Classe 2E, scuola media di Tortolì. Foto scattata nel dicembre del 1972.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Incidente durante una battuta di caccia al cinghiale nella zona di Ales.

Un uomo è stato raggiunto da un proiettile, come riporta L’Unione Sarda. La dinamica del ferimento è in fase di accertamento, ma secondo le prime indagini si sarebbe trattato di un colpo di rimbalzo.

Gli amici hanno subito chiamato i soccorsi. Un elicottero ha trasportato l’uomo, ferito in gravi condizioni, al pronto soccorso del Brotzu di Cagliari.

Non sarebbe in pericolo di vita.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Vista da fuori ha il suo fascino: stile architettonico quasi nobiliare e un ampio giardino. E in effetti ha il suo perché, ma per anni nessuno ha mai voluto saperne di andare ad abitarci; è rimasta sfitta per tanto tempo, tranne brevi periodi in cui è stata occupata abusivamente. Si tratta di una bella casa padronale sita in via La Marmora a Villanovafranca, paesino del Medio Campidano. Ma perché cotanta diffidenza?

La “colpa” (se così si può definire) è di alcune dicerie popolari degli anziani del paese. Come riporta il sito Contusu.it , secondo la leggenda la villa fu colpita tanto tempo fa da una maledizione che non l’ha mai abbandonata, perseguitando tutti coloro che vi abitarono. Si narra che nel corso degli anni ci siano state una serie di morti premature sin dagli anni 30. La signora Maria Paderi – riporta sempre il sito Contusu.it – sposò il maresciallo Medda e costui morì nel 1942. La donna poi si risposò con tale Giuseppe di Filippo Antonio, militare pescarese, deceduto tre anni dopo il matrimonio. Inoltre, il frantoio che la donna gestiva insieme al primo marito, fallì miseramente. Come se non bastasse, uno dei due figli della signora e del consorte Di Filippo Antonio, fu arrestato in quel di Pescara con la pesante accusa di abusi sessuali.

Successivamente, Lucio Melidoro, nuovo proprietario, avrebbe trovato all’interno della villa diversi libri vecchi che si narra contenessero dei malefici. Anche lui decedette anni dopo aver vissuto lì. La vedova Lucia Sionis, trasferitasi nel nord Italia, ha messo in vendita lo stabile ma per via di questa cattiva fama faticò non poco a trovare un acquirente a tal punto che dovette abbassare di molto il prezzo. E nel frattempo l’erba del giardino cresceva e i cornicioni rischiavano di staccarsi; poi lo sgombero degli occupanti abusivi e, per la gioia della signora Sionis, la “villa dei misteri” è stata acquistata e tuttora risulta abitata.

Ma cosa si celava dietro questa presunta maledizione? Sempre secondo i racconti degli anziani del paese, deriverebbe dal fatto che la dimora sarebbe stata costruita con le pietre di una vicina chiesa all’epoca sconsacrata – e ora nuovamente consacrata – e addirittura dal suo altare. Ovviamente le credenze popolari si sono rivelate infondate, frutto appunto di semplice immaginazione e suggestione che nulla hanno a che vedere con la realtà.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Ilhame Boutifi, 23 anni, di Bari Sardo, è di origini marocchine. Infatti i suoi genitori, Faitha e Hassan, sono originari di Casablanca ma vivono in Sardegna da ormai 25 anni. Lei e le sue sorelle, Farida e Meryem, sono infatti  nate in Sardegna e vivono in Ogliastra da sempre, sentendosi parte della comunità bariese a tutti gli effetti. Ma solo nel 2015, quando Ilem ha compiuto 18 anni, è ufficialmente diventata cittadina italiana.

Conosciamo meglio lei e la sua famiglia.

Quando siete venuti in Sardegna per la prima volta?

Mio padre venne per la prima volta in Sardegna nel 1987, mentre mia madre è venuta qui dopo che si sono sposati nel 1995. Io e le mie due sorelle, Farida e Meryem, siamo nate qui e viviamo a Bari Sardo da sempre.

