Il cenone della Vigilia, l’abbuffata di Natale e il pranzo di Santo Stefano mettono – ogni anno, ogni santo anno! – a dura prova la nostra cerniera dei jeans. Be’, è risaputo, la tavola imbandita come se si dovesse mangiare in trecento e non in venti, venticinque massimo, è la norma. Guai che manchi qualcosa – giammai! – o che qualcuno si alzi non sazio dalla sedia, quella con i rinforzi riservata a queste occasioni. Si deve mangiare tutto. Dall’attimo che la capofamiglia ritiene opportuno per raccogliere tutte le pecorelle smarrite e dirottarle verso la tovaglia rosso fuoco con i Babbi Natali e le renne disegnati (generalmente lo fa sbattendo una forchetta su un contenitore di metallo) e per le successive sei ore, ogni commensale dovrà ingurgitare ogni antipasto, una montagna di primo e il secondo in proporzioni atipiche e poi qualunque varietà di dolce e/o frutta. Tutto questo tra brindisi e bis vari. Ecco perché il 27, quando la stanchezza e la sbornia di Santo Stefano si fanno sentire battendo sulle tempie a ritmo di rock, un’altra preoccupazione arriva ad affliggere tutti. Nessuno escluso.

Sarà una preoccupazione viva e forte perlomeno fino a febbraio.

Ma come si fa a entrare nei pantaloni?

Molti sono i consigli, in merito. Uno dei più utili e salutari è concentrarsi sulla reidratazione. Bere molto, moltissimo, perché un bicchiere di alcol equivale a un litro d’acqua in meno nell’organismo. Ricordate tutti i brindisi fatti per capire quanto l’organismo abbia necessità di essere reidratato. Anche i succhi di verdura sono promossi.

Poi, certo, bisogna per qualche tempo mangiare diversamente. No ai digiuni e no alle diete drastiche. Tenere i consueti tre pasti modellando per un po’ l’alimentazione: è questa la chiave. Meno zuccheri semplici o cereali bianchi. Merluzzo e pollame, ad esempio, sono leggeri ma nutrienti.

Una passeggiata al giorno di un’ora è inoltre un toccasana, se fatta dopo mangiato facilita la digestione.

No assoluto al menu liquido – pollice in giù per le brodaglie di verdure e frutta in sostituzione ai pasti – e no ai cibi light. È sconsigliata anche l’attività fisica esagerata. Se avete l’intestino irritato, evitate per qualche tempo vino, birra, salumi, wurstel, spezie, cioccolato, formaggi stagionati (e altri alimenti che possono continuare a irritarlo).

Allora, ricapitolando, mangiate di tutto un po’ ma a dosi non eccessive e per qualche tempo, se avete l’intestino irritato, evitate alcuni alimenti. Ci sono poi alcune tisane (come il tè verde o il finocchio) che possono aiutare a eliminare i chili e i liquidi in eccesso, e a reidratare il corpo. Fate un po’ di esercizio fisico.

Pochi accorgimenti e quella cerniera chiuderà, e senza spargimenti di sangue. Si spera, almeno.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis