«La mia casa era sempre aperta a tutti, la porta non era mai chiusa a chiave. Mia madre era chiara su questo: chiunque era ben accetto. Ho fatto mia questa dimostrazione d’amore verso il prossimo.»
Inizia così il racconto di Gisella Casula, 55enne desulese d’origine ma baunese d’adozione. Un’empatia e uno spirito di accoglienza fuori dal comune e uno sguardo rivolto sempre agli altri, per tendere loro una mano nel momento del bisogno. Ed ecco perché quando, all’alba del 24 febbraio, Putin dà inizio all’operazione militare in Ucraina, il suo pensiero di fronte all’esodo dei cittadini che scappano dalla guerra è subito: “Devo fare qualcosa”.
«Durante un servizio alla tivù, sono rimasta traumatizzata da un’immagine in particolare» racconta. «C’era una donna giovane con due gemelle che potevano avere l’età delle mie figlie. Non ho potuto fare a meno di immedesimarmi: come avrei fatto, fossi stata in lei? Così, da sola, con due creature a cui badare e un solo zainetto in spalla a custodire i miei averi. Ho detto a mio marito che, se avessi avuto l’opportunità, l’avrei ospitata.»
A Gisella quelle immagini fanno male, le premono in petto. Sente crescere dentro di sé, sempre più forte e prorompente, la voglia di essere parte attiva negli aiuti alla popolazione ucraina, non solo una spettatrice di tristi e strazianti servizi del telegiornale.
Poi, l’occasione. «Su un gruppo WhatsApp è arrivato un link, si trattava di una richiesta di adesione proprio per ospitare le persone che scappavano dal conflitto. Ho subito dato il mio consenso e, dopo una prima richiesta andata a vuoto, ne è arrivata un’altra: una giovane donna cercava un posto sicuro.» La designer di abiti da cerimonia Alessia Rudenko, proveniente da Ukraïnka, fa così il suo ingresso a Baunei a casa di Gisella – supportata in pieno dal marito, Salvatore Incollu –, senza nessuna richiesta, in punta di piedi, con un unico cruccio: vuole lavorare, di certo non sarà un peso. Viene quindi assunta in un locale di zona.
«È affezionata alle bambine» dice Gisella, madre di due gemelle di sei anni. Quando le acque si saranno calmate, spiega la baunese, la 43enne si sposterà a Milano: potrà così trovare un lavoro nel suo campo. Per ora, rimane in Ogliastra, il cuore rivolto verso i parenti rimasti in diverse zone dell’Ucraina. E con la speranza che il posto amato che chiama casa possa presto tornare a essere luogo sicuro.
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis