Sono uno dei piatti più rappresentativi della gastronomia sarda. I culurgiones, nati in Ogliastra e poi diffusi in tutta la Sardegna con ricette diverse tra loro, sono parte integrante della storia dell’isola e si attesta l’esistenza di questo piatto già nel Medioevo.

 

Essendo così diffuso, questo gustoso primo piatto a base di patate, pecorino e menta, è circondato da miti, leggende e curiosità. Eccone cinque che difficilmente conoscerete.

  1. A Ulàssai, comune dell’entroterra ogliastrino, ma anche in altre zone, i culurgiones venivano preparati e mangiati solo ed esclusivamente per il 2 novembre, giornata di commemorazione dei defunti. Questa tradizione era in vigore fino agli anni ’60. Secondo la tradizione i culurgiones fungono anche da amuleto per proteggere le famiglie dai lutti.
  2. La forma classica a “Sa spighitta“, nasce proprio per propiziare il nuovo raccolto del grano, materia prima che serve proprio alla loro creazione.
  3. I Culurgiones sono uno dei pochi tipi di pasta italiana, insieme ai “Cappellacci di Zucca” alla Pasta di Gragnano ai Pizzoccheri della Valtellina e ai Maccheroncini di Campofilone ad avere il marchio Igp (Indicazione geografica tipica);
  4. L’utilizzo di patate nel ripieno risale all’800 quando, grazie al clima favorevole tipico della montagna prese piede in Ogliastra e in Barbagia la coltivazione delle patate. Quindi se il formato di pasta risale a molti secoli fa, il piatto per come lo conosciamo ora, è sicuramente più giovane;
  5. A Baunei i culurgiones non hanno la classica forma a spighitta, ma sono rettangolari, più simili ai ravioli ma molto più grandi e ripieni.

 

Culurgiones di Baunei - Foto Cuochina d'Ogliastra

Culurgiones di Baunei – Foto Cuochina d’Ogliastra

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Partita che inizia tra gli applausi e finisce con i fischi. I veneziani hanno difficoltà a trovare spazi, e il Cagliari nel primo tempo va in vantaggio e difende bene la propria area. Nella ripresa il Cagliari resiste e mantiene la porta intatta fino al 90’, è di Busio la beffa che sigla il gol del pareggio.

Primo tempo. Le due squadre si studiano e si affrontano nella mediana, cercando di conquistare il campo. Per ora sono i rossoblù as avere la meglio, costringendo gli ospiti nella propria metà campo. Diversi i tentativi dei rossoblu, per portarsi subito in vantaggio, al 15’ calcia Deiola dalla distanza, ma è preda facile per Maenpaa. La Curva Nord non smette di dare la carica alla squadra, che sembra, oggi, non voglia deludere i propri tifosi. Al 18’ arriva il tanto atteso vantaggio del Cagliari e l’Unipol Domus diventa una bolgia. L’entusiasmo è a mille. Ha segnato di testa Keità Balde su assist di Caceres. Bella l’azione costruita dai ragazzi di Mazzarri.
Primi due gialli del match: Nandez e il capitano avversario Ceccaroni. Al 26’ sfuma l’occasione per il Venezia con Cragno reattivo su una palla di Johnsen. Ammonito anche Kiyine per gioco pericoloso su Strootman. Pallonata in faccia per Aramu, gioco fermo per qualche istante. Calano i ritmi in campo, ma è il Cagliari a gestire il match. Al 38’ occasione del raddoppio andata in fumo per i padroni di casa: Marin sbaglia e la sua palla rasoterra si schianta sul palo. Viene concesso un minuto di recupero.

Secondo tempo. Doppio cambio per Zanetti: fuori Okereke e Kiyine per Henry e Crnigoj. Il Cagliari non vuole fermarsi a un solo gol e vuole chiudere subito il match, ma Keita solo davanti alla porta non arriva in tempo sul cross di Nandez e sfuma così il raddoppio rossoblu. Giallo anche per Strootman e Ampadu, prontamente sostituito da Zanetti che prova a ricostruire la squadra: dentro al suo posto Vacca. Scintille tra Deiola e Busio, Volpi riporta subito la calma. Il Venezia non dorme e cerca di sfruttare le distrazioni della difesa sarda per accorciare le distanze, ma Cragno è difficile trovarlo impreparato, riuscendo a mantenere la porta intatta. Doppio cambio per Mazzarri: fuori Keità e dentro Pavoletti. Keita esce tra gli applausi del pubblico e la gioia dei più piccoli. Ammonito prima
Johnses per simulazione e poi anche Aramu. Mazzarri sostituisce Deiola con Zappa. Zanetti manda Heymans a sostituire Aramu. Qualche minuto dopo è Johnsen a lasciare il campo per dare spazio a Forte. Forcing dei veneti, ma i sardi non demordono e non concedono spazi. Mancano pochi minuti al fischio finale e Mazzarri manda in campo Altare e Grassi per fa riposare Carboni e Strootman. Volpe concede 4’ di recupero. E nel recupero arriva la beffa per il Cagliari: il gol del pareggio, accompagnato da quel pizzico dj fortuna, é di Busio. All’Unipol Domus finisce in pareggio tra i fischi dei tifosi.

Cagliari (3-5-2): Cragno; Caceres, Godin, Carboni (Altare 88’); Nandez, Deiola (72’ Zappa), Marin, Strootman (Grassi 88’), Lykogiannis; Joao Pedro, Keita Balde (66’ Pavoletti). A disp: Aresti, Radunovic, Altare, Bellanova, Zappa, Grassi, Oliva, Pavoletti, Pereiro; All. Mazzarri

Venezia (4-3-3): Maenpaa; Ebuehi, Ceccaroni, Svoboda, Mazzocchi; Kiyine (45’ Crnigoj), Ampadu (54’ Vacca), Busio; Aramu (Heymans 77’), Okereke (45’ Henry), Johnsen (Forte 80’); A disp: Neri, Caldara, Molinaro, Bjarkason, Crnigoj, Fiordilino, Peretz, Vacca, Forte, Tessmann, Henry, Heymans; All. Zanetti

Arbitro: Manuel Volpi di Arezzo
Marcatori: Keita 18’, Busio 90’
Ammoniti: Nandez, Ceccaroni, Kiyine, Strootman, Ampadu, Johnsen, Aramu.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Non è mai esistita Giovannangela o Mariangela, la presunta fidanzata di Samuele Stochino. La leggendaria figura al fianco del sergente della Grande Guerra è frutto di un equivoco dovuto ad una battuta metaforica.

Non esistono riferimenti anagrafici e non viene mai menzionato il suo cognome, e le fotografie in cui sarebbe raffigurata non sono sue. Sono state scritte numerose favole attorno alla figura della giovane immaginaria, addirittura ci sarebbe stato un altro pretendente che avrebbe contrastato l’amore tra Stochino e la sua presunta fidanzata.

Questo amore sarebbe finito in tragedia, con la morte prematura della misteriosa giovane a causa di una grave malattia a fianco dell’ex sergente, durante la sua latitanza. L’avrebbe sepolta nei pressi di “Perda ‘e Liana” in un luogo sconosciuto, e dove nessuno avrebbe mai disturbato il suo eterno riposo.

Come detto in precedenza, il tutto nascerebbe da un’interpretazione sbagliata, in quanto era uno stratagemma verbale l’utilizzo da parte di Stocchino del termine “fidanzata”. Infatti la parola usata dall’ex sergente era un modo metaforico per definire il compagno di latitanza, senza far sospettare che questo esistesse ai numerosi confidenti delle forze dell’ordine e cacciatori di taglie.

Il compagno di latitanza di Stochino era il famigerato bandito orgolese Onorato Succu, un personaggio primario nelle tristi vicende storiche barbaricine del periodo.

Era fondamentale per un ricercato avere un latitante d’appoggio, soprattutto negli incontri occasionali, dove uno si presentava e l’altro rimaneva nascosto a coprirgli le spalle.

Nel caso di Stochino e Succu risultava vitale utilizzare questo sistema, vista la grossa taglia che pendeva sul loro capo. In Ogliastra solitamente era l’orgolese a rimanere nell’ombra e proteggere l’arzanese, mentre nel nuorese le parti si invertivano. Si racconta, fu determinante, nel Bosco di Santa Barbara a Villagrande, la presenza di Succu nascosto tra gli alberi di leccio per salvare Stochino da una trappola.

L’orgolese apparve improvvisamente ai presenti imbracciando il moschetto carico, e liberò l’amico arzanese legato e pronto ad essere consegnato alle forze dell’ordine. L’unione tra i due latitanti finì la notte tra il 29 e 30 Marzo del 1927 quando Onorato Succu morì in un conflitto a fuoco con i carabinieri nel territorio di Mamoiada. “Su Zigante”, come era soprannominato, aveva quarantatré anni e dal 1908 da quando ne aveva ventiquattro si era dato alla macchia.

Nel conflitto a fuoco perì anche il carabiniere Pietrino Melis di Gairo, e si racconta proprio sia stato lui a uccidere il latitante orgolese, che a sua volta esplose in contemporanea un colpo dal suo moschetto non lasciando scampo al gairese.

La mancanza dell’amico latitante fu una grave perdita per l’ex sergente, vista l’importanza del personaggio e per i consigli dell’orgolese, più vecchio di lui di ben undici anni, essendo l’ogliastrino del 1895. Sarebbe sopraggiunta poco più di un anno dopo, la morte di Samuele Stochino nel febbraio del 1928.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Si chiama Lampus ed è il primo gin “elettrico” del mondo. Una primizia dei distillati sardi, frutto del sapiente lavoro di Frediano Mura e della sua azienda “Fragus e Saboris de Sardigna”.

Ventuno ingredienti botanici della nostra Isola, con un metodo estrattivo certamente diverso da quello degli altri gin. Il risultato?

Un distillato da meditazione, come definito dal suo creatore, che dà alla bocca e alla lingua scosse elettriche a micro voltaggio.

Si può abbinare ai cocktail, scatenando la fantasia, ma il consiglio di Mura è quello di gustarlo liscio. E il Lampus piace a tanti, ideale per un dopo cena “elettrizzante”.

A Sadali il fiore all’occhiello di un’azienda dall’esperienza ventennale con le piante aromatiche e tanta soddisfazione per Frediano Mura, classe 1990 e cuore sardo-siciliano. Per il gin elettrico, già da qualche anno, non sono mancati riconoscimenti e premi, come gli Oscar Green regionali 2019, promossi da Coldiretti, e la finale nazionale, nonché la vittoria menzione speciale ai Sardinia Food Awards. Ma non solo, perché per Mura ci sono altri grandi traguardi.

Già, perché il Lampus ha destato anche l’interesse nientepopodimeno che del celeberrimo chef Carlo Cracco, curioso di degustare e far degustare questo gin.

Ecco allora che Frediano Mura è apparso nella terza puntata di Dinner Club, programma in onda su Amazon Prime.

Per l’occasione ad assaggiare il gin a Sadali oltre al famoso chef stellato, anche il grande attore Diego Abatantuono. Il distillato è stato poi fatto degustare come dolce ad altri famosi personaggi dello spettacolo e del cinema italiano, come: Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli, Luciana Littizzetto e Valerio Mastandrea.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Pochi sanno che dal 1938 al 1955 a Tertenia un centinaio di persone, uomini e donne, lavoravano nella miniera di Bau Arenas, che si trova nella parte occidentale del comune ogliastrino, incassata nella profonda valle all’ombra del tacco calcareo di Monte Arbo.

Nel sito www.minieredisardegna.it è possibile seguire le vicende del giacimento dai tempi antichi alla sua chiusura negli anni Cinquanta. Infatti, prima i Romani ed in seguito i Pisani hanno lasciato testimonianze dei loro lavori alla ricerca di minerali, soprattutto rame. Quando il Conte Alberto della Marmora arrivò nel 1835 a Tertenia, esplorando il territorio, annotò la presenza di importanti giacimenti di rame.

La miniera fu concessa alla Società Tertenia che in soli quattro anni esportò circa cinquemila quintali di rame. Purtroppo l’isolamento del sito minerario e la totale mancanza di strade carreggiabili ostacolarono a lungo i lavori minerari. Nel 1869 falliva la Società concessionaria e la miniera passò ai creditori: una nuova ripresa si ebbe lo stesso anno con la concessione alla Società Anonima di Lanusei, che aveva lo scopo di continuare i lavori di esplorazione del giacimento in profondità.

Nel 1892 si scoprirono nuovi filoni che si dimostrarono particolarmente ricchi ma la mancanza di mezzi adeguati e di capitale costrinse a vendere i giacimenti a nuovi padroni.  Nel 1938 la Società Libiola investì ingenti capitali per togliere definitivamente le miniere dall’isolamento: venne costruita una strada che collegava le miniere all’orientale sarda, una laveria dotata di impianto di flottazione e una teleferica che consentiva il trasferimento dei minerali dai cantieri di monte alla laveria posizionata a valle.  Questo cantiere vide la sua massima produttività negli anni tra il 1939 ed il 1950. Oltre ai minerali di rame (pirite e calcopirite) si estraevano anche piombo, oro e antimonio. In tempi moderni la stessa Società costruì un impianto pilota per l’ottenimento del solfato ramico. Nonostante le buone intenzioni della Società i risultati non furono soddisfacenti e ciò portò nel 1955 alla chiusura definitiva dei cantieri minerari.

A distanza di sessant’anni dal suo abbandono, la miniera di Bau Arenas mantiene inalterato tutto il suo fascino, dovuto probabilmente alla sua particolare ubicazione e al fatto che molte famiglie di Tertenia hanno legato la propria storia a quella della miniera.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Il presidente della Regione Christian Solinas, commenta i dati relativi alle somministrazioni ogni 100 mila abitanti, che vede la Sardegna al secondo posto dopo la Toscana.

Afferma il governatore: “I dati confermano il buon lavoro svolto nella prevenzione e nella vaccinazione. In una Sardegna che ha l’RT più basso in Italia, a poco più di un mese dal picco pandemico della quarta ondata, gli ultimi dati confermano l’efficienza di un sistema sanitario che, pur scontrandosi con carenze causate da politiche sbagliate del passato, sta affrontando al meglio l’emergenza.”

“Questo dato – continua Solinas – unito a quello dell’indice rt di 0,57, il più basso in Italia, alla costante diminuzione dei ricoveri in terapia intensiva e in degenza ordinaria, nonché ai contagi rilevati giornalmente, in costante calo, mostrano una Sardegna efficiente e sempre più vicina al rientro alla piena normalità, grazie all’impegno dei cittadini”.

“Proseguiremo senza sosta la campagna di vaccinazione, sempre più fuori dagli hub, che pure restano per ora in piena attività, e sempre più in mezzo alla gente, e soprattutto tra i giovani”, conclude Solinas.

Prossimi open day per gli over 12 senza prenotazione, venerdì a Quartu in piazza S. Elena e l’8 a Sassari, in Piazza Italia.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Iniziativa lodevole di Luna Rossa: un pezzo dell’imbarcazione  è all’asta per aiutare a proteggere e tutelare il mare di Sardegna.

Da quanto si apprende si tratta della winglet, la parte terminale delle ali immerse che permettono alla barca di “volare”, uno degli elementi più particolari dell’AC75 con cui la squadra ha regatato ad Auckland nell’ultima America’s Cup.

La parte di Luna Rossa sarà in vendita dal 29 settembre al 7 ottobre per supportare la Fondazione MEDSEA nel suo progetto di ripristino dell’ecosistema del Mar Mediterraneo. In particolare per la campagna di ripristino e piantumazione della Posidonia Oceanica nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara.

La stima del pezzo va dagli 8mila ai 12mila euro e a occuparsi dell’asta sarà la la nota Sotheby’s.  La winglet sarà esposta al pubblico in una speciale mostra da Sotheby’s a Milano dal 3 al 6 ottobre a Palazzo Serbelloni.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Il 1 marzo del 2001 morì negli Stati Uniti John Painter. Era l’uomo più anziano del mondo. La palma di “decano della longevità”, in quell’esatto momento, passò nelle mani di un discreto e simpatico nonnino barbaricino, sardo doc, Antonio Todde di Tìana.

Il certificato di questo straordinario primato, rilasciato da Guinnes World Records, gli fu consegnato il 9 dicembre 2000, poche settimane prima del giorno del suo 112esimo compleanno, dal professor Luca Deiana dell’Università di Sassari, invitato alla festicciola organizzata appositamente da tutta la famiglia nella sua casa di Tìana.

Ziu Antonio riuscì a detenere questo straordinario primato per più di un anno, con i giornali e le televisioni di tutto il mondo che accorsero a Tìana per conoscerlo. Antonio Todde si spense il 3 gennaio del 2002, a soli 19 giorni dal suo 113esimo compleanno.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Nelle ultime settimane sono tantissimi i rapaci recuperati e curati nei centri fauna Forestas, e rilasciati per il ritorno in natura in buono stato.

Ieri è stata liberata un’aquila reale a Fonni. Si trattava di uno juvenils rinvenuto in localita Donnortei. Al momento del ricovero l’animale si presentava disidratato con depressione del sensorio e una marcata diarrea.

All’esame radiologico il veterinario Forestas del centro di Bonassai evidenziava un corpo estraneo nel tenue con occlusione intestinale.

Sottoposto alla terapia del caso l’animale ha ripreso la normale alimentazione e dopo 25 giorni dal ricovero e stato rilasciato nel sito di ritrovamento. Ora vola nuovamente sui cieli del Gennargentu.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Le immagini spettacolari riprese da un drone delle meraviglie del territorio di Tortolì-Arbatax.Un video, girato e montato da Danilo Lamberti, che inorgoglisce gli ogliastrini e affascina chi non vive in Sardegna.

Mare cristallino, spiagge incontaminate, scogliere mozzafiato, torri d’avvistamento, baie indimenticabili, siti archeologici. Questo e tanto altro in un video dedicato a Tortolì che non dimenticherete: una vera e propria gioia per gli occhi.  

 

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Fonte: Ogliastra News La Redazione