Cosa ha spinto i tuoi genitori a lasciare il Marocco per trasferirsi qui?

Mio padre faceva il macellaio e ha deciso di emigrare in Europa perché voleva trovare un lavoro all’estero. Inizialmente andò in Spagna e dopo un paio d’anni decise di venire qui in Sardegna, nella quale poi siamo nate io e le mie sorelle e dove viviamo tutt’ora. Io ormai mi ritengo sarda e bariese. Viviamo a Bari Sardo da sempre e ci siamo sempre sentiti ben accolti e parte della comunità.

Ci sono state delle difficoltà iniziali?

Ovviamente all’inizio è stata dura per i miei genitori perchè trasferirsi in un luogo di cui non si conosce la lingua è difficile. La difficoltà sta nel comunicare con le persone. Fortunatamente tantissimi bariesi si sono resi disponibili sin da subito per aiutarli.

Cosa vi piace dell’Ogliastra?

Bari Sardo è chiaramente molto diversa da Casablanca. Infatti il primo è un piccolo paese mentre Casablanca è una città molto affollata e caotica. Ma essendo un paese ci conosciamo tutti ed è come sentirsi in una grande famiglia quindi mi piace molto vivere qui. Io amo tutta la Sardegna, dalle montagne al mare cristallino, dalla cultura al cibo tradizionale. Ho imparato anche a fare i culurgiones e ne sono molto fiera perchè penso che sia una cosa meravigliosa imparare a preparare il cibo tradizionale e poter tramandare, un giorno, la cultura sarda ai miei figli. Ormai la Sardegna per me, anzi per noi, è casa.

Ci sono delle somiglianze tra la cultura sarda e quella marocchina? 

A dir la verità ci sono tantissime somiglianze tra la cultura marocchina e quella sarda. Entrambi i luoghi hanno una popolazione molto ospitale e sono sempre pronti ad accogliere gli ospiti e farli sentire come se fossero a casa loro. Inoltre sia il Marocco che la Sardegna hanno degli abiti tradizionali meravigliosi e la voglia di valorizzarli e custodirli.

Delle differenze?

Le principali differenze sono legate al culto. Una religione diversa influenza anche la vita e le abitudini di ciascuna cultura. Si differenziano anche per il cibo tradizionale, ma a casa mia c’è spesso un mix: ci capita di cucinare pietanze tipiche, sarde o marocchine, e le rivisitiamo mischiando entrambe le cucine. Ma per tutto il resto io penso che siano molto simili. Infatti mi ritengo fortunata ad essere cresciuta con queste due culture di base.

Hai o avete mai pensato di tornare a vivere in Marocco in futuro?

Questa è una domanda che mi fanno spesso e sinceramente la mia risposta fino ad ora è stata sempre la stessa. Sono nata e cresciuta qui e ho studiato qui, quindi vedo la mia vita in Italia. Poi in un futuro lontano potrei cambiare idea. Ma per ora rimarrò nella mia amata Sardegna. Come me la pensano pure le mie sorelle. Per i miei genitori invece è diverso. I miei nonni sono là, tutta la nostra famiglia si trova in Marocco quindi a volte pensano di lasciare la Sardegna per raggiungerli.

Cosa vi manca di più del Marocco?

Io e la mia famiglia normalmente andiamo in Marocco durante le vacanze estive. Lì abbiamo tutta la nostra famiglia e i nostri parenti e ogni volta che dobbiamo rientrare qui è dura salutarli. La cosa che mi pesa di più è appunto il fatto di essere lontani e non poter condividere i momenti di felicità e di tristezza insieme. Sentire che una tua cugina si deve sposare e non poter partecipare al matrimonio, o perdersi la nascita di un nuovo nipotino, sono tutti piccoli eventi che ti fanno pesare il fatto di essere lontana. Un altro lato negativo è il fatto di dover festeggiare le festività islamiche senza i parenti, e un po’ come festeggiare il Natale lontana da tutta la famiglia e in un paese che ha una religione diversa dalla tua. Ogni volta che vado a Casablanca cerco di passare il più tempo possibile con i miei nonni e tutta la famiglia, recuperando i momenti passati lontani.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Questi due esemplari di cinghiali si godono in riva al mare, una delle spiagge più belle d’Europa: “La Pelosa” a Stintino.

Hanno forse deciso di prendersi un “periodo di vacanza” dai loro boschi, per sottrarsi alla caccia, nell’estremo lembo di terreno nord occidentale della Sardegna?

Questo non lo sappiamo, ma sappiamo che saranno invidiati da tanti.

Foto di Giacomo Contu.

 

 

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Oggi si sono svolte operazioni di ricerca cattura e depopolamento di suini bradi illegali nelle terre pubbliche di Urzulei. Tali attività rientrano nelle azioni di contrasto al virus della PSA che vedono nella lotta all’allevamento illegale dei suini uno degli aspetti fondamentali. Infatti questo tipo di animali costituisce la cinghia di trasmissione del virus tra la popolazione selvatica e gli animali domestici .

 

Le attività svolte in questi anni hanno ridotto drasticamente il numero di tali animali e quindi la circolazione del virus, ma e’ comunque  necessario completare le azioni per eliminare completamente tali popolazioni residue.

 

Sono stati catturati e abbattuti in quanto privi di proprietario e non registrati all’Anagrafe Zootecnica 81 capi a a cura delle squadre coordinate dall’unità di progetto e dalla questura e prefettura di Nuoro , con la partecipazione del personale dei vari enti dell’amministrazione regionale.

 

I capi abbattuti nelle precedenti operazioni ad Orgosolo Talana e Villagrande sono risultati tutti sieronegativi e virus negativi: un dato importante dal punto di vista epidemiologico.

 

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Le Domus de Janas, opera millenaria dell’uomo, sono perfettamente integrate nel paesaggio naturale e regalano scenari unici e suggestivi.

Strutture sepolcrali scavate nella roccia, le prime risalirebbero al Neolitico recente per poi diffondersi in tutta l’Isola nel Neolitico finale.

In Ogliastra sono varie le testimonianze di queste strutture ipogeiche.

Nel territorio di Tortolì troviamo due complessi di Domus de Janas tra le più importanti della zona: quelli di Monte Terli e Monte Attu.

Vi proponiamo alcuni scatti delle antiche tombe poste quasi all’apice di Monte Attu.

 Guarda la gallery


 Domus 14  


 

 

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Lo sapevate? In Sardegna abita il mammifero più piccolo del mondo: il mustiolo, in sardo topixèddu o topixedu de sartu.

Come riporta Sardegna Foreste, il mustiolo è presente nelle penisole Italiana, Balcanica, Iberica e nel Nord Africa, nelle isole mediterranee, comprese la maggior parte delle piccole isole. In Sardegna è segnalato anche sull’Asinara.

Il mustiolo è il mammifero più piccolo del mondo, da adulto pesa circa 1,2-2,5 grammi e ha una lunghezza totale di 5-6 cm. La coda è lunga circa la metà del corpo, è nuda salvo alcune lunghe setole. Ha la morfologia tipica del toporagno con la testa di dimensioni relativamente grandi, il muso lungo e appuntito, gli occhi poco visibili e le orecchie piccole e tondeggianti. Si distingue dall’altro soricide presente in Sardegna (Crocidura russula) oltre che per le dimensioni inferiori, anche per la diversa colorazione. Il suo colore è di un grigio marroncino uniforme, più o meno scuro con il ventre più chiaro, biancastro.

L’animale è attivo sia di giorno che di notte e alterna fasi di attività con quelle di riposo, cacciando lombrichi, insetti, artropodi ed altri invertebrati di dimensioni uguali o maggiori delle sue. Sono animali innocui e utili all’uomo soprattutto nel campo dell’agricoltura. In natura vive dai 12 ai 18 mesi.

Riproduzione: la riproduzione può avvenire più volte all’anno, generalmente tra la primavera e l’inizio della stagione autunnale (marzo-ottobre). Le femmine, che costruiscono un nido rudimentale di foglie e di altri materiali vegetali utilizzato solo per la riproduzione, possono entrare in estro subito dopo il parto e rimanere incinte mentre allattano i piccoli del parto precedente. La gestazione dura un mese o poco meno, al termine della quale nascono dai 2 a 5 piccoli, che pesano solo 2 grammi e diventano indipendenti dopo circa 20 giorni.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Lo sapevate? In Sardegna esiste uno dei deserti naturali più grandi e belli d’Europa.

Ci troviamo nella Costa Verde, poco sotto Oristano, dalle parti di Arbus. Il deserto di Piscinas è grande circa cinque chilometri quadrati ed è un deserto in piena regola con alte dune di sabbia che dalla costa si estendono verso l’interno. Le dune, alte anche 100 metri, sono le più alte d’Europa. Un paesaggio di rara bellezza incastonato in una delle zone più affascinati della Sardegna: un territorio brullo, a tratti quasi montano, dove un tempo erano attive le miniere più importanti d’Italia.

Piscinas è raggiungibile da Arbus, che incontrate lungo la costa venendo da nord o dall’interno, da Guspini e Ingurtosu venendo da sud. Una strada sterrata ma facilmente percorribile anche dalle moto vi accompagnerà alle prime dune. Che sia terra di miniere ve lo dicono le antiche strutture, alcune ancora visitabili, che si incontrano lungo la strada.

Il deserto degrada fino al mare e la spiaggia è una delle più lunghe e belle della Sardegna. L’acqua è cristallina ma non adatta ai bambini perché diventa subito profonda. Si tratta di una zona spesso battuta dal vento di maestrale e se questo rende ancora più affascinate il paesaggio per il movimento delle dune, in realtà crea anche correnti fortissime e fare il bagno da queste parti può essere molto pericoloso. Per fortuna non è sempre così e se avete la fortuna di trovare una bella giornata vi sembrerà di stare in paradiso.

Tutta la zona circostante le dune è stato territorio di reintegro del cervo sardo. I volontari hanno fatto un gran lavoro e non è raro vedere i cervi che pascolano intorno: è più facile avvistarli al tramonto o all’alba.

La sabbia è finissima e assume diverse tonalità: bianca, dorata in contrasto con l’acqua trasparente.

Piscinas è uno dei luoghi selvaggi della Sardegna, un luogo ancora isolato, fortunatamente ancora integro nella sua bellezza.

Il periodo migliore per vedere Piscinas comincia verso Pasqua. Ad agosto è abbastanza affollato, mentre giugno e settembre sono senza dubbio i mesi perfetti: poca gente e possibilità di fare il bagno e godersi il posto in tranquillità.
Il tramonto a Piscinas è una delle cose più belle da vedere in Sardegna.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

La Procura di Cagliari indaga ancora una volta sulle forniture anticovid acquistate dalla Regione Sardegna durante la pandemia.

Si tratta – come riporta Ansa Sardegna – del secondo filone di indagine relativo a i dispositivi di protezione acquistati dalla società romano-calabrese Delmar Hospital srl, di proprietà di Renato De Martin.  A suo carico era già stata contestata all’imprenditore la fornitura di 4 milioni di mascherine acquistate dalla Regione Sardegna. La loro non conformità aveva portato all’arresto e alla detenzione ai domiciliari. De Martin fu poi scarcerato con l’annullamento della misura cautelare su richiesta degli avvocati.

Ora la Procura del capoluogo indaga sulla fornitura di camici e tute destinati agli ospedali sardi che sarebbero risultati non conformi agli standard previsti e richiesti dalla Regione Sardegna. L’ipotesi di frode riguarda 714.365 mila euro di materiale. Nei confronti della Delmar Hospital Srl è scattato il sequestro dei conti pari a questo importo.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione