Quando è comparso per la prima volta l’uomo in Sardegna? Una domanda non semplice a cui rispondere, ma di certo molto affascinante.
Il dato più certo riguarda il primo homo sapiens che abbia vissuto nell’Isola. I resti più antichi sono stati rinvenuti nella Grotta Corbeddu, nel territorio di Oliena. Il fossile ritrovato nel 1993 dai ricercatori era una falange, risultata appartenere – senza alcun dubbio – a un homo sapiens di 22 mila anni fa.
Una scoperta sensazionale, che diede un termine post quem la storia dei nostri progenitori ebbe inizio nell’Isola.
Ma ben più affascinante, anche se ben più dibattuta, fu la scoperta avvenuta nel 2001 in una impervia grotta di origine vulcanica di Cheremule, in provincia di Sassari.
Nella grotta denominata poi Nurighe, fu trovato un ossicino di qualche centimetro risalente a un periodo databile tra i 750 mila e i 250 mila anni fa. Gli studi effettuati successivamente sono arrivati a ipotizzare con buone dosi di probabilità che si tratti sempre di una falange appartenente a un ominide.
Chiaramente siamo in un periodo ben antecedente la comparsa nel mondo dell’homo sapiens. Il “proprietario” di quell’ossicino, che poi è stato ribattezzato “Nur” e che è oggi considerato l’essere umano sardo più antico di cui si abbiano notizie, sarebbe stato un predecessore dell’uomo di Neanderthal. Della specie che dominò il continente europeo per 350 mila anni possedeva alcuni tratti, così come possedeva molte caratteristiche dell’homo erectus.
Gli studiosi sono portati a credere che si sia trattato di un ominide sviluppatosi in modo “autonomo” nella scala evolutiva umana, così come avvenuto in molte parti del mondo e secondo quelli che sono gli orientamenti scientifici degli ultimi anni. Per questo è stato coniato il termine di “Uomo di Cheremule”, un uomo pre-neanderthaliano che avrebbe avuto un ruolo da protagonista in Sardegna nel Paleolitico inferiore. La sua corporatura sarebbe stata leggermente diversa dalle specie umane più coeve. Il suo fisico sarebbe stato più gracile e più alto dei Neanderthal.
La teoria, come abbiamo detto, è ancora dibattuta. Secondo alcuni studi più recenti l’ossicino non sarebbe una falange umana, ma il “dito” della zampa di un uccello rapace vissuto in quell’era storica.
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis