Nel 1961, la Rai realizzò un documentario che provò a raccontare l’essenza unica della Sardegna, una terra che, a distanza di milioni di anni, continua a portare i segni delle sue origini antiche e tumultuose. Il filmato offre una prospettiva affascinante su quella che è la seconda isola più grande del Mediterraneo, evidenziando come la sua natura aspra e frastagliata sia stata forgiata da forze primordiali.

Il documentario mette in luce come gli elementi naturali abbiano modellato la Sardegna nel corso dei millenni. Le coste dell’isola, caratterizzate da scogliere imponenti e insenature nascoste, sono state scolpite dalla forza del mare e del vento, che hanno agito come artisti implacabili, creando un paesaggio di rara bellezza e complessità. Queste coste frastagliate non sono solo una meraviglia naturale, ma anche una testimonianza delle forze geologiche che hanno plasmato il Mediterraneo.

Il documentario non si limita a esplorare il passato geologico dell’isola, ma offre anche uno sguardo sul presente della Sardegna degli anni Sessanta. Attraverso immagini suggestive, il filmato conduce lo spettatore in un viaggio attraverso i villaggi isolani, le tradizioni secolari e il rapporto indissolubile tra gli abitanti e la loro terra.

La Sardegna del 1961 appare nel documentario come una terra di contrasti. Da un lato, la sua natura selvaggia e incontaminata, con le montagne che si ergono maestose e le pianure solitarie battute dal vento; dall’altro, le comunità locali, legate alle loro tradizioni e alla loro terra, vivono in armonia con l’ambiente circostante. Questo equilibrio tra uomo e natura è uno dei temi centrali del filmato, che celebra la resilienza e la forza di una cultura che ha saputo preservarsi nel corso dei secoli.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi