Che soffrano o non soffrano lasciamo a voi l’ardua decisione: il fatto è uno, che gli animali selvatici presenti nei circhi vengono privati dei loro fondamentali diritti. E se fate 2 più 2 vi darete da soli la risposta. Il fatto che gli animali – spesso appartenenti a specie esotiche e in via di estinzione – vengano costretti, in modo anacronistico e primitivo, a fare spettacoli per un pubblico pagante e a vivere in condizioni contrarie alla loro natura, non vi sembra abbastanza per definirlo maltrattamento?

Tigri (predatori solitari che per natura si muovo su territori di centinaia di chilometri) che saltano attraverso cerchi di fuoco, elefanti (mammiferi che vivono in gruppo e che prendono parte attiva nella cura dei loro cuccioli), obbligati a stare in posizione seduta e a compiere azioni completamente estranee al loro essere. Ma la lista sappiamo bene che può continuare annoverando zebre, leoni, giraffe, orsi. Tenuti in gabbia e addestrati, forzati a esibirsi e fare spettacoli per sopravvivere in condizioni che non hanno nulla in comune con le loro esigenze etologiche.

Scrive la LAV che, nonostante il sondaggio Wild animals in Circuses, commissionato da Eurogroup for Animals in otto Paesi europei all’inizio del 2021, ha evidenziato che il 77% degli italiani vuole uno stop all’uso degli animali nei circhi, la legge italiana è rimasta praticamente immutata dal 1968. La LAV ha stimato, tramite un monitoraggio sul territorio, che attualmente ci sono circa 2100 animali detenuti in poco più di 100 circhi, rilevando inoltre che i circhi italiani detengono un numero elevatissimo di animali provenienti da specie in via di estinzione quali elefanti, tigri e leoni, ippopotami, rinoceronti e altri.

Quel che resta è che a Cagliari il circo ogni anno (al momento Orfei) ritorna puntualmente. Quest’anno fino a metà gennaio, pronto ad accogliere chi ancora riesce a divertirsi ignorando la sofferenza e il maltrattamento di esseri senzienti.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa