In Sardegna, così come in altre regioni d’Italia, sono diffuse alcune pratiche superstiziose contro il malocchio. Una di queste consiste nel toccare il bambino, oggetto spesso di complimenti o di sguardi inopportuni, per annullare il potere malefico de “s’ogumalu”.

Secondo questa credenza infatti, un semplice sguardo storto o un complimento ingrato ha il potere di infondere del male al povero malcapitato e con il tocco della mano si può annullare tale maleficio. Lo studioso Max Leopold Wagner, studioso tedesco di lingua sarda, giunto in Sardegna nel 1912 ebbe l’incarico di raccogliere informazioni sulle credenze popolari e sul malocchio in Sardegna.

Tra i vari fatti di cui egli venne a conoscenza ve n’è uno in particolare che testimonia una pratica diffusa in tutta l’isola. Dovendo egli attraversare la Sardegna a cavallo, lo studioso prese con sé come guida un uomo di Ozieri. Cammin facendo, i due giunsero nel villaggio di Benetutti dove decisero di fare una sosta per dare da mangiare ai cavalli. Mentre riposava, lo studioso si era fermato ad osservareuno dei cavalli del proprio accompagnatore.Il proprio compagno però lo vide e non gradì tale gesto: prima gli lanciò un’occhiataccia e poi sputò per tre volte sulla biada del proprio ronzino. Sorpreso e costernato, Wagner non capiva e chiese spiegazioni ad uno dei presenti.

La guida aveva reagito il tale modo poiché temeva che lo studioso con il suo sguardo avesse potuto fare il malocchio al cavallo e aveva sputato sul cibo per annullare l’effetto malefico. Questa non fu l’unica testimonianza dello studioso. Wagner ci racconta anche un altro aneddoto, sempre avvenuto nel corso del suo viaggio in Sardegna.

In un paese della Sardegna un’anziana signora era stata convocata per curare un bambino per il quale sembrava non ci fosse nulla da fare. Il bimbo pareva esanime, nessuna reazione, nessun cenno di vita, appariva quasi morto. Per curarlo l’astuta vecchierella aveva portato con sé tutto il proprio armamentario: dell’acqua benedetta ed una pietra grossa quanto chicco d’uva sul quale vi era dipinto uno strano occhio di pernice. Tutt’intorno regnava il silenzio: si udivano solo i cuori trepidanti dei presenti che attendevano con ansia il verdetto. La donna gettò l’occhio nell’acqua e dal bicchiere si levarono delle bolle.

«Vostro figlio è colpito dal malocchio!» esclamò. I genitori erano impauriti.

«Che cosa avete fatto per esporlo al malaugurio? Lo avete fatto vedere a qualcuno?»

«Ho portato il bambino sulla piazza della chiesa e lì c’erano il barbiere, l’organista, il sagrestano e il priore».

«Qualcuno ha guardato il bambino? » chiese l’anziana donna.

«Oh sì! Tutti quanti lo guardavano e dicevano quanto era bello!»

«E voi lo avete toccato con la mano?» chiese ancora la vecchietta.

«No» rispose la povera madre sgomenta. «Non ho fatto nulla, lasciavo che lo guardassero, soprattutto il barbiere, lo guardava con due occhi stralunati».

«Ma allora è chiaro!» concluse l’anziana donna. «È certamente colpa del barbiere! Correte subito a casa sua e fatevi dare dell’inchiostro!»

In men che non si dica la domestica fu inviata a casa del barbiere e tornò poco dopo con dell’inchiostro in mano. La vecchierella lo prese, vi fece sopra tre segni di croce e lo diede da bere al bimbo il quale appena inghiottito sgranò gli occhi.

«Ha aperto gli occhi! Avete visto? Sta già guarendo!»

I genitori erano increduli e stupiti, non credevano ai propri occhi e ancora sgomenti, col bambino in braccio, estrassero dalle loro tasche una moneta d’argento e la porsero alla guaritrice. La donna furbescamente fece finta di non volerla, ma di nascosto la intascò e per finire raccomandò loro di procurarsi un oggetto di corallo da porre al collo del piccolo in maniera tale che “s’ogumalu” non avesse più potere su di lui.

 

Leggenda tratta dal libro: “101 storie della Sardegna che non ti hanno mai raccontato” di Gianmichele Lisai, Collana La Nuova Sardegna.

L’articolo La curiosità. Lo studioso Wagner osservò una donna levare il malocchio a un bimbo: ecco come proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Luminarie a Tortolì

Si respira ormai da alcuni giorni la magia speciale del Natale a Tortolì. Nei giorni scorsi sono state installate le luminarie natalizie che decoreranno la cittadina sino all’Epifania.

Stelle, scritte, sfere luminose scaldano l’atmosfera nelle principali vie: dal Corso Umberto a via Vittorio Emanuele, via Pirastu e via Cagliari e ad Arbatax in via Lungomare ad Arbatax. L’intervento è stato possibile grazie a un fondo comunale di 10 mila euro e un contributo di 5mila della Camera di Commercio di Nuoro.

Diverse le iniziative giunte al Comune da parte di associazioni, gruppi e privati cittadini a seguito del bando per l’organizzazione del calendario natalizio.

– I mercatini di Natale allestiti in viale Monsignor Virgilio, a cura di un comitato spontaneo animano il centro cittadino. Gli espositori saranno presenti con le proprie creazioni a tema natalizio e artigianale tutti i giorni sino al 6 gennaio, dalle 9 alle 20.

– Due mostre all’ex Blocchiera Falchi. Sino al 19 dicembre gli espositori Lorenzo Roselli e Monia Cubeddu organizzano una mostra di opere del proprio ingegno (quadri, presepi e opere varie). Sino al 30 dicembre sarà invece visitabile nell’ala destra dei locali dell’ex Blocchiera una mostra di quadri di artisti sardi.

– Al teatro San Francesco, sabato 18 dicembre, alle 18, si terrà la presentazione dell’organizzazione di volontariato “La soffitta di Peo”.

– Ancora il 18 dicembre presso la chiesa di San Giorgio si terrà, alle 18:30, l’evento Cantos de Nadale, 17^ edizione della rassegna di canti della tradizione popolare della Sardegna. Si esibiranno: voci dal coro di Nuoro e Lanusei, Coro Ogliastra di Lotzorai e il coro di Arbatax che organizza l’evento.

– La magia del natale prosegue all’Ex Blocchiera Falchi con il Presepe Vivente, a cura del gruppo Folk Sant’Anna di Tortolì, nei giorni 26 dicembre 2021, 2 e 6 gennaio 2022.

Il calendario delle manifestazioni natalizie potrà essere aggiornato con ulteriori eventi qualora dovessero arrivare nuove proposte.

L’articolo Tortolì si prepara al Natale: tante iniziative durante le festività proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Due eccellenze tipiche della Sardegna sono state inserite dal Gambero Rosso tra i migliori prodotti del Made in Italy.

La nuova edizione della guida è stata presentata lunedì 13 Dicembre a Roma presso il Rome Marriott Park Hotel.

SAVOIARDONE DI FONNI

Il Savoiardone di Sardegna entra nel podio delle eccellenze Made Italy selezionate dalla prestigiosa guida GAMBERO ROSSO. Ieri sera, a Roma, il prodotto di punta dell’azienda TIPICO di Fonni è stato premiato all’interno dell’iniziativa Top Italian Food, che anche quest’anno (il 35esimo anniversario della guida Gambero Rosso) ha premiato le aziende più rappresentative della migliore qualità produttiva, in Italia e all’estero.

Per l’azienda della famiglia Masini è il secondo grande riconoscimento del 2021 dopo quello ottenuto lo scorso luglio con la nota rivista americana FORBES. Un percorso che mette in risalto la grande attenzione di TIPICO per l’innovazione e il continuo impegno per la qualità. Due assi strategici che hanno portato l’azienda di Fonni nell’Olimpo delle eccellenze produttive mondiali, esportando i saperi della tradizione dolciaria barbaricina verso un mercato internazionale.

Top Italian Food 2022 Gambero Rosso @Francesco Vignali Photography

Per i Masini – Pietro, Marco e Carlo, la nuova generazione della gestione TIPICO – questo traguardo è la conferma di un lavoro incentrato sulla scelta delle migliori materie prime locali, su politiche di marketing che mirano all’internazionalizzazione dei prodotti e su una comunicazione cross-mediale capace di raccontare non solo l’eccellenza di un brand ma anche tutto l’ecosistema che lo circonda.

RISO CARNAROLI PASSIU

Il Carnaroli Classico dell’Azienda Passiu, entra nella guida del Gambero Rosso dedicata alle eccellenze italiane. Questo tesoro coltivato nelle risaie dell’oristanese e ora è nella “Top Italian Food 2022”. Un traguardo prestigioso per l’azienda a conduzione familiare.

È l’unica sarda tra le 30 produttrici di riso italiane presenti nella guida e potrà utilizzare e inserire sulle confezioni il marchio “Top Italian Food 2022”.

riso-passiu-gambero-rosso-carnaroli

Un risultato importante anticipato un mese fa dall’inserimento del Carnaroli Classico Passiu, nella rosa dei trenta migliori Carnaroli di Cascina italiani dal numero dedicato a “Riso e Risotti” conquistando la terza posizione. Una bella vetrina per questa eccellenza sarda che ben figura accanto a prodotti di regioni del nord Italia, tradizionalmente vocate alla risicoltura. Riso Passiu è un’azienda a conduzione familiare, nata a Oristano nel 1975. È – unica realtà sarda – iscritta all’Albo dei produttori di Carnaroli Classico dell’Ente Nazionale Risi.

“Siamo molto orgogliosi di aver ottenuto questo riconoscimento – afferma Felice Passiu, titolare dell’azienda e responsabile della comunicazione – ci ripaga per l’impegno e l’attenzione che poniamo nel nostro lavoro e ci stimola a fare sempre meglio”.

Il Carnaroli Classico in purezza, considerato da chef e appassionati di cucina il “Re dei risi” è solo uno dei fiori all’ occhiello di casa Passiu, accanto al Vialone Nano Classico e al riso nero Gioiello a cottura rapida. “È una varietà storica che, a fronte di basse rese in campo e le difficoltà durante la raccolta, in termini di tenuta di cottura e rilascio di amido è nettamente superiore a risi similari della stessa categoria”, aggiunge Felice Passiu che suggerisce “è ideale per la preparazione di risotti cremosi di mare e di terra, ottimo anche per gustose insalate di riso, sartù, arancini, supplì e dessert”.

L’articolo Due prodotti tipici sardi sono stati inseriti tra le eccellenze Made in Italy del Gambero Rosso proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

«Oggi è una giornata storica. La battaglia della Sardegna per conquistare una fiscalità di vantaggio che copra il divario della sua insularità è finalmente realtà. Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola». Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas a proposito del decreto firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli, che istituisce per i prossimi 7 anni, prorogabili di altri 7, la Zona Economica Speciale.

«Portiamo a compimento un iter che ci ha visti impegnati fin dal primo momento con l’obiettivo di arrivare a un piano condiviso con il Governo che fosse la risposta più attenta e concreta ai bisogni della nostra Isola. L’auspicio, soprattutto in questo momento storico e in questa delicata fase di ripartenza, è che l’istituzione della Zes possa portare a una svolta storica con importanti ricadute sul futuro della Sardegna – ha detto il Presidente Solinas -. Questo importante strumento ci consentirà di vivere la nostra insularità non più come un handicap ma come una carta in più da giocare per lo sviluppo, sfruttando la nostra posizione strategica al centro del Mediterraneo per attrarre investimenti che possano fare della Sardegna un polo commerciale protagonista. Abbiamo dovuto rimodulare un piano, ricostruendo un impianto forte e credibile e rispondente alle aspirazioni della Sardegna».

Le Zes sono oggi oltre quattromila nel mondo e si avviano in un futuro prossimo a toccare quota cinquemila assumendo varie configurazioni, quali parchi industriali e tecnologici, zone e porti franchi, città d’impresa. Tali configurazioni hanno fra loro non molti aspetti in comune: essere zone fisicamente delimitate, essere gestite unitariamente, essere autorizzate a offrire incentivi specifici e procedure semplificate, a volte entro un’area doganale specifica.

L’articolo Istituita in Sardegna la Zona Economica Speciale (Zes). Solinas: “Giornata storica” proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Una donna di 50 anni è stata uccisa nella sua abitazione a Quartu Sant’Elena.

Dopo il ritrovamento del corpo nella casa di via della Musica 150, sono subito scattate le indagini da parte dei Carabinieri.

Si tratta di una donna di nazionalità rumena di 50 anni, Mihaela Kleics. Il suo cadavere è stato ritrovato nella camera da letto con i segni di numerose coltellate.

È stata la sorella della vittima a lanciare l’allarme. Non la sentiva da tre giorni.

Rintracciato dai militari dell’Arma il compagno, un uomo sardo con cui aveva una relazione, Sandro Sarais, di 56 anni. I due, stando alle testimonianze dei vicini riportate dall’Ansa, negli ultimi tempi litigavano spesso. I carabinieri lo hanno rintracciato nelle campagne di Castiadas, dove stava cercando di togliersi la vita procurandosi delle ferite. Ora si trova in ospedale. Per lui è scattato il fermo con l’accusa di omicidio.

L’articolo Femminicidio a Quartu: 50enne accoltellata a morte nella sua abitazione. Fermato il compagno proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

In Ogliastra c’è una casa dove imparare a diventare grandi e autonomi, grazie a un progetto che permette di abbracciare l’età adulta e vivere a una vita indipendente. Una casa le cui porte, adesso, sono aperte a tutta la comunità.

Al via il progetto “Vivere a colori” di ODV Famiglie InForma (spin off dell’associazione Ogliastra InForma che dal 2007 opera in territorio ogliastrino con e per persone con disabilità intellettive) in collaborazione con 13 comuni ogliastrini per garantire un supporto (gratuito) allo svolgimento di attività di vita quotidiana, attraverso la realizzazione di percorsi di acquisizione di abilità e competenze che sono necessarie nella vita adulta. Insegnare le strategie e le modalità per prendersi cura di se stessi e dei propri spazi, infatti, significa dare alla persona la possibilità di avere un supporto nella vita quotidiana che si trasformi presto in competenza, allo scopo di restare al di là del Progetto stesso.

Finanziato dall’Assessorato dell’igiene, sanità e dell’assistenza sociale della Regione Sardegna, destinatari di “Vivere a colori” sono persone con disabilità intellettiva oppure persone in carico al CSM territoriale, di età compresa tra 15 e 55 anni, residenti in uno tra i Comuni che hanno scelto di aderire al progetto: Bari Sardo, Baunei , Cardedu, Elini, Girasole, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzorai, Tertenia, Tortolì, Ulassai, Villagrande.

Le attività in programma (che saranno comunque personalizzate sulla base delle abilità e delle competenze individuali) sono di due tipi; iniziamo da subito con la prima fase, il Laboratorio di Autonomia, finalizzato all’accompagnamento della persona nella definizione e nel raggiungimento a lungo termine di obiettivi di vita adulta, cioè obiettivi indispensabili nello svolgimento delle attività di vita quotidiana (cucinare, seguire una ricetta, occuparsi degli spazi, utilizzare elettrodomestici, etc).

La seconda fase sarà quella delle Attività di sperimentazione: l’obiettivo di questa azione è quello di integrare le abilità della persona con i servizi che offre la comunità: fare un acquisto, reperire informazioni, sperimentarsi nelle competenze sociali, etc.

“Il progetto è utile perché è uno strumento di personalizzazione – spiega Laura Ferreli, coordinatrice dell’associazione – ogni percorso dei beneficiari viene pensato e costruito con la persona, sulla base delle sue competenze, desideri e attitudini. Lavorare sulla personalizzazione significa pensare alla qualità di vita, significa mantenere l’attenzione sulla persona e non sul servizio. Una impostazione che ci caratterizza da sempre e che, attraverso questo progetto, può diventare opportunità di crescita per noi e per le persone che stiamo incontrando”.

Le attività avranno durata di sei mesi, la partecipazione sarà gratuita e ad essere compreso è anche il servizio di trasporto (senza assistenza) da un unico punto di incontro comunale.

“Questa iniziativa per noi ha una doppia valenza – racconta invece la presidente Rita Concu – da una parte la possibilità di avvicinarci ad altre realtà del territorio risolvendo il problema delle distanze con un servizio di trasporto che alleggerisce e risolve una delle difficoltà maggiori che spesso le famiglie incontrano e la gratuità delle attività stesse. Allo stesso modo in questi mesi potremo valutare tutti gli aspetti logistici, al fine di renderli il più possibile vicini ai bisogni delle persone e valutare anche in base ai riscontri che avremo come dare continuità a questi percorsi con l’obiettivo di renderli sempre più accessibili”.

L’articolo Disabilità e vita indipendente: in 13 comuni ogliastrini il servizio è gratuito proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Lo sapevate? Che cosa erano realmente i nuraghi?

A che cosa servivano le torri di pietra che ancora a migliaia si possono ammirare in tutta la Sardegna?
Svariate teorie sono state presentate da studiosi e non sulla reale funzione di queste strutture: edifici di difesa, abitativi, torri di controllo del territorio. A distanza di decenni, da quando i primi archeologi formularono congetture e interpretazioni, si è arrivati alla conclusione che i nuraghi fossero degli edifici polivalenti. Case fortezza, “palazzi” di rappresentanza, simboli reali della civiltà nuragica. Ripercorriamo insieme l’evoluzione del monumento, tuttora ricco di fascino e mistero, che identifica un’intera Isola.

Iniziarono a comparire dal 2° millennio a.C. e furono utilizzati fino all’invasione romana, per poi essere gradualmente abbandonati (alcuni divennero delle vere e proprie discariche) o riconvertiti. Sono più di settemila nell’Isola ma alcuni studiosi sostengono che fossero almeno il quadruplo.

Il nuraghe ha una forma troncoconica ed è costruito con blocchi di pietra (la radice nur in lingua arcaica mediterranea indica un “mucchio di pietre”) sovrapposti a secco, senza cioè malta o altri collanti per unire tra loro le pietre. Il nuraghe all’interno presenta un’ampia camera circolare dotata di una cupola ad anelli concentrici, su più piani, raggiungibili con scale interne. Alcuni raggiungevano svariate decine di metri di altezza e potevano essere monotorre, oppure articolati in più torri comunicanti, proprio come i castelli medievali.

In quest’ultimo caso erano vere e proprie fortezze, perché le torri venivano rifasciate da massicce cortine murarie. Sulla sommità erano presenti dei ballatoi lignei, sopra i quali facevano buona guardia le vedette. Intorno, nel caso dei nuraghi con più torri (polilobati o complessi), venivano edificati i villaggi, fatti di capanne con muro di pietre a secco e tetto di travi di legno e frasche vegetali, proprio come le attuali pinnettas (o cuiles) dei pastori.

La civiltà nuragica si sviluppò in Sardegna lungo un arco cronologico di circa mille anni dando vita a una struttura sociale molto articolata, basata su una classe dirigente fatta di capi guerrieri e sacerdoti e di lavoratori. Una società all’interno della quale svolgeva un ruolo fondamentale la donna.

Diversi nuraghi sono stati scavati e studiati e, resi visitabili, sono uno dei fiori all’occhiello del turismo sardo. Moltissimi altri sono trascurati e poco conosciuti. Potrebbero invece permetterci di sviluppare servizi turistici basati sulla loro unicità.

Tra i nuraghi meglio conservati e tutelati Su Nuraxi di Barumini, nominato dal 1997 Patrimonio mondiale dell’Umanità dal Comitato dell’UNESCO. Altre strutture nuragiche degne di nota sono la “reggia” di Santu Antine, a Torralba, il nuraghe Losa, Abbasanta, Arrubiu a Orroli, Palmavera, ad Alghero, e tanti altri, tutti con le proprie tipicità, a partire dal materiale di costruzione, quasi sempre allestito con la pietra del territorio, basalto, granito, calcare, trachite.

L’articolo Lo sapevate? Che cosa erano realmente i nuraghi? proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Seui perde una delle sue centenarie, oggi è deceduta tzia Assunta Piras.

Il 2 ottobre scorso, nel suo paese natio, la “nonnina” aveva festeggiato il traguardo dei 102 anni con una piccola festa nella casa di riposo che la ospitava.

Il compleanno dell’ultracentenaria seuese coincideva con la giornata dedicata alla “festa dei nonni”.

Tzia Assunta era apparsa molto felice ed emozionata per i festeggiamenti in suo onore. Lucidissima e in ottima salute – non assumeva nessun farmaco – era ospite dal 2016 della Comunità Alloggio San Lorenzo di Seui.

Una vita longeva, quella di Assunta, ma non priva di affanni e grandi dolori. Vedova dal gennaio 1981, quando morì suo marito Salvatore Congera, minatore e in seguito operaio nell’ente foreste, ricordato ancora in paese come una brava persona.

Con Salvatore ha avuto quattro figli Lina, Carlo, Sandro e Lidia. Proprio quest’ultima era venuta a mancare giovanissima. Inoltre era anche nonna di tre nipoti.

 

 

L’articolo Seui perde una delle sue ultracentenarie: tzia Assunta Piras aveva festeggiato 102 anni ad ottobre proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Una donna misteriosa in un’epoca travagliata per la Sardegna, rispettata e temuta allo stesso tempo tanto da essere soprannominata sa “Reina”.

Quest’appellativo, che in “Limba” significa regina, era stato coniato per la nuorese Maria Antonia Serra Sanna. Sorella dei famigerati latitanti Giacomo ed Elias, viveva a Nuoro insieme al padre Giuseppe soprannominato “Carta”.

Proprio con il padre sarebbe stata capace di trasformare la condizione economica dei pastori che si trasformarono in ricchi proprietari di terreni, case e centinaia di capi di bestiame.

Maria Antonia era una donna determinata e carismatica, tanto da essere indicata come la vera mente e ispiratrice dei reati commessi dai fratelli.

Sa “Reina” si racconta era solita fare visite di “cortesia” alle ricche famiglie nuoresi e della zona per realizzare i suoi affari. Questi potevano consistere nel farsi cedere un ricco pascolo, ricevere somme di denaro, capi di bestiame o armi e munizioni. Se qualcuno si opponeva, sarebbe stata solita affermare che si sarebbe biasimata della cosa con i due fratelli. In particolare con Elias, temuto per la sua ferocia.

Era molto legata ai fratelli ed solita affermare: “Frades meos non sun latitantes, senatores sun frades meos” (i miei fratelli non sono latitanti, sono senatori i miei fratelli).

E proprio per loro aveva creato una fitta rete di amicizie influenti che ne coadiuvavano la latitanza.

La leggenda vuole che fosse la stessa Maria Antonia più volte a portare rifornimenti di cibo e di armi ai propri congiunti. Camuffata da uomo e armata di fucile, sarebbe stata in grado durante la notte di percorrere molti chilometri addentrandosi nell’intricata boscaglia tra le valli scoscese.

Anche Grazia Deledda si ispira esplicitamente a lei nel descrivere, nel romanzo Cosima, il personaggio di una donna.

Questa si presenta da un uomo rispettabile per ottenere un bosco di lecci in affitto, il quale non vuole cederlo in quanto già affittato.

La descrive così: “Ella era vestita in costume aveva un viso pallido e fine, con due grandi occhi neri sormontati da sopracciglia foltissime, rivelatrici di un carattere forte.”

Una descrizione che non si discosta da quella fatta da altre fonti, dove si afferma fosse alta e robusta e il tradizionale abito sardo adornato di bellissimi gioielli.

Sempre nel romanzo della Deledda vengono citati – senza essere mai nominati – i due fratelli di Maria Antonia.

La notte tra il 14 e il 15 maggio 1899 venne eseguita una grande retata a Nuoro che passò alla storia come “La notte di San Bartolomeo” nella quale furono arrestate oltre seicento persone.

Per tutti l’accusa di essere favoreggiatori dei banditi, ma ben presto già in fase istruttoria più della metà degli arresti fu prosciolta.

Non fu così per sa “Reina”, condannata nel 1900 a vent’anni di carcere: la sua fu la pena più dura delle centinaia di condannati per associazione per delinquere.

Nel frattempo i due fratelli Giacomo ed Elia erano morti nella “battaglia di Morgogliai” tra il 9 e il 10 Luglio 1899, insieme ad altri latitanti sardi.

Alla fine Maria Antonia scontò diciotto dei vent’anni previsti dalla condanna, tutti trascorsi nell’angusta e terribile prigione sa “rutunda” (la Rotonda di Nuoro).

Quando uscì dal carcere aveva più di cinquant’anni, ma nonostante l’età avanzata si sposò con il fratello di una sua compagna di cella di Orgosolo.

Non si sa altro della vita che condusse in seguito, rimane solo una foto segnaletica di Maria Antonia, dove lo sguardo sembra stanco e il viso segnato dalle tragiche vicende personali.

L’articolo La controversa figura di Maria Antonia Serra Sanna: Sa “Reina” del banditismo sardo di fine ‘800 proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

Inter in vantaggio nei primi 45’ di gioco a San Siro: Cagliari compatto che si difende bene, non riesce, però, a evitare il gol del vantaggio per i padroni di casa. Inter che possiede la palla all’80 per cento, ma con il rammarico del rigore sbagliato da Lautaro Martinez. Il copione della ripresa è lo stesso del primo tempo: possesso palla dell’Inter e Cagliari che cerca di difendersi, non troppo bene visto che i neroazzurri calano il poker e conquistano la vetta della classifica.

Primo tempo. Mazzari sceglie Bellanova sulla destra e Godin al centro della difesa per fermare la sua ex squadra. Poche le sorprese n casa Inter. Parton subito forti le due compagini, a far paura in casa rossoblù è l’ex della partita: Barella per ben tre volte in questo inizio partita fa tremare i rossoblù. Deiola prova a rispondere, ma i pgni di Handanovic sono più veloci della sua diagonale. Il possesso palla è quasi tutto per i padroni di casa, il Cagliari cerca di proteggersi sempre in fase difensiva. A 20’ dal fischio d’inizio ancora nessuna azione è stata concretizzata, ma i sardi provano a uscire dalla propria metà campo e a farsi vedere dalle parti di Handanovic. A sbloccare la partita ci pensano i neroazzurri al 29’: la rete è di Lautaro Martinez che accogliendo un corner di calhanoglu anticipa tutti e batte Cragno. Non si arrende il Cagliari che reagisce subito senza però riuscire, ancora, a concludere. Primo tempo agro dolce per Lautaro Martinez che prima sigla il goal del vantaggio e poi si mangia un rigore davanti a un super Cragno, che prima regala all’Inter l’occasione del raddoppio con un intervento falloso in area, ma poi impegnato nei minuti finali della ripresa sbarra la porta e non ne fa passare una. Non ci sarà recupero in questi primi 45’, Marchetti manda tutti negli spogliatoi. Inter in vantaggio, ma con il rammarico di non aver chiuso la partita.

Secondo tempo. Non sembra essere cambiato il copione sotto il cielo milanese: l’Inter gestisce la palla e il Cagliari aspetta. A 5’ dalla ripresa Sanchez su assist dell’ex Barella sigla la rete del raddoppio. Mazzarri non cambia lo schema, ma manda in campo Lykogiannis e accentra Dalbert. L’Inter inizia il suo show. È il 66’ Calhanoglu cala il tris troppo lo spazio lasciato dalla difesa rossoblù. Due minuti dopo arriva anche il poker neroazzurro: Barella pesca Lautaro Martinez che insacca al volo la propria doppietta personale. Il Cagliari a San Siro ora subisce la forza neroazzurra. Gara alle battute finali, ma il risultato sembra non piacere ai meneghini, che continuano a impegnare Cragno e ad affannare i rossoblù. Marchetti fischia al 90’, nessun recupero. Il Cagliari dopo quattro pareggi incassa una sconfitta netta con i campioni d’Italia.

INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfies (72’ Dimarco), Barella, Brozovic (72’ Vidal), Calhanoglu (76’ Sensi), Perisic (83’ Zanotti); Sanchez, Lautaro (72’ Satriano). A disposizione: radu, Gagliardini, Vecino, Dzeko, Kolarov, Sensi, Ranocchia, Vidal, Dimarco, D’Ambrosio, Zanotti, Satriano. Allenatore: Simone Inzaghi.

CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Caceres (70’ Zappa), Godin, Carboni (82’ Obert); Bellanova, Grassi (59’ Lykogiannis), Marin, Deiola (82’ Oliva), Dalbert; Joao Pedro, Keita Baldè (70’ pavoletti). A disposizione: Aresti, Radunovic; Altare, Lykogiannis, Obert, Zappa; Oliva; Ceter, Pavoletti, Pereiro. Allenatore: Walter Mazzarri.

Arbitro: Matteo Marchetti

Marcatori: Lautaro Martinez 29’- 68’, Sanchez 50’, Calhanoglu 66’,

Ammoniti: Lautaro Martinez, Cragno, Deiola.

L’articolo Cagliari travolto a San Siro: l’Inter vince 4-0. Un grande Cragno rende il passivo meno pesante proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda