Sono i modi di dire sardi che non passano mai di moda.
Nella nostra tradizione le espressioni di saggezza popolare pungono con precisione, quando necessario, e racchiudono in poche battute esperienze di vita vissuta.
Diffusi in tutta l’Isola, is “dicius” continuano ancora oggi, in piena modernità ad essere sempre fonte di consiglio e di rimprovero. Oppure, come in questo caso, di scarcasmo.
Come l’immortale “giai ses a frori”, viva espressione che gioca sull’antitesi presente nel parlato sardo, non invecchia mai il detto “Non ses bonu mancu pro èssere fùndiu a Santu Èngiu”, anche se coniato in epoca moderna. Letteralmente “Non sei buono neanche per essere fuso a San Gavino”, con allusione alla storica fonderia di piombo e zinco della cittadina del Medio Campidanu.
Un oggetto rotto, impossibile da aggiustare, viene buttato via. Allo stesso modo, con spirito provocatorio quasi “crudele”, la tradizione popolare punge ogni persona considerata inetta.
L’articolo Insultare ma con classe: da dove deriva l’espressione “Non ses bonu mancu pro èssere fùndiu a Santu Èngiu”? proviene da ogliastra.vistanet.it.
Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa