trasportata a Cagliari dove all’ospedale civile San Giovanni di Dio venne fatta un’autopsia più accurata.

L’esito dell’esame medico legale non lasciò dubbi: la morte di Samuele Stochino non era avvenuta secondo quando scritto nel verbale delle forze dell’ordine, già molto confuso in alcuni passi. Un falso architettato dalle alte sfere del regime fascista o semplicemente creato per poter intascare la taglia dell’ex sergente?

Solo due settimane dopo, la mattina del 6 Marzo del 1928, venne data sepoltura a Stochino nel cimitero di Bonaria a Cagliari. Le tombe dei morti degli anni ’20 che si trovavano in quella zona del cimitero oggi sono vuote, le ossa sono state traslate nell’ossario dell’altro camposanto del capoluogo sardo, nella zona di San Michele.

Nel Museo Anatomico della Cittadella Universitaria di Monserrato, nella sezione di Citomorfologia, nel Dipartimento di Scienze Biomediche, è esposto in una vetrina quello che dovrebbe essere il dito dissecato di Samuele Stochino. Precisamente nella vetrina B, terzo ripiano alto, in un contenitore in una preparazione anatomica dove è riportata una scritta su una carta ingiallita dal tempo che riporta: “Dito del famigerato brigante Stocchino – errore solo con una c (ndr) – ucciso e dissecato in questo istituto anatomico”.

Sullo stesso ripiano a fianco è presente un’altra preparazione anatomica di un viso, priva della calotta cranica attribuita ad un certo “bandito Deiana”.

Non vogliamo entrare in discorsi scientifici e sull’opportunità o meno di esporre queste preparazioni anatomiche, e sull’autenticità di queste, anche se è doveroso sottolineare che nell’area non è possibile scattare delle fotografie. Possiamo solo ipotizzare, nel caso di Stochino, che continuò il vilipendio del cadavere anche dopo l’autopsia cagliaritana, oltre il finto conflitto a fuoco dove le pallottole avevano attraversato un corpo ormai freddo.

Samuele Stochino morì diciotto giorni dopo aver commesso l’orrendo omicidio della più piccola delle figlie di uno dei sui odiati nemici, un raptus di follia ingiustificabile che ne ha macchiato per sempre la memoria. Si afferma che, dopo il brutale assassinio, si sia subito reso conto del terribile gesto, e in breve tempo le sue condizioni di salute siano rapidamente peggiorate, quasi se in quel momento avesse iniziato a porre fine anche alla sua esistenza.

«Spesso è un imputato, per falsi indizi, per malvagità dei nemici, per un vuoto nel senso di responsabilità dell’autorità inquirente. Spesso è un innocente che si butta alla macchia perché gli manca la fiducia nella giustizia».

Un altro passo del discorso di Emilio Lussu a Palazzo Madama nel dicembre del 1953, leggendario Capitano della Brigata Sassari nella Grande Guerra e affidabile testimone dei suoi tempi.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Una foto scattata a Tortolì negli anni Cinquanta, che ritrae i clienti in attesa del proprio turno davanti al salone del barbiere del paese, in via Eleonora d’Arborea angolo via Umberto.

Si notano le panche in granito a tutt’oggi presenti.

La foto è stata gentilmente inviata da Massimo R. Mulas.

Invia anche tu le foto più belle del passato ogliastrino alla mail redazione@vistanet.it (indicando il nome del fotografo e del luogo immortalato)

 

L’articolo Come eravamo. Tortolì anni Cinquanta: clienti in attesa del turno dal barbiere proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

«Perché vuole emigrare?» – «Perché non c’è lavoro». Una domanda semplicissima, quella rivolta dal giornalista e una risposta semplicissima, quella dei sardi che negli anni’60 si apprestavano a lasciare l’Isola in cerca di fortuna.

In realtà queste interviste realizzate dalla Rai nei primi anni ’60 sono un piccolo spaccato di un fenomeno gigantesco che nel secondo Dopoguerra riguardò quasi 200mila persone.

Francia, Germania, Belgio le mete prescelte dagli intervistati. «Chi lascia qui?» chiede infine il cronista. «Eh…Lascio tutti. la mia famiglia, mio padre, mia madre mia sorella» risponde un ragazzo non senza tradire emozione.

L’articolo (VIDEO) Anni ’60, le interviste ai sardi che emigravano in Francia e in Germania: “Qui non c’è lavoro” proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro della salute Roberto Speranza, del Ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando e del Ministro della giustizia Marta Cartabia, ha approvato un decreto-legge che introduce a partire dal 15 ottobre misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening.

Di seguito le principali previsioni.

LAVORO PUBBLICO

Sono tenuti a essere in possesso dei Certificati Verdi i lavoratori dipendenti delle Amministrazioni pubbliche.

L’obbligo riguarda inoltre il personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice.

Inoltre l’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa (o formativa, come per esempio gli stagisti) presso le pubbliche amministrazioni.

L’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, il Certificato Verde è necessario per accedere ai luoghi di lavoro delle strutture prima elencate.

I controlli e chi li effettua

Sono i datori di lavoro ad essere tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Le sanzioni

Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del Green Pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione Verde; dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e la retribuzione non è dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

Per coloro che sono colti senza la Certificazione sul luogo di lavoro è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari. Per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.

Organi costituzionali

Le disposizioni per il lavoro pubblico si applicano anche ai soggetti titolari di cariche elettive. Il decreto rimette agli organi costituzionali la decisione relativa all’applicazione della disciplina in materia di Certificazioni Verdi.

LAVORO PRIVATO

Sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta i Certificati Verdi coloro che svolgano attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato.

L’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, il Certificato Verde è necessario per accedere ai luoghi di lavoro.

I controlli e chi li effettua

Come per il lavoro pubblico, anche per quello privato dipendente sono i datori di lavoro ad essere tenuti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Le sanzioni

Il decreto prevede che il personale dipendente ha l’obbligo del Green Pass e, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è sospeso. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

È prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro per i lavoratori che abbiano avuto accesso violando l’obbligo di Green Pass, per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.

Per le aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del Green Pass, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata del contratto del sostituto e non oltre dieci giorni.

Tamponi calmierati

Il decreto prevede l’obbligo alle farmacie di somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto, secondo quanto previsto dal protocollo d’intesa siglato dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 d’intesa con il Ministro della salute. L’obbligo è per quelle farmacie che sono nelle condizioni di aderire al protocollo.

Le nuove norme prevedono inoltre la gratuità dei tamponi per coloro che sono stati esentati dalla vaccinazione.

Tribunali

Il personale amministrativo e i magistrati sono tenuti, per l’accesso agli uffici giudiziari, al possesso e all’esibizione delle Certificazioni Verdi. Al fine di consentire il pieno svolgimento dei procedimenti, l’obbligo non si estende ai soggetti esterni all’amministrazione della Giustizia.

Revisione misure di distanziamento

Il Consiglio dei Ministri, in ragione dell’estensione dell’obbligo di Green Pass e dell’andamento della campagna vaccinale, ha deciso che entro il 30 settembre il Comitato tecnico-scientifico esprime un parere in merito alle condizioni di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative. La rivalutazione sarà propedeutica all’adozione degli immediatamente successivi provvedimenti.

Sostegno allo sport di base

Il provvedimento interviene, vista la grave crisi che continua ad attraversare il settore sportivo a causa dell’emergenza pandemica, anche sul settore sportivo. Grazie al riversamento al Fondo unico, in particolare, si destinano specifiche le risorse che potranno essere utilizzate a: sostenere la maternità delle atlete non professioniste,
garantire il diritto all’esercizio della pratica sportiva quale insopprimibile forma di svolgimento della personalità del minore, incentivare l’avviamento all’esercizio della pratica sportiva delle persone disabili mediante l’uso di ausili per lo sport.

Inoltre con il riversamento al Fondo per il rilancio del Sistema Sportivo Nazionale, le risorse potranno essere destinate ad assicurare un ulteriore sostegno all’attività sportiva di base, anche attraverso finanziamenti a fondo perduto da attribuire alle associazioni e società sportive dilettantistiche.

L’articolo Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori dal 15 ottobre: le misure adottate dal Governo proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis