È forse tra i santi più venerati in Sardegna e questo può essere considerato il periodo dell’anno in cui lo spirito festoso isolano trova la sua maggior espressione. Il 17 gennaio è Sant’Antonio, protettore degli animali e la cui ricorrenza coincide con l’inizio del periodo del Carnevale. Il rito dei fuochi – quest’anno “spenti” dal Covid-19 un po’ ovunque in Sardegna – rappresenta infatti un momento di purificazione e di passaggio. Secondo la tradizione, i falò accesi in occasione della vigilia, ogni 16 gennaio, “divorano” con le loro fiamme ciò che è trascorso durante l’anno e portano alla rinascita della primavera, benché alla stagione manchino ancora diverse settimane.

“Sant’Antoni ‘e su fogu”, un rito purificatore, punto di svolta dell’anno, tanto atteso dalla comunità. Così come le maschere sarde che, nei vari paesi della Sardegna, si riuniscono attorno ai grandi fuochi per scatenarsi in lunghi balli. I nostri nonni usavano dire “is ballus de scarapèzza si pràngint in Carèsima”, a indicare forse come un divertimento eccessivo in questo periodo possa far pagare pegno nel prossimo periodo quaresimale. Chissà. Peccato, comunque, che l’avanzare della corsa del virus rischi di bloccare interamente la festa e i suoi momenti topici. Di certo, comunque, pandemia o no, da adesso inizia il periodo giusto per le grandi abbuffate di zeppole, le squisite “frittelle” simbolo di questa metà dell’inverno.

Una festa, quella di Sant’Antonio, alla quale è legata una ricca simbologia. Il maialino, ad esempio, che nell’iconografia ha accompagnato il santo nella sua discesa negli Inferi. Da lì il furto del fuoco, altro simbolo pregnante, dopo l’inganno ordito ai diavoli, e il dono fatto all’umanità dal Prometeo dei sardi.

Ancora oggi Sant’Antonio è indubbiamente fra le figure più venerate. Protettore delle fanciulle innamorate, era usanza che le ragazze nascondessero sotto il letto le lampade ardenti a sette bracci, richiamo della menorah ebraica. Le lucerne in terracotta, poi, erano presenti nei riti antichi in onore della dea Demetra.

Sant’Antonio, inoltre, è da sempre il protettore degli animali. A Cagliari, per l’occasione, la chiesa di via Manno è sempre stata un pullulare di cani, gatti, cavalli, buoi, pronti a ricevere la consueta benedizione nella caratteristica messa.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis