Silverio Calisi, il pescatore di origini ponzesi conosciuto da tutti come Zio Cilormo, morì nel 2009 all’età di 94 anni, dopo aver vissuto quasi una intera vita nel borgo arbataxino, che lo ha ricordato di recente anche dedicandogli una piazza.
Era stimato dall’intera comunità arbataxina e tortoliese per essere un instancabile lavoratore, per la sua grande bontà d’animo e il suo prezioso dono: nella sua lunga vita, infatti, alleviò le sofferenze dovute a malattie della pelle a tantissime persone curandole con la sua saliva “miracolosa” accompagnando il suo gesto con una preghiera. Senza mai pretendere nulla in cambio. In centinaia da ogni dove si sono recati negli anni nella sua casa beneficiando gratuitamente del suo dono.
La scrittrice arbataxina Margherita Musella gli ha dedicato un ricordo speciale.
Riportiamo integralmente le sue affettuose parole:
«101 anni fa nasceva Girolamo Calisi, il 20 giugno, giorno di San Silverio, santo a cui sono devoti non solo i ponzesi dell’isola ma anche quelli sparsi in tutto il mondo. Abitava a Le Forna nella zona Calacaparre dove viveva anche mio nonno Giuseppe Avellino. Erano vicini di casa da piccoli ed entrambi sono morti qua in Sardegna, solo che zio Cilormo, come tutti lo chiamavano, ad Arbatax ci venne all’età di 13 anni. Faceva il pescatore, non il santo, ma ha avuto modo di aiutare così tante persone con il suo dono che non viene difficile pensarlo con una tenerezza e una gratitudine infinita. Io stessa sono passata sotto la sua saliva, perché lui usava proprio la saliva per curare certe tipologie di mali. Lo ricordo bene quando, appena punta da uno scorfano, consapevole del dolore che avrei dovuto sopportare, sono corsa da lui che abitava a circa 500 metri da casa mia ed è successo quello che tanti hanno sperimentato: la guarigione .
Zio Cilormo curava con la sua saliva e la preghiera – dopo aver ereditato dalla madre questo suo potere – malattie della pelle, micosi, punture di insetti, porri, fuoco di Sant’Antonio. Protagonista suo malgrado fra tanti per quest’ultima patologia è stato mio padre Gino Musella che ha beneficiato del suo potere salvifico, peccato che il suo potere non si estendesse anche alla cura della leucemia. Anche la mia amica Susanna Comida, dopo cure di tutti i tipi che non l’aiutavano in nessuna maniera a liberarla dai tantissimi porri che le deturpavano le mani, dopo aver consultato e avuto fiducia in questo straordinario uomo, nel giro di 20 giorni si è vista sparire tutte le verruche.
Zio Cilormo aveva un dono e lo metteva al servizio di tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri. Senza, soprattutto, pretendere niente. E infatti viveva modestamente nella sua casetta con la pensione, accettava chiunque gli chiedesse aiuto ricevendoli in mattinata e fra colazione e pranzo per tre giorni consecutivi. Ovviamente ci sono state tante discussioni animose e polemiche ostili sul suo operato ma i miglioramenti definitivi parlavano da sé ed era chiaro che lo facesse con dedizione e senza interesse, senza pretendere compensi in denaro anche se accettava del caffè, dello zucchero, del pesce, dei dolci, del vino e dell’olio ma giusto come dono simbolico.
Aveva avuto un bellissimo dono da Dio e lui ne era consapevole e senza indugio l’aveva messo a disposizione del suo prossimo che accoglieva sempre con pacatezza e gentilezza infondendo fiducia. Dopo la prima persona guarita nel 1930, Peppineddu Piras, a cui sputò sul piede punto da una tracina che fa un male indescrivibile – e qua ve lo confermo perché a dieci anni venni punta anche io e piansi due ore consecutive disperatamente per il dolore atroce: peccato che non abitavo ancora ad Arbatax – dopo averlo centrato appunto con la sua saliva, ecco che il dolore si placa e la vita di Girolamo Silverio Calisi cambia direzione.
Dopo e’ stato un susseguirsi di guarigioni di tante persone anche famose e provenienti da ogni angolo della Sardegna e non solo. La fama del vecchio pescatore che curava con la saliva e le preghiere arrivò anche ad alcune potenti case farmaceutiche che più volte cercarono di contattarlo per esaminare la sua saliva ma il pescatore/guaritore rifiutò sempre le offerte per paura che potessero specularci. E’ morto povero e quasi cieco ma tantisimi lo ricordano con amore. Grazie a questa splendida figura di uomo: ricordarlo insieme a me e a voi che leggete lo tiene in vita».
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda