Alle ore 08:40 circa c’è stata una richiesta di soccorso tecnico urgente al comando dei vigili del fuoco di Oristano per un incidente stradale sulla SS 131 al km 111 del direzione SS.

Il sinistro ha coinvolto due autovetture e un mezzo pesante causando forti rallentamenti.

Oltre i vigili del fuoco del distaccamento di Abbasanta che hanno provveduto a mettere in sicurezza lo scenario, intervenuta la polizia stradale che ha effettuato i rilievi e due ambulanze del 118 per prestare le cure ai conducenti delle vetture.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Nei primi anni del 900 ad Urzulei venne fatta una sensazionale scoperta archeologica. Un giovane del paese, intento a cercare radica di erica destinata alle fabbriche di pipe in Germania, trovò una statuetta di bronzo nella grotta “sa Domu ‘e s’Orcu“.

La statuetta nuragica raffigura una madre con un figlio morto (o morente) in braccio, quasi con l’intento di supplicare qualche arcaica divinità per la sua salvezza.

La posa dei personaggi ricorda la più famosa Pietà di Michelangelo e infatti qualcuno l’ha ribattezzata “La Pietà Sarda” mentre prof. Giovanni Lilliu la chiamò la Madre dell’Ucciso.

La straordinaria forza raffigurativa di un manufatto risalente a 3500 anni fa lascia stupefatti, anche se purtroppo qualche dubbio rimane sui significati reali del bronzetto.

Attualmente la statuetta è conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

alba-lanusei

La foto di oggi è stata scattata a Lanusei da Rossella Loi.

Un’alba mozzafiato scattata dalle montagne verso il mare, con il sole che sorge direttamente dall’orizzonte.

Invia le tue foto più belle alla mail redazione@vistanet.it (indicando il nome del fotografo e del luogo immortalato).

Le più belle saranno pubblicate sul nostro sito

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Il cenone della Vigilia, l’abbuffata di Natale e il pranzo di Santo Stefano mettono – ogni anno, ogni santo anno! – a dura prova la nostra cerniera dei jeans. Be’, è risaputo, la tavola imbandita come se si dovesse mangiare in trecento e non in venti, venticinque massimo, è la norma. Guai che manchi qualcosa – giammai! – o che qualcuno si alzi non sazio dalla sedia, quella con i rinforzi riservata a queste occasioni. Si deve mangiare tutto. Dall’attimo che la capofamiglia ritiene opportuno per raccogliere tutte le pecorelle smarrite e dirottarle verso la tovaglia rosso fuoco con i Babbi Natali e le renne disegnati (generalmente lo fa sbattendo una forchetta su un contenitore di metallo) e per le successive sei ore, ogni commensale dovrà ingurgitare ogni antipasto, una montagna di primo e il secondo in proporzioni atipiche e poi qualunque varietà di dolce e/o frutta. Tutto questo tra brindisi e bis vari. Ecco perché il 27, quando la stanchezza e la sbornia di Santo Stefano si fanno sentire battendo sulle tempie a ritmo di rock, un’altra preoccupazione arriva ad affliggere tutti. Nessuno escluso.

Sarà una preoccupazione viva e forte perlomeno fino a febbraio.

Ma come si fa a entrare nei pantaloni?

Molti sono i consigli, in merito. Uno dei più utili e salutari è concentrarsi sulla reidratazione. Bere molto, moltissimo, perché un bicchiere di alcol equivale a un litro d’acqua in meno nell’organismo. Ricordate tutti i brindisi fatti per capire quanto l’organismo abbia necessità di essere reidratato. Anche i succhi di verdura sono promossi.

Poi, certo, bisogna per qualche tempo mangiare diversamente. No ai digiuni e no alle diete drastiche. Tenere i consueti tre pasti modellando per un po’ l’alimentazione: è questa la chiave. Meno zuccheri semplici o cereali bianchi. Merluzzo e pollame, ad esempio, sono leggeri ma nutrienti.

Una passeggiata al giorno di un’ora è inoltre un toccasana, se fatta dopo mangiato facilita la digestione.

No assoluto al menu liquido – pollice in giù per le brodaglie di verdure e frutta in sostituzione ai pasti – e no ai cibi light. È sconsigliata anche l’attività fisica esagerata. Se avete l’intestino irritato, evitate per qualche tempo vino, birra, salumi, wurstel, spezie, cioccolato, formaggi stagionati (e altri alimenti che possono continuare a irritarlo).

Allora, ricapitolando, mangiate di tutto un po’ ma a dosi non eccessive e per qualche tempo, se avete l’intestino irritato, evitate alcuni alimenti. Ci sono poi alcune tisane (come il tè verde o il finocchio) che possono aiutare a eliminare i chili e i liquidi in eccesso, e a reidratare il corpo. Fate un po’ di esercizio fisico.

Pochi accorgimenti e quella cerniera chiuderà, e senza spargimenti di sangue. Si spera, almeno.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Per secoli la foca monaca ha popolato il Mediterraneo e la costa orientale della Sardegna in particolare.

Il mammifero marino nuotava libero nelle acque del Golfo di Orosei trovando rifugio nelle grotte e alimentandosi con il ricco pescato del mare.

La convivenza con l’uomo però è stata deleteria per questo animale che dagli anni ’80 circa è scomparso dall’Isola. Sopravvivono nel Mediterraneo circa 700 esemplari.

In questo servizio della Rai del 1969 una troupe racconta la vita dell’ultimo nucleo stabile della zona di Cala Gonone, circa 15 foche. Alla fine del video le riprese di due esemplari che nuotano in mare.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

di Mario Fadda

In questo mese di dicembre, in Sardegna poche volte la colonnina di mercurio ha segnato temperature al di sotto dello zero. La neve sulla catena del Gennargentu, sul Limbara e sopra le altre elevate creste che l’Isola annovera non quest’anno si sta facendo attendere. Quando le condizioni climatiche lo permettono, tanti appassionati sardi si dirigono verso i territori dell’interno per godere di questo spettacolo che in Sardegna non è sempre scontato.

Al momento esistono poche società ed associazioni che insegnano ai bambini e ragazzi a sciare. Vengono anche organizzati dei corsi d’avviamento per gli adulti e tramite la UISP annualmente vengono organizzate delle gare per i settori giovanili, ma della Sardegna (oltre far parte a livello nominale del comitato Lazio-Sardegna della Federazione Italiana Sport Invernali), nessuna traccia a livello agonistico.

Eppure non è sempre stato così. A partire dai primi anni ’30, con lo sviluppo delle sezioni sportive del G.U.F. (Gruppo Universitario Fascista), e dell’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro), le provincie del Regno d’Italia si organizzano di anno in anno per inviare la propria selezione ai Littoriali (competizioni simili alle Universiadi o ai Giochi della Gioventù), cui partecipavano solitamente i goliardi di tutto lo Stivale. Una ulteriore occasione di competizione erano i Littoriali della Neve e del Ghiaccio. Anche la Sardegna dunque volle organizzarsi.

L’occasione si presentò tra la fine del 1934 e l’inizio del 1935, le forti nevicate favorirono gli amanti degli sport invernali che si organizzarono al meglio per godere della copiosa coltre bianca che ammantava parecchie delle montagne dell’Isola. Sul Limbara l’O.N.D. di Tempio imbastì alcune escursioni e decise di organizzare per la prima volta in Sardegna i Campionati provinciali di sci alpino e sci di fondo, valevoli per le qualificazioni ai Campionati Nazionali di Ortisei.

Le gare si disputarono il 3 febbraio 1935, la partecipazione fu molto vasta, il Limbara fu preso letteralmente d’assalto da alcune centinaia di partecipanti, molti ricevettero il brevetto di sciatore dopo le buone prove disputate, tra questi molte ragazze. Cinque squadre, oltre alcune finite fuori classifica, parteciparono alla 12 Km di Marcia e tiro. Tredici furono invece gli atleti che riuscirono a concludere la prova di Discesa Libera. Il percorso della gara di Marcia e Tiro si snodava dalla Val Licciola fino a Madonna della Neve per un totale di 12 km. La gara fu vinta dalla prima squadra dell’O.N.D. di Tempio. Per quanto riguarda la gara di Discesa Libera, venne approntata su uno dei costoni della Val Licciola una pista adatta per la gara di velocità. A spuntarla fu Francesco Pinna dell’O.N.D. di Tempio in 2’20” e ¾, a seguire altri 12 concorrenti. Altre riunioni si svolsero in quegli anni a Fonni e nei pressi di Desulo.

Poi nulla o poco più fino agli anni ’70, quando per iniziativa dell’Unione Sportiva Desulo e sotto l’egida della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), nel 1971 venne organizzata la prima edizione della “Coppa Gennargentu”, valevole per il campionato sardo di Slalom Gigante. La prima edizione venne vinta a sorpresa da un giovanissimo atleta cagliaritano, Maurizio Castaldi, del CAI di Cagliari. La coppa e conseguente titolo regionale rimase in mano al giovane Castaldi anche nei successivi 2 anni. All’edizione del 1972 parteciparono 80 atleti, tra cui 10 donne, la manifestazione si svolse in condizioni proibitive, nebbia e vento disturbavano l’azione dei gigantisti isolani, nonostante tutto la gara andò a buon fine. Nel 1974 a Fonni, sul Bruncu spina, venne organizzata la prima edizione della “Coppa Citta di Cagliari”, per iniziativa del CAI di Cagliari e dello Sporting Club Ispada di Fonni.

Col tempo però le iniziative persero di vigore fino a quasi spegnersi del tutto. Eppure la passione per molti sardi continua ad essere viva e con il giungere dei rigori dell’inverno molti attendono la neve per indossare nuovamente scarponi e sci. A Fonni si lavora sugli impianti per una futura riapertura, a Desulo ed altrove si registrano buone affluenze, si spera che in avvenire, con la sistemazione di tutti gli impianti la Sardegna possa finalmente riuscire a creare qualche buon atleta anche in questa importante sezione di discipline sportive.

L’articolo Lo sapevate? In Sardegna negli anni ’30 si svolgevano vere e proprie gare di sci proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

 

 

Raffaele Bangoni, 42 anni, di Urzulei, ha studiato Tecniche erboristiche presso l’Università di Urbino, decidendo, alla fine del suo percorso di studi, di tornare nella sua amata Sardegna per lavorare alla creazione del suo progetto: Insula Body Care. 

Il progetto è nato dall’intuizione di un piccolo gruppo di amici, spinti dall’intento di creare un nuovo brand di cosmesi erboristica sostenibile e biodegradabile, con radici ben piantate in Sardegna e dall’ambizione di poter essere conosciuti in tutto il mondo.Così, nel 2018, è nata Insula Body Care. 

“Insula” è un laboratorio cosmetico erboristico, con sede a Urzulei, dove si realizzano prodotti per la cura del viso e del corpo: saponi liquidi, creme, oli idratanti, scrub, unguenti e oleoliti oppure prodotti solidi come saponette, doccia shampoo, balsamo, sapone da barba. Ma la peculiarità che distingue i prodotti sono i nomi in lingua sarda. «Per rimarcare il legame con la nostra terra» spiega Raffaele.

L’identità del brand e la sua immagine sono state studiate a lungo per poi arrivare alla creazione, come prima fase, di una linea di cinque tipi di saponette. Negli anni il progetto Insula è cresciuto, dando la possibilità a Raffaele e ai suoi soci di arricchire le linee esistenti, realizzare nuovi prodotti e stringere le prime collaborazioni. Infatti, il settore della cosmesi naturale è molto vivace in tutta la Sardegna, situazione che ha consentito possibilità di sinergie e scambi di idee. Ogni zona, così come ogni impresa, presenta delle caratteristiche che la distinguono dalle altre, una propria immagine e un percorso: non esiste una sola ricetta. Questo è un bene, perché oltre alle collaborazioni, per Raffaele «tutte le idee centrate sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio, sulla sostenibilità, sono benvenute in Ogliastra!». 

Infatti come tante altre aziende nel settore e non, soprattutto in un periodo storico che rimarca la lotta contro i cambiamenti climatici e ambientali, “Insula” ricerca i propri fornitori sul territorio in base a criteri di etica e sostenibilità,. Spiega Bangoni: «Ci piace pensare che questi valori ci accomunino anche con tutti i nostri clienti. Tutti i loro prodotti sono realizzati con ingredienti naturali al 100% e sono completamente biodegradabili». 

Alla domanda sulle grandi soddisfazioni ottenute con il suo laboratorio e i suoi prodotti, Raffaele risponde così con ironia: «L’aspetto creativo e artigianale del mio lavoro è una cosa che continua a darmi grandi soddisfazioni, anche se non escludo, un giorno, di dedicarmi all’altra mia grande passione: il tempo libero!». 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

Non lontano dal mare, in una vasta pianura ben irrigata e dal clima mite, c’era un grande e bellissimo giardino che profumava di tanti fiori colorati, uno più bello dell’altro. Tra le migliaia di questi fiori splendidi, ce n’era uno rachitico, brutto e insignificante. Poverino! Soffriva di questa sua condizione e della sua diversità e provava un sentimento di invidia verso gli altri, soprattutto quando, passando di lì, le persone si fermavano ad ammirare gli altri fiori per farne mazzi da regalare, per ornarsi vezzosamente i capelli o annusarne il delizioso profumo. Di lui, invece, nessuno si degnava.

Spesso gli altri fiori ridevano di lui e lo prendevano in giro. “Sei uno sgorbio della natura” gli disse un giorno una rosa vellutata che era spuntata accanto a lui. “Mi vergogno di starti vicino”. Così, si rivolse al Sole pregandolo di farla appassire e il Sole, puntando su di lei raggi più cocenti del solito, esaudì il su desiderio.

Fu allora che il brutto Fiore cercò di issare il suo stelo per quanto possibile, per seguire quella palla di fuoco che si spostava nell’arco del cielo e volgendo la sua corolla sbiadita verso di lui. Sperava che si accorgesse della sua esistenza e che gli venisse in aiuto. Infatti, il Sole restò impressionato da tanta tenerezza e devozione e decise di avvicinarsi a lui per conoscerlo meglio.

Tra loro nacque una bella amicizia.

Il Sole si accostò, lo abbracciò e lo inondò di calore e di colore, conferendo ai suoi petali il giallo acceso dei suoi raggi, infondendo vigore al suo stelo che in un batter d’occhio si irrobustì e si allungo facendosi più alto di tutti gli altri, reggendo una dorata corolla a raggiera che spiccava fiera tra tutti. Questi, ammirati, abbandonarono il loro atteggiamento di superiorità e gli fecero i complimenti per la sua bellezza. E quella gialla corolla, riconoscente al Sole, continuò sempre a seguirne il giro nella volta celeste, dal suo sorgere al suo tramontare. Per questo, tutti gli altri fiori del campo, decisero di chiamarlo “Girasole”.

Passò del tempo da allora, tanto tempo, e un bel giorno, proprio sul campo dove nacque quel particolare fiore, si formò un agglomerato di case e un altro “fior di paese” prese quel nome.

Testo tratto da “Ogliastra, paesi e leggende” di Fidalma Mameli

L’articolo Lo sapevate? Il paese di Girasole prende il nome da una leggenda (che piacerà molto ai bambini) proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

In Sardegna si registrano oggi 468 ulteriori casi confermati di positività al COVID, sulla base di 3972 persone testate. Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 17390 tamponi.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 11 ( come ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 132 ( 1 in più di ieri).

4939 sono i casi di isolamento domiciliare ( 352 in più di ieri).

Non si registrano decessi.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Il dramma della sanità ogliastrina deve finire. L’ospedale di Lanusei è allo stremo.

Pediatria oggi ha chiuso i battenti, e resiste solo la piccola Betlemme del punto nascite. Cardiologia resta aperta fino a martedì. Tutti i reparti sono ridotti all’osso.

78 sono i medici in servizio, sui 127 previsti in pianta organica. Ne mancano 49, ma ne basterebbero di meno.

Dure le parole del consigliere regionale Salvatore Corrias: «I medici responsabili delle Unità operative, lodevoli per il loro impegno perpetuo, declinano ogni responsabilità, etica e professionale, e chiedono soccorso. Sono tempi davvero difficili, per cronica carenza di medici e di recrudescenza pandemica, e puntare il dito su qualcuno sarebbe da stolti. Se ne esce solo se si sta uniti, e se si affrontano insieme le criticità».

«Dal primo di gennaio, dunque, ci sarà una nuova governance e, come da Legge 24, ci saranno nuovamente le otto Assl. Anche il nostro territorio riavrà la sua. Cambia tutto, o tutto dovrebbe cambiare, ma non perché tutto rimanga così com’è. Sarebbe intollerabile se qualcosa non cambiasse, sarebbe intollerabile se non si desse subito esecuzione agli incentivi per i professionisti affinché scelgano le sedi più disagiate (che già è brutto -e forse improprio- definirle tali). Tanto prevede la legge, non ultima la stessa Omnibus di recente approvazione, non ultima la nuova legge finanziaria di prossimo varo. Se così non fosse, se qualcosa non cambiasse, nemmeno il nostro spirito di coesione basterebbe più. E non ci sarebbero più alibi. Per nessuno» conclude Corrias.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi