Nei primi decenni del secolo scorso nelle campagne di Perdasdefogu, fu scoperto un vero e proprio tesoro punico.

Infatti in un nascondiglio, vennero alla luce quasi 800 monete cartaginesi che il dottor Toselli – medico condotto del paese all’epoca – vendette al Museo di Cagliari, come scrisse in un resoconto l’archeologo Taramelli.

Nello documento dell’accademico viene sottolineato che quasi la totalità delle monete erano state coniate in Sardegna, mentre la restante parte a Cartagine e in Sicilia. Inoltre insieme al denaro punico, vi erano anche 15 sestanti romani – monete di bronzo risalente al periodo repubblicano -.

Dalla classificazione fatta in seguito da Giovanni Spano su queste monete sardo-puniche, quelle coniate nell’Isola vengono fatte risalire al II secolo a.c.

Tra le monete ritrovate, una è molto importante, in quanto riporta il monogramma di Cornelio Mammula, pretore e propretore della Sardegna – tra il 217 e 216 a.c – ai tempi dell’invasione di Annibale in Italia e la vittoria del condottiero cartaginese a Canne.

Infatti Mammula, vista l’impossibilità del senato romano di inviare aiuti a causa delle gravi difficoltà nella guerra, coniò sestanti romani sopra monete puniche.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi