C’era il tempo in cui la tradizione sarda attribuiva ai comuni mali origini di diverso tipo. Specie quando questi erano soliti colpire i bambini. Così, ecco che a uno dei fastidi più comuni che riguardava gli occhi dei piccini veniva dato un nome curioso e, soprattutto, veniva associato un rito di guarigione particolare.

Si tratta del male de “su prupu”, Il polpo marino che, quando si attacca con le sue ventose sulle mani o sulle braccia, lascia segni rossi per un po’ di tempo. Un arrossamento che spesse volte appariva negli occhi dei bambini, accompagnato da dolori e bruciori, causato da un’infezione o un’infiammazione di varia origine.

Secondo la tradizione sarda e la fede popolare, come riportato anche da Efisio Sanna, il compito di guaritore veniva dato a un pescatore o in generale a chi aveva attraversato il mare.

Seguendo precise formule e riti di preghiera, rivolti prevalentemente alla patrona degli occhi Santa Lucia, il bimbo veniva così curato.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis