A vederlo così, riesce molto difficile pensare alla sua importante funzione nell’antichità e ancora oggi tale per la natura dell’uomo. Eppure, secoli fa, i bisogni fisiologici si soddisfavano seduti sull’alto “trono” de su comudu, il termine tradizionalmente indicante il bagno in lingua sarda.

Oggi, nel 2021, e in generale nel millennio della massima efficienza igienico-sanitaria, si trova ancora nelle case del centro storico di Cagliari, tra i rioni di Castello e Stampace, il gabinetto di comodo, con un alto sedile, in materiale spesso marmoreo, e un tappo.

Se infatti nelle case popolari i servizi igienici erano affidati a pozzi o a is bassinus, i vasi da notte spesso svuotati del loro lercio contenuto dalle finestre, nelle abitazioni signorili trovava invece spazio questo alto gabinetto. Il cagliaritano lo riconosce subito come “su comudu”, benché chiunque lo abbia provato, anche in tempi moderni, confermi che la postura assunta sul quel sedile sia tutt’altro che funzionale al ruolo che esso deve svolgere.

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Fonte: Ogliastra News Gianmarco Cossu