Doni e regali a favore dell’infanzia più povera. Ecco la Befana del Duce, celebrazione istituita dal fascismo in tutta Italia per il giorno dell’Epifania. Per la verità, già dagli inizi del ‘900, dunque prima dell’avvento della dittatura mussoliniana, ogni 6 gennaio erano parecchi i commercianti e le varie categorie professionali che raccoglievano doni in natura e denaro da destinare alle famiglie più bisognose.
Non fu dunque una novità assoluta, ma è sotto il fascismo che, dietro un ampio lavoro di propaganda demagogica, la Befana fascista, poi divenuta Befana o Natale del Duce, ebbe una diffusione più articolata. L’idea della Befana fascista nacque da Augusto Turati, politico e giornalista, in seguito segretario nazionale del Pnf, che ordinò alle Federazioni provinciali del Pnf donazioni da parte di commercianti, ma anche di industriali e agricoltori, in occasione della festa del 6 gennaio. La gestione sarebbe stata curata dalle organizzazioni femminili e giovanili del fascio.
Così ecco la prima Befana fascista, il 6 gennaio 1928. Un successo che comportò la riproposizione anche negli anni avvenire, nel corso del Ventennio fascista e dell’instaurazione della Repubblica Sociale Italiana, nel 1943. Nel 1934, poi, dopo la caduta in disgrazia di Turati, travolto da una campagna scandalistica, l’iniziativa assunse il nome di Befana o Natale del Duce.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi