È il 13 agosto 1949. Sono armati di mitra e bombe a mano, e sono in tanti, si sono piazzati sulla strada Tortolì-Villanova Strisaili all’altezza di Monte Maore. Al passaggio del camioncino che trasporta le paghe degli operai spuntano all’improvviso e l’autista è costretto a frenare. Si sta costruendo la nuova diga sul Flumendosa, e a bordo ci sono quasi 9 milioni di lire. Dopo pochi secondi giunge la camionetta dei carabinieri di scorta al portavalori.
I banditi aprono il fuoco contro i militari. Quattro carabinieri restano uccisi, altri 5 feriti. Il bottino è di cinque milioni e mezzo di lire.
I carabinieri resistono eroicamente. Per aiutarli, il brigadiere oristanese Antonio Sanna, allora 36enne, che si distinse per la lucida reazione e per il suo coraggio nell’affrontare il commando di banditi.
«Era reduce dalla Seconda Guerra Mondiale – ricorda oggi il figlio Franco – Era generoso e rispettoso verso tutti i colleghi. Averlo come amico era una fortuna e per me è un grande onore essere suo figlio. Anche in quel momento da Far West, ha reagito con lucidità, coraggio e un grande cuore. Nel 1959, infatti, ha ricevuto la medaglia d’argento al merito di servizio dal Ministero dell’Interno ( foto). Prima di arruolarsi, fu uno dei migliori autisti dell’esercito italiano e da civile fu anche un ottimo meccanico. Mandato in Africa per la campagna orientale del secondo conflitto mondiale, fu scelto subito come autista del Generale Mambrini e del Colonnello Fabbri. Si innamorò dell’Africa e imparò la lingua più diffusa, lo swahili. Portò in salvo, dopo un pesante attacco degli inglesi, una quarantina di commilitoni e fu premiato anche per questo. Quando ero piccolo, mi raccontava che in Somalia costruivano le case usando dei mattoni realizzati con la stessa tecnica che si adoperava nella sua Oristano. Un impasto di argilla, paglia e fango. Aveva coraggio da vendere anche nelle operazioni militari più pericolose. I colleghi lo stimavano per la sua gentilezza e per la sua operatività»
Non è la prima volta che i banditi assaltano dei mezzi sulla strada. Alle 9.15 del 7 aprile era stata assaltata la corriera della tratta Nuoro-Lanusei, da sette uomini armati e mascherati. I 30 passeggeri vengono fatti scendere e derubati di tutto ciò che hanno, accade al valico di Correboi. Ma nessuno rimane ferito.
Altri episodi seguono nei mesi successivi e si apre una sorta di stagione degli assalti, tanto che cominciano a emergere delle “personalità”, dei banditi che più di altri si mostrano temerari e diventano quasi figure leggendarie, finché non vengono arrestati. Tra loro spiccano Pasquale Tandeddu e Giovanni Battista Liandru che verrà soprannominato “Il bandito Giuliano della Sardegna”.
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis