Lo sapevate? Nel 2004 un aereo che trasportava un cuore si schiantò nei monti di Sinnai: morirono 5 persone.
Trasportava un cuore prelevato da una donatrice al San Camillo di Roma e destinato per un trapianto ad un paziente del Brotzu, il Cessna 500 precipitato nel 2004 sui monti di Sinnai. Morirono tre medici dell’equipe del Brotzu, guidata da Alessandro Ricchi, e i due piloti.
Sono passati quasi 22 anni dal 24 febbraio 2004, quando un aereo Cessna 500 proveniente da Roma e diretto a Cagliari si schiantò sulle pendici (punta Baccu Malu) del monte Cresia, sui Sette Fratelli, nel comune di Sinnai.
La notizia suscitò grande commozione, Ricchi e i suoi colleghi erano molto noti a Cagliari. L’equipe morì su un aereo che trasportava un cuore prelevato da una donatrice al San Camillo di Roma e destinato ad un paziente in attesa di trapianto ricoverato all’Ospedale Brotzu di Cagliari. Una corsa contro il tempo che purtroppo risultò fatale.
Nella tragica sciagura accaduta all’équipe cardiochirurgica composta da Alessandro Ricchi, Antonio Carta e Gianmarco Pinna persero la vita, oltre all’équipe del Brotzu anche i due piloti austriaci Helmut Zurner e Thomas Giacomuzzi con il tirocinante Daniele Giacobbe.
Il pilota aveva manifestato al Controllo aereo l’intenzione di effettuare un avvicinamento “a vista” rispetto all’aeroporto, dove avrebbe dovuto utilizzare la pista 32. Ciò sarebbe stato motivato dalla volontà di arrivare velocemente all’ospedale, evitando il tragitto più lungo che aggira, dal mare, i rilievi che circondano Cagliari. Al momento di scomparire dagli schermi radar per l’impatto con la parete della punta Baccu Malu, l’aereo si trovava, secondo gli accertamenti effettuati, a circa 3.300 piedi di altezza e volava a una velocità di 226 nodi (equivalenti a 419 Km/h), a una distanza di circa 17 miglia dalla pista.
I soccorritori accorsi sul luogo del disastro trovarono i resti dell’aereo pressoché disintegrati nell’impatto con la montagna e poterono recuperare in giornata i corpi delle vittime. Fu ritrovato anche il contenitore con il cuore che veniva trasportato ai fini del trapianto, ma esso era ormai inservibile.
Cinquantuno anni prima, nel 1953, la stessa zona era stata il teatro di un altro incidente aereo. Cadde un DC 3 della LAI, una Compagnia aerea antesignana dell’Alitalia, e morirono 19 persone. Anche in quel caso tra le vittime vi era un cardiochirurgo.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi