Un’antica leggenda seuese narra di un luogo tra le falesie calcaree, terribile quanto angusto, adibito a carcere.
Un anfratto utilizzato dagli abitanti del villaggio scomparso di Santu Perdu – oggi scomparso – situato nel territorio comunale del paese montano.
Non è dato sapere per quali azioni si finiva imprigionati tra quelle rocce, ma difficilmente una volta all’interno il carcerato avrebbe potuto tentare la fuga.
Per entrare all’interno, ancora oggi, si deve passare attraverso un cunicolo molto stretto e accidentato. Una volta dentro, l’ambiente appare molto alto e stretto, chiuso da entrambi i lati da due massi franati.
Per arrivare nella zona di Santu Perdu – omonima del villaggio – basta seguire la strada che porta alla foresta di Montarbu.
L’antico abitato che un tempo si trovava alle pendici della prigione, secondo la leggenda, sarebbe scomparso a causa di una faida. A scatenarla la bella Maria Cadelana, durante una festa a Santa Lucia, altra località campestre del Comune di Seui. Il rifiuto della donna di ballare con diversi uomini, e accettando l’invito di un giovane avrebbe portato alla distruzione di interi villaggi.
Da qualche anno è stata recuperata la festa in onore di San Pietro, festeggiata nella località campestre dove sorgeva la chiesa in onore dell’apostolo di Gesù. Un luogo immerso nei boschi, dove poco distante passa la linea ferroviaria Mandas-Arbatax.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda