A Lanusei è nota la Grotta di “Cristolu Locci”, posta all’estremo occidentale del bosco Selèni, nei pressi della Valle della fonte Sipàri.
Questa avrebbe preso il nome da un uomo di nome Cristoforo Locci, che la utilizzava come nascondiglio.
La memoria storica lanuseina ha tramandato la figura di questo individuo descrivendolo a tinte fosche e particolarmente pericoloso. Di “Cristolu” non si conosce né l’origine e neppure i reati dei quali si sarebbe macchiato, ma si narra fosse braccato dalle forze dell’ordine.
Soprannominato “miarru-miarru”, l’uomo sarebbe stato assassinato da un gruppo di cacciatori di Gairo e Lanusei in circostanze particolarmente cruente. Dopo essere stato catturato da questi, sarebbe stato costretto a cadere in un precipizio dagli aguzzini. Infatti armati di bastoni percuotendolo lo avrebbero fatto avanzare in una rupe di fronte ad un precipizio per poi farlo sfracellare.
Similitudini con la morte di “Cristolu” sono riscontrabili con il macabro rito dell’uccisione degli anziani che sarebbe stato utilizzato dai sardi in epoca arcaica. Della leggenda di “Cristolu Locci” fa menzione l’illustre generale e scrittore Angelino Usai, nell’opera “Il villaggio nuragico di Lanusei” del 1970.
Sempre Usai riporta i racconti di persone che testimoniano come alla fine dell’ottocento la grotta lanuseina fosse un rifugio di latitanti. Tra questi, il nascondiglio di Michele Moro di Gadoni e Liberato Onano di Aritzo.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda