Lo abbiamo visto, rivisto, apprezzato, commentato, condiviso. Del cortometraggio “Nuraghes S’Arena” del regista Mauro Aragoni, che ha come protagonista il rapper Salmo, pensiamo di sapere tutto. Ma non è così. Oggi, con il regista, ci addentriamo tra i retroscena del film, costellato di imprevisti, curiosità e aneddoti curiosi.
Le dieci cose successe dietro alle quinte che non sapevate di questo piccolo capolavoro cinematografico sardo, ambientato nell’età del bronzo e che vede il guerriero Arduè partecipare a un torneo sanguinoso in un contesto di riti sciamanici con la compagnia del suo maestro Bachis, dove alla fine affronterà colui che ha ucciso sua figlia.
1 – Il sangue che avete visto nella scena in cui Salmo si dipinge prima della battaglia è sangue vero (scarti di macelleria), un’ idea di Aragoni e del costumista e oggettista Pier S. J. Per dare più suggestione al progetto. La scena in cui Salmo doveva spalmarselo addosso è stata però girata in ritardo e il sangue è rimasto al sole per ore. Puzzava di carogna. Alla fine Salmo e Aragoni hanno deciso comunque di girarla. «L’unica cosa che gli dissi fu di non odorarsi le mani, ma, ovviamente lo fece e rischiò di vomitare sulla camera – ricorda il regista ogliastrino – Dopo tanti conati e parecchie risate siamo riusciti a girare la scena».
2 – Il progetto è nato da una semplice chiacchierata di Aragoni con il suo barbiere, il tortoliese Giovanni Cabras (di seguito divenuto anche produttore del film). Entrambi pensavano che sarebbe stato impossibile realizzare il progetto ma dopo 3 anni e tantissimo lavoro il film è uscito su Paramount Channel.
3 – Salmo si è avvicinato al progetto mentre si girava un video di Hellvisback. Sul set c’era il supervisore ai visual effect Alessandro Fele che gli fece vedere il Teaser. «Subito dopo Salmo mi chiamò e invitò me e Alessandro a pranzo a casa sua» ricorda Aragoni.
4– Durante le prove dei combattimenti Dennis Mura (scenografo e costumista delle Mmschere degli sciamani che rappresentano Surtzu e Sa mamulada di Seui) si è rotto una gamba combattendo contro Michael Segal. «Fu un momento orrendo – spiega Aragoni – perché Dennis doveva fare l’attore e combattere. Ci ritrovammo senza un’intera scena quando alla fine si propose un ragazzo, il figlio dei proprietari del B&B che ci ospitava. Alla fine proprio quel giovane ha partecipato al combattimento sulla scena ed è stato bravissimo. La scena è quella in cui Salmo gli sfonda il volto con l’arma dei pugilatori nuragici».
5 – All’inizio il rapper sardo non voleva fare l’attore, voleva solo contribuire alla produzione, ma durante un pranzo Aragoni l’ha convinto a farlo. «Sul set era insicuro alcune volte senza rendersi conto che in realtà stava facendo un gran lavoro» racconta il regista.
6 – Il budget investito è stato minimo ma solo perché gli artisti hanno voluto collaborare a titolo gratuito, diversamente il film sarebbe costato circa 100mila euro.
7 – Le armi usate sulle scene sono tutte vere. Andrea Loddo ha accettato di collaborare al film gratuitamente per pura passione e a patto che potesse realizzare le armi e le armature con tessuti e bronzo veri. «Sul set quelle armi erano molto pericolose e abbiamo dovuto stare molto attenti alle norme di sicurezza. Nonostante le cautele, Salmo, per sbaglio, durante una prova mi ha dato una spadata sulla bocca dello stomaco. Mi ha fatto malissimo» racconta Aragoni.
8 – Il set del film è stato allestito in Ogliastra, a Seui, in mezzo al nulla, tra tacchi giganti di roccia. «Internet non c’era ed era fantastico, solo che ha rallentato molto la produzione- ricorda il regista – Per riuscire a comunicare con l’esterno eravamo costretti a salire in cima al nuraghe. Parlare con la mia ragazza o mandare un semplice SMS diventava una cosa epica con quella scalata».
9 – Sul set c’erano tantissimi insetti, di tutti i tipi. «Alla fine del terzo giorno di riprese vidi Pier S. J. che tossiva, mi disse che stava ingrassando le armature con del grasso animale e una mosca gli era entrata in bocca. La tosse era fortissima e iniziò a lacrimare. La gente di zona ci disse che era una mosca che depositava i vermi negli occhi delle pecore. Ce la facemmo sotto tutti- ricorda il regista – Un rimedio tra quelli proposti era quello mettersi dei rametti con foglie in bocca. Ricordo che abbiamo finito le riprese terrorizzati da quella maledetta mosca e tutta la troupe aveva o quei rami in bocca o le mascherine che ora siamo costretti ad usare. Pier Finì le riprese così ma al rientro si prese un antibiotico che eliminò i vermi».
10- All’inizio, prima che il progetto partisse e la produzione prendesse vita, prima che Salmo e chiunque altro si interessassero all’idea, l’idea era che il Nuraghe di teschi dovesse essere realizzato con teste mozzate. Ma era troppo costoso e difficile da realizzare in CGI (effetto visivo). «Con Alessandro Fele restammo fermi per mesi senza avanzare col progetto solo perché era troppo iconica come idea e non volevamo rinunciarci, ma, poi una mattina mi sono svegliato pensando ai teschi e dicendomi che ero un pirla a non averci pensato prima – ricorda Aragoni – Usare i teschi sarebbe stato molto più iconico. Così lo dissi a Fele che mi rispose che era molto più fattibile, non semplice ma realizzabile. E così lo fece in quel modo. Quando uscì quell’immagine online, solo quella ebbe in risposta a bellezza di 20mila fan. Lì abbiamo capito quanta potenza avesse il progetto, da lì ci siamo messi all’opera, tante persone ci hanno dato l’energia giusta ed è nato tutto. Se quell’immagine non avesse funzionato, probabilmente non avremmo fatto nulla».
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi