Ecco a voi altri tre “dicius” della nostra zona, alcuni in passato diffusi nell’intera isola e oramai sempre meno utilizzati nel linguaggio quotidiano. Si tratta di preziosi modi di dire che conservano al loro interno utili consigli per affrontare e comprendere meglio la realtà che ci circonda.
Crobu cun crobu no si nd’ogant s’ogu. Corvo con corvo non si cavano l’occhio.
Questo proverbio ha un significato metaforico: viene utilizzato per rimarcare il fatto che tra persone della stessa casta e potenti si tenda a non danneggiarsi a vicenda. Quasi un tacito accordo tra questi che evitano di intervenire nelle diatribe tra i “pari grado” e le classi subalterne. Un detto molto diffuso in tutta l’Isola, molto amaro ma estremamente veritiero.
Pedde mala no nde morit. Persone malvagie non muoiono.
Questo proverbio è forse uno più diffuso in Sardegna e ancora largamente utilizzato anche da coloro che non si esprimono quotidianamente in “Limba”. Il detto viene utilizzato sia in senso ironico ad esempio come incoraggiamento per chi sta male – in questo caso attraverso la figura retorica dell’antifrasi in cui il significato di una parola o di una frase è l’opposto di quello che ha solitamente – e sia nel senso letterale per indicare quanto le persone buone abbiano una vita troppo breve.
De su traitore no s’est salvau mancu Deud. Da un traditore non si è salvato nemmeno Dio.
Chiaramente influenzato dalla religione cristiana, questo detto si rifà al tradimento di Giuda Iscariota nei confronti di Gesù. Questa terribile esperienza che affrontò anche il Cristo mette in guardia tutti sulla possibilità di subire il tradimento in ogni ambito: familiare, amicizia e lavorativo. Pertanto bisogna saper dosare la propria fiducia, circondandosi di persone che la meritano e affidabili.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda