In passato in Ogliastra, prima dell’avvento della medicina tradizionale, si affrontavano i disturbi fisici e psichici attraverso l’utilizzo delle erbe e di altri elementi naturali. La medicina popolare veniva tramandata oralmente tra le generazioni, in particolare tra le donne. Un patrimonio culturale sulla raccolta e l’utilizzo dei vegetali per l’automedicazione che negli ultimi decenni è stato rivalutato.
Oggi illustreremo tre metodologie che venivano utilizzate per contrastare alcuni malanni stagionali, legati all’abbassamento delle temperature.
Raffreddore
In alcuni periodi prestabiliti dell’anno si raccoglieva il timo – in “Limba”: “armidda” o “erviola” – e lo si faceva bollire nell’acqua.
Una volta ottenuto il decotto lo si beveva caldo. A preferenza si poteva aggiungere dello zucchero per renderlo meno amaro.
Bronchite
Un rimedio consisteva nello spalmare dell’olio d’oliva – “ogliu ermanu”- caldo sul petto del paziente. In seguito si copriva la parte – soprattutto ai bambini – con una pelle di lepre o di coniglio, oppure, con il peritoneo del capretto. Anche queste venivano riscaldate prima dell’applicazione.
Geloni
Si raccoglievano alcune foglie di noci – “foglias de nugi” – e le si faceva bollire nell’acqua. Una volta fatta raggiungere una temperatura adeguata, si immergevano le estremità degli arti superiori o inferiori doloranti.
Questi sono solo alcuni dei possibili rimedi utilizzati dall’antica medicina popolare, per curare i malanni illustrati. Se ne conoscete altri segnalateceli.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda