
Il carcere di Lanusei, da sempre luogo di detenzione ma anche di riflessione e recupero, continua il suo percorso di rieducazione attraverso la cultura. Questa mattina, nell’ambito del progetto triennale “Apriamo le porte al teatro, alla musica e alla lettura”, i detenuti hanno avuto l’opportunità di incontrare la scrittrice e professoressa ogliastrina Simonetta Delussu. L’autrice, con il suo libro “Delitto d’onore, storia di Irene Biolchini”, ha portato nella struttura una storia che affonda le radici nella realtà, ma che allo stesso tempo racconta un percorso di lotta e resilienza, che ha stimolato un dibattito intenso e coinvolgente.
Durante l’incontro, i detenuti hanno avuto modo – infatti – di dialogare con l’autrice, facendo numerose domande e dimostrando una grande curiosità nei confronti del romanzo, ispirato a una vicenda vera, che ha riscosso un notevole successo di pubblico negli anni passati. Questo appuntamento rientra in un progetto che mira a favorire la crescita culturale, creativa e personale di chi vive in detenzione.
La Commissione Didattica della Casa Circondariale di Lanusei ha infatti voluto introdurre attività artistiche e culturali che favoriscano il dialogo, la socializzazione e l’espressione individuale. Con il teatro, la musica e la lettura come strumenti privilegiati, l’iniziativa intende stimolare la riflessione e il miglioramento interiore dei detenuti, mettendo in discussione la percezione della detenzione come una “sospensione della vita” e trasformandola invece in un’opportunità di crescita personale.
Ogni evento culturale diventa, dunque, occasione di cambiamento e di confronto. Nel corso dell’incontro con Simonetta Delussu, i detenuti non solo hanno avuto l’occasione di confrontarsi con una scrittrice di successo, ma hanno anche potuto riflettere su temi universali come la giustizia, la dignità e la lotta per il riconoscimento del proprio valore. Il romanzo della Delussu, che racconta la tragica vicenda di Irene Biolchini, ha suscitato riflessioni profonde tra i presenti, alimentando discussioni che vanno oltre la semplice lettura del libro, ma che spaziano a concetti legati alla giustizia sociale, al riscatto e alla speranza di un futuro migliore.
La partecipazione attiva dei detenuti, le domande e il coinvolgimento dimostrato durante l’incontro testimoniano l’efficacia di questo tipo di iniziative, che possono trasformare l’esperienza detentiva in un percorso di riabilitazione culturale e umana. Le attività proposte nell’ambito del progetto “Apriamo le porte al teatro, alla musica e alla lettura” rappresentano infatti uno strumento potente di inclusione sociale e di crescita, che aiuta i detenuti a rielaborare il loro vissuto e a sviluppare competenze trasversali utili al loro reinserimento nella vita civile.
Nel corso dell’incontro, Simonetta Delussu ha voluto esprimere la sua gratitudine e la sua emozione per aver preso parte a questa iniziativa così significativa. “È stato un grande onore partecipare a questo progetto,” ha dichiarato l’autrice. “Non solo per l’opportunità di condividere la mia storia con i detenuti, ma anche per l’intenso interesse che ho riscontrato da parte loro. Ho ricevuto tante domande, segno che l’incontro ha suscitato curiosità e un vero coinvolgimento da parte dei partecipanti. È stato davvero emozionante.”
L’autrice ha poi voluto ringraziare personalmente alcune persone che hanno reso possibile questo evento. “Ringrazio la professoressa e coordinatrice Franca Loddo per avermi invitata, Mario Lombardo, Lucia Pinna, la Direttrice Maria Anna Madeddu e l’educatrice Sandra Cincotti. Senza di loro, questa giornata non sarebbe stata possibile. Sono grata per la possibilità di portare il mio lavoro in un contesto così speciale, che dimostra come la cultura possa essere un potente strumento di cambiamento.”
Il romanzo “Delitto d’onore, storia di Irene Biolchini” è ambientato nel 1923 in una Sardegna che sta cercando di riprendersi dalla devastazione della guerra. La protagonista, Irene Biolchini, incinta di cinque mesi e abbandonata dal fidanzato, è costretta a fare i conti con una società che impone alle donne disonorate di “ripulire” l’onta subita. Con grande determinazione, Irene impara a sparare e trova un alleato in Samuele Stocchino, la “tigre d’Ogliastra”. In un atto estremo di giustizia, Irene affronta l’uomo che l’ha disonorata, uccidendolo con un colpo preciso. La forza interiore e il coraggio della protagonista sono temi centrali del romanzo, che racconta non solo una tragica vicenda di vendetta, ma anche il riscatto di una donna che trova la sua voce in un contesto sociale difficile.
L’autrice, Simonetta Delussu, con il suo stile avvincente e profondo, riesce a dare vita a un racconto potente e ricco di emozioni, dimostrando una notevole capacità di narrare storie complesse con grande sensibilità. La sua abilità nel trattare temi di giustizia, onore e lotta per la dignità umana ha fatto di questo libro un successo, suscitando grande interesse e ammirazione da parte di chi lo legge.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi