museo maschere mediterraneo mamoiada foto michela girardi

A Mamoiada, piccolo centro della Barbagia, il Museo delle Maschere Mediterranee racconta le antiche radici della tradizione carnevalesca e il legame profondo che unisce la Sardegna alle culture del Mediterraneo. A pochi chilometri da Nuoro, nel cuore della Sardegna, il museo è un punto d’incontro tra storia e folklore, dove l’arte rituale diventa un ponte che collega popoli e tradizioni geograficamente distanti ma culturalmente affini.

Il museo è strutturato in due principali aree espositive che permettono di immergersi nei simboli e nei rituali delle maschere sarde e mediterranee:

  1. Arti rituali della Barbagia: in questa sezione, il museo rende omaggio alle maschere tradizionali della Sardegna, come i celebri Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, i Boes, Merdules e Filonzana di Ottana, e i Thurpos di Orotelli. Queste maschere, realizzate in legno secondo antiche tecniche artigianali, raccontano storie di riti e credenze tramandate nei secoli, e incarnano l’anima e il carattere della cultura barbaricina.
  2. Arti rituali del Mediterraneo: questa sezione espone maschere e costumi provenienti da diverse aree del Mediterraneo, includendo regioni come l’Alto Adige e il Friuli, e paesi come Portogallo, Spagna, Bulgaria, Grecia, Slovenia e Croazia. Questi oggetti, ognuno con le proprie caratteristiche, mettono in luce come il rito carnevalesco mediterraneo sia una tradizione condivisa, un mosaico di simboli che, pur distinti, dialogano tra loro.

Il museo offre inoltre un’esperienza immersiva attraverso una multivisione su grandi schermi, che trasmette l’essenza del Carnevale di Mamoiada, con i Mamuthones e Issohadores protagonisti di una narrazione visiva che coinvolge ed emoziona. In un suggestivo filmato di dodici minuti, l’etnografo Bachisio Bandinu racconta il Carnevale e il passaggio della tradizione alle nuove generazioni, ripercorrendo i momenti in cui bambini, artigiani e uomini del paese si preparano ai riti carnevaleschi. Il film, con le immagini delle maschere in lavorazione e dei riti collettivi, riesce a rendere tangibile l’atmosfera densa di mistero e passione che ancora oggi unisce la comunità di Mamoiada.

museo maschere mediterraneo mamoiada2

Il Museo delle Maschere Mediterranee è molto più di un’esposizione: è un viaggio nel patrimonio culturale della Sardegna e un omaggio alle tradizioni che accomunano i popoli mediterranei. Con una collezione unica di maschere e una narrazione profonda e coinvolgente, il museo rappresenta una porta d’accesso all’affascinante mondo dei rituali, offrendo un’esperienza che custodisce e tramanda il mito dei Mamuthones e degli Issohadores, riconosciuto ormai anche a livello internazionale.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

l'ultimo centenario, film di mereu

Dal 31 ottobre 2024, il film L’Ultimo Centenario del regista Pietro Mereu sarà disponibile gratuitamente su MyCulture+, una piattaforma online dedicata alla promozione del cinema che esplora e valorizza le lingue e le culture minoritarie. Questo lungometraggio sarà offerto con sottotitoli in inglese, permettendo a un pubblico internazionale di accedere a una storia che mescola cultura, tradizione e introspezione, esplorando una delle “Zone Blu” più celebri al mondo, quella della Sardegna, nota per l’eccezionale longevità dei suoi abitanti.

L’Ultimo Centenario segue il viaggio di una giornalista, interpretata da Carlotta Dessì, che giunge nella suggestiva Baunei, un luogo immerso nelle tradizioni sarde e conosciuto per i suoi abitanti longevi. Alla ricerca dell’ultimo centenario ancora in vita, la protagonista si confronta con una verità che trasforma profondamente la sua percezione della vita e della morte. Girato nel cuore della Sardegna, il film ha coinvolto la comunità locale, offrendo un ritratto autentico della cultura sarda e della quotidianità di Baunei, dove l’età avanzata è un segno di saggezza e di un forte legame con la terra.

Prodotto da Ilex Production e supportato dalla Fondazione Sardegna Film Commission e dall’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna, L’Ultimo Centenario vuole essere un omaggio non solo alla longevità, ma anche alla bellezza di una comunità unica. Le riprese hanno visto una partecipazione attiva degli anziani del luogo, che hanno contribuito con il proprio vissuto a creare un racconto profondamente radicato nella realtà del territorio.

Il regista Pietro Mereu ha dedicato questo progetto alla memoria dei due protagonisti, Carlotta Dessì e Gianni Cannas, scomparsi prematuramente. Mereu ha voluto rendere il film un omaggio emozionante alla loro arte e alla loro eredità, dichiarando come il progetto non solo celebri la longevità, ma sia anche un tributo sentito alla vita e all’influenza di queste due figure che hanno arricchito profondamente la cultura cinematografica sarda.

Gli spettatori possono accedere gratuitamente a L’Ultimo Centenario registrandosi alla piattaforma MyCulture+ su myculture.plus, trovando così un’occasione per immergersi nella tradizione sarda e riflettere sulle profonde questioni che la pellicola affronta.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Maena Delrio, scrittrice ogliastrina

La scrittrice ogliastrina Maena Delrio ha di recente dato alle stampe il suo nuovo romanzo, “Donne di ginepro”, pubblicato da NPS Edizioni. Pur avendo all’attivo diversi racconti e romanzi, Maena confessa che definire se stessa come “scrittrice” la fa ancora sentire un po’ strana. L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre, intrecciandosi con la sua vita ricca di passioni. Sarda “fino al midollo”, Maena è madre di quattro figli, ha un compagno da 21 anni e divide il suo tempo tra la famiglia, la corsa e la pittura.

Nonostante i numerosi impegni familiari, Maena riesce a mantenere una routine quotidiana di scrittura, anche nei momenti più impegnativi. Crede profondamente nel valore dell’impegno costante, un insegnamento che ha trasmesso anche ai suoi figli. Per lei, il segreto per ottenere risultati in qualsiasi campo, è la disciplina quotidiana.

La sua determinazione la spinge a non mollare mai davanti alle sfide, mentre il suo carattere solare la porta a vedere sempre il lato positivo delle cose, trovando speranza anche nei momenti difficili. La passione, invece, è il motore che alimenta ogni sua attività, rendendo ogni cosa più entusiasmante e ricca di significato.

Il romanzo Donne di ginepro nasce, racconta la scrittrice ogliastrina, da un’ispirazione improvvisa. Una mattina di primavera, tornando a casa dal lavoro, Maena nota un dettaglio che la proietta in un’altra epoca: una tenda che si muove leggermente, un antico arnese in un cortile, il suono delle campane. Da quel momento, la sua immaginazione inizia a creare un mondo popolato da donne con lunghe gonne, bambini scalzi e anziani che masticano tabacco. Questo sogno a occhi aperti accende la trama del romanzo, strettamente legata alle storie che la scrittrice ha ascoltato dalla madre e dalla nonna.

L’idea prende subito forma, ma il manoscritto rimane nel cassetto per un po’ di tempo. Ogni volta che Maena lo condivide con qualcuno, altre storie si aggiungono, arricchendo il racconto. Il processo creativo dietro Donne di ginepro non rappresenta solo un viaggio nella scrittura, ma anche una profonda crescita personale.

Nel romanzo, le protagoniste femminili mostrano una grande forza interiore. La scrittrice sostiene di rivedersi in molte di loro, specialmente in Celeste e Caterina, che affrontano le difficoltà della vita con determinazione e resilienza. Questi personaggi si adattano alle situazioni più difficili, contando sempre sulle proprie capacità. Il primo capitolo del libro, ispirato a un evento della vita della nonna di Maena, suscita sempre una forte emozione nell’autrice, che riesce a commuoversi ogni volta che lo rilegge.

La storia è ambientata in Sardegna, terra a cui Maena è profondamente legata. La scrittrice si sente parte integrante della sua isola, non solo per i suoi paesaggi mozzafiato, ma anche per i valori di amicizia, generosità e ospitalità che caratterizzano la cultura sarda. Nel romanzo, Maena celebra questi legami attraverso le sue protagoniste.

Il titolo stesso del romanzo racchiude un potente simbolismo: il ginepro, una pianta forte e resiliente, capace di crescere in condizioni difficili, aggrappata tra le rocce e battuta dai venti. Come il ginepro, le donne di Maena sono pioniere, capaci di resistere e reinventarsi, con radici salde e una forza interiore che le guida nei momenti più complicati.

Per il futuro, Maena ha in mente molti progetti e idee da sviluppare, nonostante il tempo sia sempre limitato. Tuttavia, con la sua determinazione e passione, è certa di riuscire a portarli avanti e, nel frattempo, continua a godersi ogni passo del suo viaggio creativo.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Festival “Sos arrastos de Grassia”:

In un turbinio di danze tradizionali, sonorità mediterranee e pregevoli sperimentazioni si è conclusa la decima edizione de “Sos arrastos” de Grassia il festival di coralità musica, letteratura e arti popolari organizzata dall’associazione di Galtellì “Voches ‘e ammentos”.

Non ci poteva essere migliore epilogo per una manifestazione sviluppatasi all’insegna della fratellanza tra i popoli e che, nei quattro giorni appena trascorsi, è riuscita a tessere i fili tra quasi 200 artisti, interpreti di innumerevoli realtà isolane, della penisola ed europee. Nell’ultima giornata, dopo gli appuntamenti di Galtellì, Loculi e Onifai che hanno visto l’esibizione di gruppi, cori e ensemble in grado di far riecheggiare i canti di ispirazione popolare, i virtuosismi della musica colta e le danze tradizionali, una scaletta particolarmente nutrita ha animato l’anfiteatro comunale di Galtellì .

Di particolare rilievo è stata la premiazione della professoressa Neria De Giovanni che all’opera deleddiana
ha dedicato buona parte della sua carriera. È alla ricercatrice, punto di riferimento nel panorama culturale italiano, che l’associazione guidata da Giovanni Vacca ha tributato il prestigioso riconoscimento Mastru d’ammentos 2024, sezione Arti musicali e letterarie a sottolineare e lo ha fatto non solo in virtù della decennale collaborazione ma anche per il suo importante contributo di divulgazione dell’opera della scrittrice.

Un premio, che dal 2019, celebra chi si è distinto nella promozione della lingua, della cultura e delle arti popolari sarde. “Vogliamo simboleggiare, anche attraverso questo premio, l’amore della scrittrice premio Nobel per l’artigianato, la musica e le tradizioni della sua terra, elementi centrali nelle sue opere” ha dichiarato a questo riguardo la direttrice artistica del festival, Franca Floris.

“È tempo di bilanci e come associazione possiamo dirci molto soddisfatti non solo per la caratura degli ospiti, che presentati da Martino Corimbi e Pinuccia Sechi si sono avvicendati nel corso delle quattro serate, ma anche per il clima di scambio, condivisione e fratellanza che ha animato tutte le serate della manifestazione e per la collaborazione dell’intero territorio” è stato il commento del presidente del sodalizio che, grazie al contributo della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna e delleù amministrazioni comunali dei tre borghi della Baronia,
anche quest’anno ha portato avanti il percorso di promozione e valorizzazione della straordinaria eredità
culturale di Grazia Deledda la quale, proprio a Galtellì ha ambientato il suo romanzo più celebre “Canne al vento”.

“Questo premio mi è particolarmente caro – ha dichiarato Neria De Giovanni – , perché arriva da un’associazione
impegnata da decenni a far conoscere l’unica dona italiana vincitrice del premio Nobel attraverso la valorizzazione dei canti e delle danze tradizionali”.

“Un percorso che Voche ‘e ammentos ha intrapreso non chiudendosi nei confini ristretti del proprio territorio ma aprendosi al mondo” ha aggiunto la professoressa. L’impegno e il ruolo degli organizzatori è emerso con
forza attraverso le parole di Maria Delogu, segretaria particolare dell’assessora regionale alla cultura Ilaria
Portas, che, con il sindaco di Galtellì, Franco Solinas, e il consigliere d’amministrazione della Fondazione di Sardegna, Pasquale Mereu, ha presenziato alla consegna del premio.

“Questo festival rappresenta un esempio concreto di ciò che significa fare cultura – ha osservato Delogu – e, da rappresentante di un assessorato che si occupa anche di politiche giovanili, vedere tanti giovani con profonde radici identitarie animare con canti e balli tradizionali questi spazi ci da speranza nel futuro”.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Maria Lai

Maria Lai, celebre artista ogliastrina, nata nel 1919 a Ulassai, ha vissuto un’infanzia caratterizzata dall’isolamento e dalla fragilità fisica, elementi che hanno influenzato profondamente il suo futuro artistico. Figlia di Giuseppe, veterinario, e Sofia Mereu, era la seconda di cinque figli. A causa della sua salute cagionevole, Maria trascorreva i rigidi inverni presso gli zii contadini a Gairo, lontana dal paese natale, il che le impedì di frequentare regolarmente la scuola elementare.

Questo periodo di solitudine, tuttavia, si rivelò essenziale per lo sviluppo del suo talento. Immersa nella quiete della campagna sarda, Maria cominciò a esprimere la sua creatività fin da bambina, disegnando con i carboni del camino sulle pareti di casa. Queste esperienze segnarono l’inizio di un percorso artistico che l’avrebbe portata a diventare una delle figure più importanti dell’arte contemporanea italiana.

Un episodio particolarmente significativo della sua infanzia fu l’incontro con lo scultore Francesco Ciusa, uno dei più rinomati artisti sardi del tempo. Quando Maria era ancora una bambina, Ciusa la scelse come modella per un’opera speciale: un ritratto di una sorellina defunta della famiglia Lai. Posare per Ciusa fu, per la giovane Maria, un’esperienza intima e toccante, che probabilmente influenzò la sua visione dell’arte come strumento per raccontare storie personali e collettive, sempre profondamente radicate nel territorio e nelle tradizioni della sua terra natale.

Questo legame precoce con il mondo artistico, unito alla sua inclinazione naturale per il disegno e la creatività, contribuì a formare il carattere unico della sua opera. Maria Lai, che nel corso della sua carriera avrebbe esplorato una vasta gamma di linguaggi espressivi, tra cui il tessile, l’installazione e la performance, si distinse per la capacità di unire il mito, la memoria e il paesaggio in un dialogo continuo con la comunità. L’esperienza di posare per Ciusa non fu solo un evento biografico, ma una delle prime tappe di un viaggio artistico straordinario, che l’avrebbe portata a innovare l’arte sarda e a conquistare riconoscimenti internazionali.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Si chiama Daniel Virdis, ma tutti lo conoscono come Daniel Dj, e da Sorso sta conquistando il mondo dello spettacolo. A soli 12 anni, Daniel è diventato una star di TikTok e ha già calcato importanti palchi, tra cui quello di Italia’s Got Talent.

Ieri sera, ha incantato anche il pubblico del nuovo programma di Amadeus, “Chissà chi è”, sul Canale 9, facendo ballare il comico Lillo con una performance travolgente.

Il giovane prodigio ha iniziato presto la sua carriera: a soli 5 anni, i genitori gli regalarono la sua prima consolle, assecondando la sua passione per la musica. Da allora, Daniel ha continuato a stupire con il suo talento da DJ, partecipando a vari programmi televisivi e diventando un volto noto sia in TV che sui social.

Con il supporto della famiglia e dei suoi fan, Daniel Dj ha un futuro promettente davanti a sé, e continuerà a far parlare di sé nei prossimi eventi e show.

In questo video la sua esibizione a Italia’s Got Talent:

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Enrico Baroffio, originario di Sassari, è motivo di grande orgoglio per la Sardegna. A soli 24 anni, il giovane ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Sassari con il massimo dei voti, ottenendo 110 e lode. Questo brillante traguardo gli ha permesso di vincere il prestigioso “Premio America Giovani per il Talento Universitario” della Fondazione Italia Usa, che lo colloca tra i 1000 migliori neolaureati d’Italia.

Baroffio ha avuto un percorso scolastico eccellente, iniziato al Liceo Azuni di Sassari, dove ha mostrato il suo talento accademico, e culminato con la laurea in giurisprudenza all’ateneo sassarese. Grazie alla sua dedizione e ai suoi risultati straordinari, è stato premiato nei giorni scorsi durante una cerimonia presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati a Roma. Il riconoscimento, promosso in collaborazione con il consorzio AlmaLaurea, si basa su criteri quali età, corso di laurea, media dei voti e voto finale conseguito.

La candidatura di Baroffio al Premio America rappresenta un’importante conferma della sua eccellenza e un esempio di ispirazione per i giovani sardi. Il suo successo accademico è un motivo di orgoglio per l’intera comunità, che vede in lui un modello di impegno e dedizione nello studio.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Ce l’hanno fatta. Con determinazione, Elisa Armosini e Rebecca Cossu hanno superato le prefinali di Miss Italia a Numana. Un traguardo importante per queste due giovani donne, decise a costruire il proprio futuro, incarnando alla perfezione il fascino mediterraneo. Prima della finalissima, le aspetta una settimana di impegni intensi: corsi, sfilate e preparazione sotto la guida di tutor esperti, culminando nel gran finale del 15 settembre, quando la Commissione tecnica sceglierà la vincitrice del concorso 2024.

Elisa, 19enne di Arzachena, è arrivata alle prefinali grazie alla fascia di Miss Social conquistata nelle finali regionali di Carbonia. Rebecca, 20 anni, di Cabras, ha invece guadagnato il suo posto grazie al titolo di Miss Sardegna. Ora, si preparano per l’ultimo colpo in un ambiente altamente competitivo, facendo parte delle migliori 40 bellezze d’Italia, selezionate tra 219 concorrenti. Solo 15 di loro accederanno all’ultima fase per contendersi il titolo di Miss Italia.

Le prefinali, che si sono tenute a Numana, in provincia di Ancona, dal 5 al 7 settembre, sono state frenetiche, con una selezione molto dura. Intanto, il concorso sta ponendo sempre più attenzione a valori come il rispetto, la sensibilità sociale e la lotta contro le discriminazioni.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

Girasole, venerdì 6 settembre alle 18 e 30, presso la Pineta di Isulla Manna (Chiosco Bar Relax), si terrà la presentazione del libro “Gelisoi – Una vita rubata” di Salvatore Sanneris.

Dialogherà con l’autore Antonio Ghironi (Direttore Artistico dell’Associazione Culturale Simul) e interverrà Anna Maria Baldussi (Aipsa Edizioni), mentre le letture saranno a cura di B. Piras, M.L. Mereu e G. Campus.

L’evento avrà luogo con il patrocinio del Comune di Girasole e la collaborazione della Pro loco Girasole APS e del Comitato B.V. di Monserrato della Parrocchia di Girasole.

Durante la serata, verrà proiettato un cortometraggio dedicato al paese di Girasole.

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Fonte: Ogliastra News Federica Cabras

Nuova tappa del caffè letterario itinerante di Margherita Musella: il prossimo appuntamento sarà sabato 31 agosto alle 18 e 30 in pineta, a Girasole – vicino al mare –, presso il Chiosco Relax di Patrizia Piras per presentare il libro Figli di Sardegna della scrittrice cagliaritana 51enne Stefania Cuccu.

 

 

Il testo rappresenta una raccolta di storie di vita legate alla nostra terra: la Sardegna. È il racconto di persone semplici che hanno fatto della propria esistenza un capolavoro, aiutando le persone in difficoltà o lavorando per portare l’Isola oltre i confini regionali e nazionali. È la storia degli emigrati sardi, ma è anche il racconto di chi ha attraversato drammi profondi e ha avuto la forza di ricominciare.

«Cosa spinge Stefania a scrivere libri dedicati ai figli di Sardegna? Forse l’esigenza di lasciare traccia, di non dimenticare e di far conoscere…» commenta Musella. «Lo fa per l’oggi, ma lo fa soprattutto per il domani, per le future generazioni. Lo fa per l’oggi: abbiamo bisogno di sentir parlare del bello che c’è intorno a noi. E il bello sta anche nelle persone che continuamente incrociano il nostro cammino. Lo fa per il domani: perché queste storie siano di esempio a chi si trova ad affrontare momenti di sconforto o di difficoltà, e siano d’esempio per i nostri ragazzi ormai incantati dagli influencer della TV. I nostri influencer non dobbiamo cercarli lontano, sono le persone che camminano accanto a noi.»

Parte del ricavato della vendita dei libri andrà alla associazione SardegnaAccessibile per l’acquisto di una sedia da mare per persone con difficoltà motorie

«Il caffè letterario è il mio sogno realizzato di mettere insieme persone che amano tutte le arti per valorizzarle e unirle in un unico cerchio d’amore.»

Tutti attesi a Girasole.

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Fonte: Ogliastra News Federica Cabras